Mentre Napoli si prepara all’insurrezione contro l’occupazione tedesca, nella sua estrema periferia orientale, a Ponticelli, va in scena una rappresaglia brutale e silenziata per decenni, un massacro di civili compiuto dalle truppe naziste in ritirata, che lascia una scia di sangue tra le strade del quartiere.

Il contesto della strage di Ponticelli

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e lo sbarco degli Alleati a Salerno, Napoli è occupata dalle truppe tedesche. I nazisti temono rivolte e sabotaggi da parte della popolazione, e rispondono con violenza a ogni segno di resistenza. Nelle giornate a ridosso della rivolta delle Quattro Giornate, la tensione è altissima in tutta l’area metropolitana.

Ponticelli, all’epoca borgo agricolo e popolare, vive ore drammatiche. Il 28 e 29 settembre, dopo un tentativo di resistenza da parte di giovani del posto e l’uccisione di alcuni soldati tedeschi, i nazisti scatenano una rappresaglia feroce.

La strage di Ponticelli

All’alba del 29 settembre, unità tedesche, probabilmente reparti della famigerata divisione Hermann Göring, penetrano nelle strade di Ponticelli, rastrellano i civili casa per casa, minacciano intere famiglie e danno il via a esecuzioni sommarie.

I nazisti colpiscono soprattutto nei pressi di via Ottaviano, dove alcuni ragazzi del posto avevano tentato di opporsi con armi rudimentali. Tra le vittime molti giovani trucidati perché ritenuti collaboratori dei partigiani.

Molte persone vengono uccise per strada, altre nelle loro abitazioni. Alcune case vengono incendiate, i negozi saccheggiati. Ponticelli si trasforma in poche ore in un teatro di violenza inaudita, di terrore pianificato.

Sepolti sotto il silenzio

Non esiste un bilancio ufficiale definitivo della strage, ma si stima che almeno 30 civili innocenti persero la vita solo in quel giorno. Molti dei loro nomi sono rimasti per anni nell’anonimato, sepolti sotto il silenzio della guerra e della miseria del dopoguerra.

Memoria della strage di Ponticelli

Per decenni, la strage di Ponticelli è stata dimenticata. Nessun riconoscimento ufficiale, nessun processo, nessuna condanna per i responsabili. Solo a partire dagli anni 2000, grazie all’attività di associazioni locali e alla volontà dei familiari delle vittime, si è cominciato a ricostruire e commemorare quegli eventi.

Nel 2018, lo storico Luigi Verolino ha portato alla luce documenti e testimonianze che hanno permesso di fissare le coordinate storiche della strage. Oggi, una targa in via Ottaviano ricorda i nomi delle vittime, e ogni anno si svolge una commemorazione cittadina per non lasciar cadere l’oblio.

Conclusione

La strage di Ponticelli è un simbolo della ferocia dell’occupazione tedesca e della sofferenza delle periferie napoletane, spesso escluse dal racconto ufficiale della Resistenza. Ricordare oggi quei nomi e quei volti significa restituire dignità a chi ha pagato con la vita il coraggio o la sola presenza in un tempo in cui anche il silenzio era colpevole.

Sitografia


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