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Parlare di gioco, in Italia, vuol dire quasi evocare un ingrediente fondamentale della vita sociale. Nel tempo, e non solo negli ultimissimi decenni, la scena è cambiata parecchio. Un tempo c’era il burraco o la scopa, magari ancora si gioca qualche partita a carte in famiglia la domenica, ma ormai, con questa ondata digitale, i tavoli verdi hanno preso posto anche sugli schermi, specialmente con il texas hold’em che sembra aver contagiato qualche generazione. 

Fra norme sempre più fitte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e una quantità di tecnologie che non sta ferma, oggi la dimensione virtuale influenza un po’ tutti: i ragazzi, certo, ma pure chi ha qualche anno in più. Non è proprio omogenea la storia, c’è chi difende ancora la ritualità locale e chi invece si lascia trasportare dalla novità. 

Il successo trasversale del poker online sì, così si chiama ovunque, si inserisce in realtà sociali e culturali molto diverse. Da nord a sud, le abitudini rischiano di cambiare direzione e, manco a dirlo, le ricadute non sono solo economiche; anche la salute pubblica potrebbe essere coinvolta, almeno stando alle prime letture.

Diffusione del poker online e quadro regolamentare

La situazione digitale, almeno per quanto riguarda il gioco, segnala numeri che sembrano ancora in crescita. C’è chi dice che, nel 2023, gli account attivi sulle piattaforme riconosciute si aggirassero intorno al milione e mezzo PokerScout lo riporta così, poi, certo, c’è sempre un margine d’incertezza. Per quanto l’ADM provi a mettere paletti solidi, tra licenze e controlli di trasparenza, il sottobosco degli operatori offshore si muove piuttosto veloce: pensa alla blockchain, ai pagamenti in cripto, alle promozioni che spesso alle piattaforme italiane nemmeno riescono a stare dietro. 

Tutto ciò mette in discussione anche come i giocatori gestiscono le vincite, le dichiarazioni al fisco e, in generale, il modo stesso di partecipare al gioco. Di fatto, questo incrocio fra regolamentato e “alternativo” rende il panorama molto frastagliato. Le differenze si sentono eccome: dipende da dove vivi, da che tipo di accesso hai, da come scegli di inserirti in tutto questo.

Impatto sulla cultura ludica regionale

L’introduzione del poker online ha profondamente modificato la percezione e la pratica ludica in molte regioni italiane. Ma poi, andando più a fondo, in Sicilia per esempio, il passaggio dalle carte – quelle vere, tipo le napoletane o le piacentine – agli schermi non è stato per nulla una transizione semplice. Una ricerca pubblicata nel 2021 da Telenicosia riporta che, con la facilità d’accesso alle piattaforme digitali, per molti giovani e anche adulti il poker virtuale è diventato una specie di nuovo punto fermo. 

Non è solo una questione di “divertimento”, almeno secondo questi dati: per alcuni si tratta anche di esplorare le proprie capacità, perché si sono visti spuntare piccoli club online, corsi pensati apposta, perfino sbocchi lavorativi in qualche raro caso. Nel frattempo, in certi contesti rurali o in paesi più piccoli, il confine tra moderno e tradizione si fa sottile: spesso si va avanti con entrambe le modalità, alternando il vecchio tavolo di legno con incursioni nell’online. È come se non si volesse cedere del tutto il testimone, insomma.

Nuovi modelli di socialità e tecnologie emergenti

Col poker online, l’idea stessa di tavolo da gioco ha iniziato a sgretolarsi, o forse si è solo trasformata. Oggi le piattaforme più sofisticate propongono tornei a livello regionale, ranking personalizzati premi vari, perfino il pagamento in criptovalute – modalità che, almeno sulla carta, promettono maggiore riservatezza. Tutto ciò sembra alimentare dinamiche molto vivaci tra chi gioca, favorendo la spinta a imparare dagli altri in modo rapido, a volte anche solo guardando un video o frequentando chat di gruppo. 

In particolare Lombardia, Lazio e Puglia sono diventati piccoli poli per queste “scuole digitali” di poker, o almeno così si racconta in alcuni ambienti. Il senso di comunità, nonostante tutto, non è evaporato. Più che nelle sale reali, a volte è nei forum (o in gruppi social, forse anche troppo dispersivi) che si riaccende quello spirito di collaborazione, di confronto. Questi nuovi circoli online, più che alternative, ormai sembrano veri punti d’incontro – sì, con le loro stranezze, limiti ma anche opportunità di crescita inaspettate.

Prevenzione e impatto socio-sanitario regionale

Ora, l’espansione del poker online comporta pure dei grattacapi, specie quando si parla di gioco d’azzardo patologico. In alcune regioni – Toscana, Trentino, ad esempio – dal 2015 si sta cercando di correre ai ripari. Parliamo di programmi di prevenzione, monitoraggi periodici, campagne portate avanti dalle ASL o dalle amministrazioni locali: niente di immediato, però è un inizio. I dati raccolti in Toscana nel 2022 (specie tra gli under 35) segnalano un aumento delle condotte a rischio; un piccolo calo rispetto al periodo della pandemia c’è stato, ma si tratta di sfumature. 

Rimane irrisolto il quesito sull’impatto reale nelle campagne: da un lato, dove i legami sociali sono più stretti, potrebbe essere più facile sostenere chi rischia di perdersi; dall’altro, questa stessa rete potrebbe celare situazioni di vulnerabilità ancora più complicate da affrontare. Il punto d’equilibrio fra tecnologia, socialità e salvaguardia della salute rimane uno snodo piuttosto complicato su cui le autorità stanno, più o meno attivamente, tentando di agire.

Gioco responsabile al centro dell’attenzione

Il panorama del poker online apre a nuove possibilità – sarebbe ingenuo negarlo – ma obbliga anche a rivedere alcune regole, magari pure a darsi dei limiti. Piattaforme e istituzioni ci stanno lavorando: i filtri di autolimitazione, la tutela dei minori, i servizi di supporto migliorano a piccoli passi. Quello che davvero fa la differenza, però, forse è la capacità di informare e accompagnare i giocatori verso scelte consapevoli. 

Non sembra una sfida di poco conto, in un paese che ancora cerca di tenere assieme la memoria delle vecchie riunioni di carte e le opportunità offerte dal digitale. Se cercassimo un asso nella manica, la consapevolezza – almeno per ora – potrebbe essere quella carta in più che vale doppio.

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