La Basilica di San Gennaro ad Antignano è una delle chiese più note del quartiere Vomero. Si trova in una zona ricca di storia, tradizioni e curiosità. E le vicissitudini storico architettoniche legate a San Gennaro ad Antignano sono un ulteriore conferma di ciò. Scopriamo quindi insieme la storia della “chiesa sulla chiesa“.
San Gennaro ad Antignano: origine del nome
Antignano è il nome dell’antichissimo borgo vomerese. Originariamente era uno dei quattro casali in cui era suddiviso il quartiere dall’antica vocazione agricola. Il nome affonda le radici negli anni dell’impero romano quando fu costruita qui una strada detta Antiniana. La strada era erede della antichissima via “Puteolis Neapolim per colles“, ovvero “da Pozzuoli a Napoli attraverso le colline”.
Il termine “Antiniana” pare derivi da “Ante Agnanus”, cioè “prima di Agnano“. Altri invece pensano che derivi da un tale Antonio, proprietario del feudo. La chiesa di San Gennaro ad Antignano viene poi dedicata al patrono di Napoli perché il primissimo miracolo a lui attribuito avvenne proprio al Vomero nel IV secolo. Il culto del santo nel quartiere Vomero, infatti, è ben radicato, come testimoniato anche dalla cappella di San Gennariello.
La chiesa sulla chiesa
È proprio in onore del primo miracolo di San Gennaro che fu eretta una cappella, proprio in corrispondenza dell’attuale San Gennaro ad Antignano. La cieca smania di cementificazione del quartiere portò purtroppo all’abbattimento di questa cappella alla fine dell’Ottocento. Venne quindi sostituita dall’attuale edificio sacro, la cui prima pietra fu posta nel 1904. Fu nel 1909 che la chiesa venne proclamata basilica e nel 1912 divenne “pontificia”.
San Gennaro ad Antignano fu aperta ufficialmente al pubblico il 18 settembre 1932 a lavori non ancora ultimati. L’ingegnere Giuseppe Pisanti (poi sostituito da Castrucci e Cappa) si ispirò per la facciata e per gli interni alla Basilica di San Salvatore di Spoleto. Il modello umbro, infatti, fu eretto nello stesso periodo dell’episodio legato a San Gennaro. Oltre a ciò si evince anche un certo eclettismo artistico che rende fortemente riconoscibile il prospetto di questa “chiesa sulla chiesa”.
Gli interni della chiesa
San Gennaro ad Antignano presenta una pianta a croce latina con tre navate, di cui le laterali sono più piccole della centrale. Al suo interno sono presenti una serie di opere di prestigio. Tra esse vanno menzionati: la tela della Madonna del Buon Consiglio, opera ottocentesca di Raffaele Spanò; un quadro della Madonna del Rosario di Pompei e un bassorilievo marmoreo raffigurante la Traslazione del Corpo di San Gennaro, opera del 1936 di Vincenzo Meconio.
Il soffitto dell’edificio è a capriate in legno e nel catino absidale è presente un mosaico con San Gennaro orante, realizzato dalla scuola dello Studio del Mosaico Vaticano. Ma la devozione al patrono di Napoli non termina nel transetto. Sulla parete di fondo del transetto sinistro, infatti, è collocata una statua lignea policroma raffigurante San Gennaro Benedicente, opera del ‘900 di Gaetano Chiaromonte.
San Gennaro ad Antignano, come si è potuto notare, pur essendo un edificio relativamente giovane vanta comunque una storia prestigiosa. È la storia del Vomero, un quartiere profondamente trasformato rispetto al passato, ma non per questo scomparso nella sua identità culturale. E la “chiesa sulla chiesa” è solamente una delle tante dimostrazioni.
Fonti
- Sergio Zazzera, C’era una volta il Vomero, Guida 1999, pp. 88-90.
- Ettore Regina, Testimonianze storiche e processi economici per la riedificazione della Basilica di San Gennaro ad Antignano (1903-1928), Dottorato di Ricerca in Storia Economica, A.A. 2010/13.
- Touring Club Italiano, Guida d’Italia. Napoli e dintorni, Touring Club Italiano, 2008.
- M. Perillo, Misteri e segreti dei quartieri di Napoli, Newton Compton Editori 2006.
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