La Solfatara è uno dei vulcani attivi nell’area dei Campi Flegrei, poco distante dal centro del comune di Pozzuoli, in provincia di Napoli.
La Solfatara: breve storia sulle sue origini
Situata a circa 3 km dall’area del comune di Pozzuoli, il vulcano avrebbe avuto origine circa 4800 anni fa.
Si tratta di uno dei circa quaranta vulcani attivi, già noto ai tempi dei Romani che lo consideravano una sorta di ingresso al mondo degli Inferi oltre che la casa del Dio Vulcano.
Vulcani, zolfo e fumarole
L’area vulcanica puteolana, che abbraccia anche alcune delle municipalità di Napoli, come quella di Bagnoli, é caratterizzata dalla forte presenza dello zolfo, dalla presenza di fumarole che emettono vapore acqueo e da vulcanetti di fango che emettono fango e argilla.
Come il Vesuvio, è un vulcano quiescente, ovvero attivo ma a riposo. Eppure, ogni tanto, da questo riposo alla popolazione pare dare segni di risveglio con scosse di bradisismo.
Nel corso dei secoli, l’area della Solfatara è stata oggetto non solo di studio e continuo monitoraggio, ma anche di visite guida.
Il fenomeno del bradisismo
Rispetto ad un tradizionale terremoto e, indipendentemente dalla magnitudo, quelle bradisismiche sono scosse diverse, generalmente superficiali.
Si tratta di sequenze che avvengono all’interno della caldera. La “crisi bradisismica” più recente è sicuramente quella degli anni ’80 del Novecento.
La Solfatara: un’area controllata e visitabile
Il controllo della Solfatara e dell’intera area dei Campi Flegrei non passa solo dalle amministrazioni locali a cui fa riferimento in termini geopolitici, ma passa soprattutto dagli enti preposti al controllo delle aree vulcaniche.
Ne deriva che, anche in questo caso, a monitorare continuamente l’area e tutti i suoi vulcano è l’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in concorso con l’Osservatorio Vesuviano.
L’area è anche oggetto di visite guidate. In quelle zone accessibili al pubblico, le visite, laddove possibile, sono organizzate anche per le scolaresche oltre che gruppi di turisti.
Il set di “47 morto che parla” e non solo
Il luogo che storicamente vide la decollazione di San Gennaro e la raccolta nelle ampolle del suo Santissimo sangue dalla sua nutrice, è stato anche set cinematografico.
Il regista cinematografico Ludovico Bragagna la scelse come set per il famoso film del 1950 “47 morto che parla”, dove la Solfatara diventava una sorta di Inferno nel quale si muoveva il protagonista.
Anche Roberto Rossellini vi girò una scena nel celebre film “Viaggio in Italia“.
Vivere ai Campi Flegrei, vivere vicino alla Solfatara
“Evacuare!”, “Andare via!”, “Stavolta la scossa è stata forte!”: vivere ai Campi Flegrei, vivere alla Solfatara, può fare paura. Significa convivere con un vulcano che ogni tanto si fa sentire.
Ma per capire e vivere i Campi Flegrei, la Solfatara e tutta l’area vulcanica ad essi facente parte, bisogna nascerci.
Le bellezze naturali, l’intera area archeologica, il maestoso castello di Baia che si affaccia sul mare, il golfo di Baia, il porto di Bacoli ed i suoi cantieri navali. Eppure la terra trema. Ai Campi Flegrei, alla Solfatara, a mare, la terra trema.
Sitografia di riferimento
https://www.focus.it/scienza/scienze/solfatara-di-pozzuoli-che-cose-e-perche-e-pericolosa
Bibliografia di riferimento
M. Sirpettino – Il Bradisismo di Pozzuoli – Franco di Mauro Editore, 1983
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