Tiberio fu imperatore romano dal 14 al 37 d.C., primo membro della dinastia Giulio-Claudia, la quale governò su Roma fino al 68 d.C.
A partire dal 26 d.C., Tiberio decise di lasciare Roma per rifugiarsi a Capri, nella celebre Villa Iovis: il destino dell’imperatore sarà per sempre legato alla nostra Campania.

Gli inizi della carriera: Tiberio, il successore di Augusto
Quando morì Augusto, primo imperatore della storia di Roma, si presentò il problema della successione. Questi, infatti, non aveva mai espresso l’intenzione di fondare una dinastia e di far passare il suo potere nelle mani del figlio adottivo Tiberio, nato dall’unione tra la sua terza moglie Livia con Tiberio Claudio Nerone.
Tiberio, prima di esser nominato dal senato come successore di Augusto, ricoprì due volte il consolato, celebrò un trionfo per le sue campagne germaniche nel 7 a.C., ricevette la podestà tribunizia nel 6 a.C. Nel 4 d.C. fu adottato da Augusto e nel 13 d.C. represse una rivolta dei Germani e gli venne conferito un potere (un imperium) pari a quello di Augusto. Poté, così, intervenire in tutte le province e l’esercito passare interamente sotto il suo comando.
Il senato lo nominò imperatore perché vi era bisogno di una figura centrale che garantisse la pace in tutto il territorio, proprio come era riuscito a fare il padre. Il suo governo, infatti, fu sostanzialmente una positiva prosecuzione di quello augusteo.
La svolta: una residenza a Capri
Nel 26 d.C. Tiberio stabilì di rifugiarsi a Capri per dedicarsi all’otium, tipico di un senatore quale lui era stato. Lo condizionò, in realtà, anche un’altra situazione: dal 23 d.C. il prefetto del pretorio Seiano aveva iniziato a crearsi un forte potere personale. Questi era a capo delle truppe pretoriane a Roma e, dal momento in cui Tiberio si trasferì in Campania, dominò di fatto la vita politica della capitale.
Nel frattempo, quindi, Tiberio soggiornò nella Villa Iovis, fatta appositamente costruire dall’imperatore stesso. La residenza imperiale è situata sulla cima di un’alta scogliera, a 335 metri sul livello del mare. Oltre alle innumerevoli stanze e terrazze, ospita anche un complesso termale, giardini e un sistema di acquedotti. Il nome della residenza (“villa di Giove”) lascia dedurre che lì fosse venerata la divinità di Giove, ma non ci sono giunti resti di un tempio al Re degli dei in quell’area.

Oggi le rovine di Villa Iovis sono un’importante attrazione turistica a Capri, nonché un esempio straordinario di architettura romana integrata nel paesaggio naturale.
Un imperatore romano governa da Capri
Dal 26 d.C., fino alla fine del suo impero, Tiberio governò da Capri e, in verità, questi suoi ultimi undici anni di impero non furono di certo felici.
Innanzitutto, si ritrovò ad affrontare il sempre più potente Seiano: nel 31 d.C. quest’ultimo ricoprì il consolato insieme a Tiberio, pur non appartenendo all’ordine senatorio. Inoltre, dichiarò Agrippina (moglie di Germanico, figlio adottivo di Tiberio) nemico pubblico e imprigionò con l’accusa di tradimento i suoi due figli maggiori. A questo punto, l’imperatore inviò l’ordine da Capri di arrestarlo e giustiziarlo.
Tiberio dovette poi affrontare una grave crisi finanziaria e l’incrinarsi dei rapporti col senato. Si aprì un periodo di terrore, con processi e condanne per lesa maestà a carico di senatori e vecchi sostenitori di Seiano.
La morte di Tiberio nel 37 d.C. e la nomina ad imperatore di Caligola vennero accolte con gioia dall’esercito e dalla plebe. Il terrore era finalmente finito, almeno per il momento. La residenza imperiale tornò ad essere Roma e Villa Iovis non fu più abitata dagli imperatori romani.
Lascia un commento