Il 19 settembre è un giorno speciale per Napoli.
Già alle 8 di mattina, nei pressi del Duomo, aleggia un odore di mandorle caramellate, i venditori incitano le persone a comprare immagini di San Gennaro. Entrando nella casa del patrono, la navata centrale è già ricolma di fedeli, tutti aspettano il miracolo che si compirà di lì a qualche ora.
Il numero di messe che si celebrano in questo giorno è incalcolabile, siamo già alla terza messa quando si alzano grida e applausi, portato in spalla entra il busto in oro e argento di San Gennaro, seguito dalla reliquia miracolosa.
“Sorridi San Gennà”
“Grazie Faccia Vè”
“Dio ci vuole bene”
Sono queste le espressioni che accompagnano la processione, unite ai mille fazzoletti bianchi che svolazzano in aria. Le vecchiette lì vicino ci raccontano che anticamente si portava quasi “insultare” il santo affinché compisse il miracolo, alcune lo chiamano “faccia verde” per il colore dell’oro quasi verdognolo.
Ma passiamo al miracolo. Conosciuto in tutto il mondo, la credenza dello scioglimento del sangue ha portato a parecchie polemiche. Degli studiosi sostengono che all’interno delle due ampolle non ci sia il sangue del patrono, ma un gel creato da qualche alchimista nel medioevo. Tale gel in stato di quiete assume proprietà di un solido, ma soggetto a piccole scosse o vibrazioni si liquefa. Ma il gel ricreato in laboratorio verifica questo fenomeno solo per 10 anni, cosa che non fa il presunto sangue di san Gennaro che compie il miracolo da oltre 700 anni.
Anche la Chiesa risulta essere scettica riguardo questo evento prodigioso, ma il caso ha voluto che il sangue non si sciogliesse in date di rilevante importanza come: nel settembre del 1939 e del 1940, inizio della seconda guerra mondiale e entrata nel conflitto dell’Italia, nel settembre del 1943, data dell’occupazione nazista, nel settembre del 1973, periodo della diffusione del colera e infine nel settembre del 1980, anno del terremoto in Irpinia. Come si può notare il mancato miracolo ha assunto nella credenza partenopea un significato nefasto.
Quindi il dubbio rimane, scienza o religione? Fede o superstizione? Un evento avvolto nel mistero, dove sacro e profano diventano un’unica cosa.
Testo di Roberta MontesanoFoto di Mariagiovanna Guillaro
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