Il 4 novembre si è celebrato, o si sarebbe dovuto celebrare, un anniversario importante: il Generale napoletano Armando Diaz annunciava la vittoria italiana della guerra contro l’Austria-Ungheria: “i resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”.
Dopo quel giorno il nome del generale fu indissolubilmente legato alla celebre vittoria della quale era stato artefice, tanto da potersi fregiare del titolo di ‘duca della Vittoria’.
Al quesito di quali siano le origini di questo personaggio ha già, in passato, magistralmente dato risposta lo storico Angelo Mangone; ma oggi quanti potrebbero indicare il fastoso palazzo dove, a Napoli, nacque il famoso generale?
La risposta è semplice, pochi.
La casa di Armando Diaz
Armando Diaz non nacque in uno di quei bellissimi e imponenti palazzi che impreziosiscono il centro storico della città. Diaz non apparteneva alla grande nobiltà napoletana, ma proveniva piuttosto dalla piccola nobiltà, originaria della Spagna che, giunta nel regno napoletano al seguito di qualche sovrano spagnolo, aveva fatto la propria fortuna e acquistato prestigio con un continuativo impegno nelle armi. Il bisavolo don Giuseppe Diaz, così come il nonno don Antonio erano stati reali commissari di guerra, mentre il padre, l’ing. don Ludovico, era ufficiale nella Reale Marina borbonica.
Dunque dove nacque il Maresciallo Diaz? Passeggiando per la città, sarà forse capitato al passante di alzare lo sguardo e rimanere sorpreso nel leggere “Qui nacque Armando Diaz…” su una targa in marmo, posta su di un anonimo palazzo. Si tratta, però, di una mera fantasia. Nessuna targa, nessuna iscrizione. Dove esattamente nacque uno dei più famosi cittadini napoletani, al quale la città ha dedicato monumenti e vie, non rimane oggi memoria.
Come accade spesso in questi casi, il cittadino, o il viaggiatore che sia, dovrà ingegnarsi e fare appello alle proprie forze. Percorrendo via Toledo si giunge nella bella piazza dedicata al sommo poeta. Da qui si diparte una via, inizialmente piuttosto stretta ma che si allarga man mano che la si percorre in salita.
Si tratta della via che un tempo era percorsa per giungere, da via Toledo, a Sant’Efremo Nuovo. Era detta, infatti, strada Cavone Sant’Eframo Nuovo. All’epoca regnavano ancora i Borbone e la via godeva di un certo benessere, abitata da nobili e giuristi, nonché dagli – immancabili – bottegai. Dell’antico benessere che dovette caratterizzare il Cavone rimane l’intitolazione della via, dedicata al noto avvocato napoletano Don Francesco Saverio Correra, che ivi abitava.
Percorrendo la via, senza troppo allontanarsi da via Toledo, si giunge finalmente al numero 22. In questo palazzetto, piuttosto sgraziato e disadorno al giorno d’oggi, il 5 dicembre 1861 la baronessina donna Irene Cecconi diede alla luce il suo primogenito maschio, Armando.
* Il presente articolo è dedicato a Fabio, il cui padre Angelo Mangone studiò con passione la figura del Generale Diaz. Sostieni anche tu Storie di Napoli!
-Luca Vitale
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