Sembra difficile immaginarlo, ma c’era un bellissimo giardino al posto di Corso Umberto e dei mille vicoletti alle spalle di Via Duomo. Questa storia possiamo scoprirla nel nome di una stradina sopravvissuta per miracolo al Risanamento e che, sei secoli fa, rappresentava probabilmente il confine di un grande terreno.
Quale orto del Conte?
Il misterioso conte al quale si riferisce il cartello non è quello di Boris. Si tratta di Diomede Carafa, l’uomo più potente della Napoli aragonese. Diventò conte di Maddaloni e i suoi discendenti ottennero, di lì a poco, anche la contea di Cerreto Sannita. Anzi, si può dire che i Carafa furono gli uomini ai quali i cerretesi devono ancora oggi la vita.
A Napoli la famiglia nobiliare viveva nel magnifico palazzo quattrocentesco che oggi si trova a Spaccanapoli ed aveva, fra i vari possedimenti, un enorme appezzamento di terra nelle immediate adiacenze delle mura della città, nella zona che oggi si trova più o meno fra Piazza Mercato e Piazza Quattro Palazzi. Il possedimento era adibito ad orto e vivevano in zona poche famiglie di braccianti.
Un intervento aragonese
Nel 1484 Ferrante d’Aragona decise di espandere le mura della città, dato che Napoli era in rapidissima crescita: le nuove mura furono poste all’altezza dell’attuale Piazza Garibaldi e avevano gli ingressi nell’attuale Porta Nolana. Fu così che quel grande giardino di Diomede Carafa rientrò nei confini cittadini e, per decreto reale, fu destinato ad uso abitativo.
L’orto fu diviso fra privati cittadini, selezionati scegliendoli da liste nelle quali furono iscritte le richieste, e lì furono costruite le prime case che, lentamente, divorarono l’intero campo antico.
Le case cinquecentesche resistettero fino al Risanamento, quando l’intera zona fu completamente rasa al suolo e ricostruita. La commissione di toponomastica cittadina, però, decise di preservare il nome antico di quella strada, vico Orto del Conte, che ancora oggi è l’ultima testimonianza di tempi antichissimi.
-Federico Quagliuolo
Questa storia è dedicata a Marcella Tabacchini per la sua generosa donazione. Sostieni anche tu Storie di Napoli: ogni donazione è fondamentale per rimanere in vita!
Riferimenti:
Gino Doria, Le strade di Napoli
Alfredo D’Ambrosio, Le strade di Napoli antica nella città moderna