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L’arte pittorica medievale ha lasciato nel meridione testimonianze relativamente scarse. Ciò è dovuto in parte a condizioni climatiche avverse (umidità, specialmente nelle zone costiere), in parte ad eventi sismici di vario genere (forti terremoti nell’area calabro-sicula e in quella appenninica). A tali cause naturali vanno poi ad aggiungersi quelle di natura antropica.

Le strutture ecclesiastiche sono state spesso oggetto di rifacimenti che hanno drasticamente mutato la loro facies artistica a seconda del gusto corrente in una determinata epoca. Ciò, in particolar modo in periodo barocco, ha generato una forte dispersione del precedente patrimonio artistico-culturale.

Le testimonianze giunte fino a noi, tuttavia, sono di grandissimo valore artistico e interesse storico. Lo studio dell’arte pittorica permette di accumulare notizie non solo rispetto ai gusti estetici di un determinato periodo storico, ma anche sulla cultura materiale, i modelli artistici vigenti e le influenze culturali. E’ il caso degli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala, presso la costiera amalfitana.

chiesa della Santissima Annunziata presso Minuta di Scala, foto fornita dal sito https://www.neldeliriononeromaisola.it/2021/02/352458/

Gli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala

Sulle pareti laterali della cappella sono ubicate le figure di 4 santi, due per ogni parete. Sulla parete di sinistra sono raffigurati san Nicola e san Giorgio, mentre su quella destra lo stato di avanzato degrado impedisce la loro identificazione. Nella parte superiore sono rappresentate la storia di Maria con la Visitazione, Natività ed Annunciazione. Tali raffigurazioni presentano un diverso stato di conservazione.

Nella parte centrale è invece rappresentata la storia di Adeodato, sulla quale ci soffermeremo più avanti. Infine nella volta spicca il Pantocratore, accompagnato dalle figure di altri santi. Le varie scene sono divise tramite la rappresentazione pittorica di finti marmi policromi e decorazioni parietali, elemento di forte originalità nell’arte dell’epoca.

Datazione e modelli del ciclo pittorico

Per quanto concerne la datazione degli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala vi fu una prima ipotesi formulata durante la seconda metà dell’ottocento. Lo storico dell’arte Demetrio Salazar, nel 1871, effettuando una disamina iconografica degli affreschi, li considerò come databili al X-XI secolo, paragonandoli con i cicli pittorici presenti a S. Vincenzo al Volturno vicino a Isernia.

Tale ipotesi oggi è stata generalmente abbandonata. La nuova periodizzazione adottata dagli storici dell’arte riconduce il ciclo pittorico al XII-XIII secolo, utilizzando come elemento di paragone i mosaici di Monreale e “opere pittoriche su vari media di ambito bizantino“. Gli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala presentano quindi una forte ascendenza orientale legata sia all‘originale tradizione bizantina (a cui Amalfi e le zone limitrofe erano profondamente legate) sia all’analoga tradizione siculo-normanna.

affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala
Gli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala

Elementi stilistici e iconografici

Gli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala presentano caratteristiche fortemente peculiari rispetto alla coeva produzione meridionale ed orientale. Se da un lato appare preponderante l’aderenza stilistica all’arte di derivazione bizantina, dall’altro sono riscontrabili elementi di forte originalità. Innanzi tutto è degno di nota il forte realismo naturalistico presente in molte scene, in particolar modo nella Natività.

Per usare le parole dello storico dello studioso Dario Cantarella: “ciò che è veramente inusuale è la straordinaria profusione delle montagne, del gregge, della volpe e del cane che si abbevera dalla scodella. Si scopre quella volontà di ‘descrivere’ l’evento messianico, attraverso una caratterizzazione del paesaggio e dei suoi elementi”.

Gli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala: annunciazione

Ulteriore fattore di forte originalità è costituito dagli elementi architettonici che ordinano e suddividono l’insieme degli affreschi, difficilmente riscontrabili nelle raffigurazioni dell’epoca. Finti mami policromi, finte lesene e colonne dipinte adornano e suddividono le varie scene, riproducendo pittoricamente elementi strutturali spesso tipici delle chiese meridionali del XII secolo. Elementi di più chiara derivazione bizantina ed orientale sono invece ravvisabili nelle raffigurazioni dei santi e del Cristo Pantocratore, nonché nei volti e nelle vesti orientaleggianti dei personaggi.

Gli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala: Cristo Pantocratore con libro chiuso

La storia di Adeodato

Uno dei cicli pittorici più interessanti presenti negli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala è quello che raffigura la leggenda di Adeodato, legata fortemente al culto nicolaiano. Per quanto esistano varie versioni di tale storia esse sono tutte relativamente omogenee dal punto di vista narrativo. Secondo la leggenda durante la festa di san Nicola un giovane di nome Adeodato (o Basilio, nella versione greca) viene rapito da pirati agareni.

Il fanciullo viene designato come coppiere del principe di Babilonia Marmorino. I genitori, distrutti da tale perdita, abbandonano per tutto l’anno seguente le funzioni religiose. Proprio ad un anno di distanza dal rapimento, durante i preparativi per le feste di San Nicola accade qualcosa di miracoloso: il santo scende dal cielo e prende per i capelli il fanciullo mentre serve la coppa al sovrano babilonese.

Gli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala: Adeodato coppiere del principe di Babilonia

In seguito Adeodato viene portato dal santo innanzi alla casa dei suoi genitori, dove viene da loro riconosciuto nonostante le vesti orientali: in tal modo si va a ricongiungere il nucleo familiare inizialmente spezzato.

La funzione di tale mito all’interno della psicologia collettiva non va sottovalutata. Nel meridione medievale e moderno le incursioni prima saracene, poi ottomane e barbaresche, costituirono un fortissimo problema sia dal punto di vista economico che da quello sociale. Specialmente in zone costiere particolarmente opulente (come quella amalfitana) le incursioni divennero, probabilmente, quasi parte della vita quotidiana di quei territori (specialmente nel basso medioevo e nel periodo di egemonia ottomana sul mediterraneo).

Gli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala: san Nicola che riporta Adeodato alla sua famiglia tenendolo per i capelli,

E’ possibile immaginare che i rapimenti, durante queste incursioni, fossero un evento abbastanza comune. Il mercato schiavile orientale era fortemente nutrito da flussi di “strumenti parlanti” (per usare un’espressione di epoca classica) provenienti da occidente. Il trauma legato alla perdita di un caro venduto come schiavo doveva essere stremante. La sofferenza della perdita di una persona vicina andava ad unirsi con una continua inquietudine ed ansietà rispetto al suo possibile destino.

La leggenda di Adeodato all’interno del culto nicolaiano ha probabilmente avuto una funzione fortemente catartica. La rappresentazione della famiglia di Adeodato, riunitasi dopo un anno dalla sua scomparsa, costituisce una rappresentazione fantastica della speranza di ampie fasce della popolazione meridionale dell’epoca: una riunione finale con i propri cari ormai dispersi in chissà quale parte del mediterraneo.

Tale speranza, irrealizzabile nella maggior parte dei casi, veniva sublimata tramite il culto nicolaiano, che non a caso risulta particolarmente forte nelle zone costiere della Campania ed in quelle della Puglia: territori fortemente colpiti da incursioni piratesche (e non solo) nel corso di diversi secoli.

Gli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala: San Nicola, foto fornita dal sito https://www.discoverscala.com/it/arte-storia/cripta-della-ss-annunziata.html

Gli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala nella storia dell’arte

Gli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala non hanno avuto, nel corso dei secoli, quella popolarità nella storia degli studi che forse avrebbero meritato. Il primo a notarli fu il patriota e storico dell’arte Demetrio Salazar, che incluse gli affreschi nel suo libro “L’arte nell’Italia meridionale“, edito nel 1872. In seguito, salvo sparute citazioni in diversi volumi, vi fu un quasi totale silenzio da parte della critica.

A tal proposito è interessante leggere la descrizione degli affreschi riportata nel testo “Memorie storico-diplomatiche dell’ antica città e ducato di Amalfi”, edito nel 1876:

“altri (affreschi) non meno interessanti, ne abbiamo del XIII secolo o di quel torno in un sotterraneo della chiesa dell’Annunziata a Minuta (suburbano di Scala). Comunque barbaramente martellate e deturpate non dal tempo, ma dalla mano dell’uomo. Li pochi affreschi che rimangono con figure affatto simboliche, sono sotto ogni riguardo ammirevoli, per la maniera del colorito e per la pia espressione de’ sembianti; pregi che non si fan desiderare quasi mai ne’ lavori de’ tempi della vera ispirazione religiosa, e che di poi più tardi avanzarono con la scienza e con lo studio dell’arte”.

Già nel 1876 gli affreschi si trovavano quindi in un avanzato stato di degrado, in parte derivante da azioni antropiche. Una nuova analisi degli affreschi è stata condotta dallo studioso Dario Cantarella. Le sue riflessioni furono espresse nel corso del convegno “Le Diocesi dell’Italia meridionale nel medioevo. Ricerche di archeologia, storia, storia dell’arte“, tenutosi nel 2018 presso Benevento. Ad oggi la sua disamina degli affreschi rimane tra quelle più complete e profonde.

-Silvio Sannino

Bibliografia

Memorie storico-diplomatiche dell’ antica città e ducato di Amalfi, 1876

Dario Cantarella: Aspetti stilistici, iconografici e di cultura materiale negli affreschi della Santissima Annunziata di Minuta di Scala, Atti del convegno “Le Diocesi dell’Italia meridionale nel medioevo. Ricerche di archeologia, storia, storia dell’arte”, 2018

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