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Policastro Bussentino è una frazione del Comune di Santa Marina, località sita nell’estremità meridionale del Cilento. Trae le sue origini da un’antica città greca, Pissunte, divenuta poi romana con il nome di Buxentum, prima di essere abbandonata. Il nome attuale, Policastro, deriva invece dalla città bizantina che nacque successivamente.

Policastro
Cattedrale di Policastro – Ph. Gerardo Russo

Pissunte

Segue, dopo Palinuro, il promontorio, il porto e il fiume Pissunte: tutti e tre hanno lo stesso nome. Qui condusse nuovi coloni Micito, reggente di Messene in Sicilia, ma poi quelli che vi si erano stabiliti se ne ripartirono, ad eccezione di pochi.

Strabone – “Geografia”

Pissunte, o Pyxous (Πυξοῦς), deriva il suo nome dal greco pyxós, ossia dalle piante di bosso. Queste erano e sono ancora molto diffuse nella zona.

Secondo le indagini archeologiche, la fondazione della città sarebbe avvenuta nella prima metà del V secolo a.C., a opera di Micito, coerentemente con quanto riportato dal geografo Strabone.

Le tracce dell’antica città greca sono state riscontrate al di sotto della cinta muraria medioevale ancora visibile di Policastro. Sono infatti state identificate strutture murarie più antiche, databili tra il V e il III secolo a.C., a testimoniare come la futura città di Policastro sia sorta sul nucleo dell’antica colonia greca di Pissunte.

Policastro
Cinta muraria di Policastro – Ph. Gerardo Russo

Da Buxentum al Bussento

Pissunte divenne poi una colonia romana marittima nel II secolo a.C., nota con il nome di Buxentum. Si ipotizza che l’attuale piazza antistante la cattedrale di Santa Maria Assunta di Policastro corrisponda all’antico foro romano. Inoltre sono stati rinvenuti nel 1964 i resti di un’antica strada romana in basolato, che corrisponderebbe al decumano massimo dell’antica città romana.

Il nome Buxentum non sarebbe altro che la traduzione latina del precedente toponimo greco, sempre riferito alle piante di bosso. Da Pissunte e Buxentum deriva l’attuale nome del fiume Bussento, tra i principali del Cilento, oltre che del suo affluente Bussentino. Il fiume, che si inabissa in un inghiotittoio nei pressi di Caselle in Pittari, per riemergere dopo 5 km nell’oasi di Morigerati, è lungo 37 km.

Il Bussento sfocia proprio sulla costa di Policastro Bussentino, in una suggestiva spiaggia sia marittima che fluviale, dove le correnti e le diverse temperature delle acque si mescolano.

Policastro
Foce del Bussento – Ph. Gerardo Russo

Palaiokastron

La mancanza di resti archeologici successivi al I secolo d.C. ha suggerito l’ipotesi dell’abbandono della città, fino alla nascita di un nuovo centro bizantino: Palaiokastron.

I bizantini, di cultura prevalentemente greca, rifondarono la città, il cui nome sembra significare “antico castello” (Παλαιό κάστρο) ed è alla base dell’attuale toponimo Policastro, con cui si identifica anche l’intero golfo. Il nome Policastro Bussentino, deriverebbe così da due antichi toponimi di origine greca (Pissunte e Palaiokastron), appartenenti però a due epoche distanti tra loro, quella della Magna Grecia e quella dell’Impero bizantino. Un piccolo primato per la frazione di Santa Marina, che conserva così nel nome la sua doppia radice greca, caso forse unico in Italia.

Testimonia l’origine greca del nome bizantino la presenza di un quasi identico toponimo nell’attuale Grecia. Nell’isola di Creta si trova infatti un villaggio costiero noto come Palaiokastro.

La cattedrale e la cinta muraria

Una sintesi delle epoche vissute da Policastro è data dalla cattedrale, dalla cinta muraria del centro storico e dal castello di origine bizantina.

Il nucleo più antico della cattedrale è costituito da una cripta risalente al VI secolo. L’ambiente ipogeo presenta infatti un impianto bizantino scandito da colonne di spoglio di età romana. L’attuale cattedrale fu edificata invece con l’arrivo dei Normanni, nell’XI secolo.

Gli stessi Normanni, nel XII secolo, eressero le attuali mura poligonali del centro storico, che, come riportato, si basarono su costruzioni preesistenti (greche e romane, ma anche più antiche).

Presenti ancora i resti dell’antico castello voluto dai Bizantini, da cui deriva il toponimo Policastro.

Policastro
Resti dell’antica città – Ph. Gerardo Russo

Da Policastro al Mediterraneo

Da Pissunte a Palaiokastron, fino a diventare Policastro Bussentino. Un doppio nome di origine greca, o ancora un pi greco al quadrato, volendo rifarsi alle due P di Πυξοῦς e Παλαιόκάστρο. Vicino alla zona balneare, che richiama ogni estate numerosi turisti in villeggiatura, il centro storico conserva atipicamente una duplice identità di derivazione greca, intervallatta dall’epoca romana.

Pur senza tuffarsi nelle acque delle spiagge costiere, passeggiando a Policastro Bussentino si compie un lungo viaggio tra le vie del Mediterraneo.

– di Gerardo Russo

Bibliografia:

Gallo Luigi. POLICASTRO BUSSENTINO. In: Bibliografia topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle Isole Tirreniche, n°14, 1996. Siti : Pitigliano – Regalbuto. pp. 96-114

Natella Pasquale, Peduto Paolo, “Nota sul castello di Policastro”, in “Castellum”, Rivista dell’Istituto Italiano dei Castelli, Roma, Castel S. Angelo, 1970, II semestre, Luglio Dicembre, p. 120 (Archivio Attanasio)

Dinu Adamesteanu; Magna Grecia: lo sviluppo sociale ed economico; 1987

Sitografia:

https://www.treccani.it/enciclopedia/pixunte_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/

https://www.treccani.it/enciclopedia/policastro-bussentino/

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