Noto soprattutto per il Cristo Velato, scultura in marmo che riproduce straordinariamente Cristo avvolto nel suo sudario in quello che oggi è al Museo Cappella Sansevero a Napoli, il napoletano Giuseppe Sanmartino è stato in realtà molto attivo anche in altre regioni del Sud Italia.
Il legame profondo con la Puglia di Giuseppe Sanmartino
Giuseppe Sanmartino intrecciò, infatti, un legame profondo con la Puglia, lasciandovi un’impronta indelebile. Dopo l’esperienza napoletana a Cappella Sansevero, la sua produzione artistica si estese ben oltre i confini della sua città natale, trovando fertile terreno nelle province meridionali, particolarmente ricche e influenti nel panorama politico e culturale del Regno di Napoli.
Perché Sanmartino scelse la Puglia?
Tante le ragioni che hanno portato questo talentuoso scultore a prediligere l’Apulia. Tra queste, la prima e non indifferente, era che la Puglia, nella metà del XVIII secolo, era una terra prospera, capace di attrarre commissioni prestigiose. Un secondo fattore non trascurabile, era determinato dal fatto che numerosi esponenti dell’aristocrazia e parte dell’entourage dell’amministrazione del Regno proveniva proprio dalla Puglia.
Le opere più importanti in Puglia
L’opera di Sanmartino in Puglia si manifesta attraverso una serie di sculture che testimoniano ancora una volta il virtuosismo tecnico già mostrato con quel famosissimo Cristo Velato (copiato addirittura anche a Potenza), e la capacità di rappresentare la spiritualità con una intensa espressività.
È a Taranto, nel cosiddetto Cappellone di San Cataldo, che si concentra il più importante nucleo di opere del maestro napoletano. Sono otto, infatti, le figure a grandezza naturale, scolpite nel marmo da Giuseppe Sanmartino: San Francesco d’Assisi, Santa Teresa d’Avila e San Giuseppe, realizzate nel 1773 su commissione del vescovo Matrilli, costituiscono un vero e proprio ciclo iconografico, per celebrare i valori della fede e della carità cristiana.
Un virtuosismo senza pari
L’influenza di Giuseppe Sanmartino si estende anche in altre note città pugliesi. A Monopoli, nella Cattedrale di Maria Santissima della Madia, l’artista napoletano realizza un maestoso San Michele Arcangelo. A Foggia, ispirandosi proprio alle sue opere napoletane, crea una coppia di angeli reggifiaccola per l’altare maggiore. A Martina Franca, su progetto del fratello Gennaro, scolpisce La Carità e L’Abbondanza per l’altare maggiore della Chiesa di San Martino.
L’attività di Sanmartino in Puglia si interrompe bruscamente nel 1793, anno in cui si ammala. La sua eredità artistica continua a vivere attraverso le opere realizzate, ma anche attraverso l’influenza esercitata sui suoi allievi. Il paliotto dell’altare maggiore della Chiesa di San Lorenzo a San Severo, commissionato pochi mesi prima della sua morte e ultima testimonianza del suo genio creativo.
L’eredità di Sanmartino
Giuseppe Sanmartino è stato uno dei più grandi scultori del XVIII secolo. La sua produzione artistica, ampiamente diffusa in Puglia, rappresenta un capitolo fondamentale della storia dell’arte. Le sue opere, cariche di pathos e di spiritualità, continuano a emozionare e ad affascinare i visitatori, testimoniando la straordinaria vitalità dell’arte napoletana, svelando che oltre il Cristo c’è molto di più.
Bibliografia
Sanmartino, Elio Catello
museocappellasansevero.it
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