Un vero e proprio pezzo di Firenze a Napoli. E’ così che possiamo definire la chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, in piazza Monteoliveto. Non è solo una delle più belle ed interessanti chiese monumentali di Napoli, ma è un esempio, unico nel suo genere, di architettura rinascimentale fiorentina.
Una chiesa che se ne sta lì, quasi in sordina, defilata rispetto alle rotte canoniche dei turisti, eppure a due passi dagli assi viari principali del centro cittadino. Una facciata quasi anonima, spoglia, rispetto alle abituali facciate pompose e prepotenti delle grandi chiese barocche napoletane. Eppure questa chiesa nasconde moltissime sorprese, un vero e proprio paese delle meraviglie artistiche ed architettoniche.
Alle origini di Sant’Anna dei Lombardi
Il complesso fu fondato nel 1411 Gurello Origlia con il patrocinio del re Ladislao di Durazzo; la chiesa a quel tempo era però dedicata a Santa Maria di Monteoliveto ed era stata affidata ai padri Olivetani.
La chiesa in seguito divenne una delle favorite della corte Aragonese, lo stesso Alfonso I vi intraprese notevoli lavori di ampliamento. La struttura ci fa comprendere come all’epoca dovessero essere stretti i legami tra Napoli e Firenze; non a caso infatti, per la sua costruzione e successiva decorazione intervennero alcuni dei più importanti artisti rinascimentali toscani, Giuliano da Maiano e Antonio Rossellino, artisti che disseminarono il loro genio in città anche in altri (se pur non troppo numerosi) capolavori.
L’allontanamento degli Olivetani
Nel 1798 il re Ferdinando I delle Due Sicilie dispose l’allontanamento dei frati olivetani e nel complesso vi si stabilì l’arciconfraternita dei Lombardi, che all’epoca risiedeva in un’altra chiesa delle vicinanze resa però inagibile. Da quel momento la chiesa venne denominata come la si conosce oggi, Sant’Anna dei Lombardi.
L’architettura di questa chiesa è un vero e proprio simposio di stili, in quanto sicuramente palese è l’impronta rinascimentale datale, impronta che però si fonde con le rimanenze architettoniche gotiche, purtroppo quasi del tutto inglobate e celate dai rimaneggiamenti avvenuti in epoca barocca. Sicuramente di stampo prettamente rinascimentale sono le cappelle laterali, cinque a lato più quattro nel presbiterio, tra le quali spiccano quella dei Piccolomini (antica famiglia fiorentina) e quella Correale. La cappella Piccolomini è infatti la copia di una cappella presente nella celeberrima chiesa di San Miniato al Monte a Firenze.
Nella chiesa è presente la tomba del famosissimo architetto Domenico Fontana, proveniente dalla distrutta chiesa di Sant’Anna, oltre alle tombe di nobili napoletani. Nel vasto oratorio che si apre a destra del presbiterio si trova il complesso scultoreo del “Compianto sul Cristo morto” di Guido Mazzoni (1492), formato da otto statue a grandezza naturale, le quali secondo la tradizione rappresenterebbero proprio i sovrani aragonesi.
Da questi ambienti si passa poi nella sagrestia vecchia, in origine refettorio, un ambiente splendido di caratterizzazione gotica con volte a crociera che vennero stuccate e decorate dal maestro Vasari, creando uno degli ambienti più spettacolari di tutta l’architettura napoletana.
Un gioiello da visitare
Questa chiesa è un vero e proprio gioiello dell’architettura, una summa di arte napoletana e toscana che, fondendosi, creano un’incredibile combinazione di stili e influenze.
Un felice connubio che solo qui avrebbe potuto raggiungere questa levatura artistica, essendo infatti Napoli una città crocevia di culture che ha saputo trattenere e rielaborare.
– Gaia Borrelli
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