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‘O surdato ‘nnammurato è tra i brani più celebri della musica napoletana. su questo ci sono pochi dubbi! E sembrerà strano, ma il glorioso viaggio di questa sempiterna canzone inizia da una piccolissima frazione ben distante da Napoli. San Lorenzo di Sant’Egidio del Monte Albino, in provincia di Salerno, è uno dei borghi più piccoli dell’Agro Nocerino-Sarnese, che conta circa mille abitanti. Vi chiederete come sia possibile, eppure è così! Dopo tutto a San Lorenzo si trova la casa del poeta e paroliere Aniello Califano, autore del testo.

Molti assoceranno la sua storia alla città di Sorrento. Non è sbagliato, anzi! Agnello Michele Califano (questo il suo nome all’anagrafe) nasce proprio lì nel gennaio 1870. E a Sorrento si trovano numerosi documenti sulla sua vita, molti autografati dall’autore de “‘O surdato ‘nnammurato”. Nel cimitero cittadino si trova inoltre la sua tomba, omaggiata dai cittadini e dai visitatori.

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A. Califano, Primma sbrasata, Ed. del Fantasio, Napoli 1894 – Archivio Pro Loco Sant’Egidio del Monte Albino

Non tutti però sono a conoscenza delle origini dei genitori di Aniello. Il padre Alfonso possedeva una casa a Sant’Egidio e la moglie Stella Pepe era originaria di Pagani, altro paese dell’Agro Nocerino-Sarnese. Per questo motivo il paroliere de “‘O surdato ‘nnammurato” vive per gran parte della sua vita nella casa paterna nell’attuale San Lorenzo, in un edificio che è molto cambiato rispetto agli inizi del secolo scorso ma che conserva ancora tracce del suo passato.

Nell’attuale Villa Califano, nel centro storico di San Lorenzo, si conserva infatti il suo studio. Al piano terra affaccia sulla strada quello che era il suo piccolo “conservatorio” nel quale custodiva dei pianoforti. Oggi questo spazio accoglie numerose testimonianze della sua vita, ricca di riconoscimenti ma anche di sventure.

Secondo la credenza popolare il compositore de “‘O surdato ‘nnammurato” morì di vaiolo, ma le fonti non confermano pienamente questa teoria. Vero è che a seguito della sua dipartita (avvenuta proprio a Sant’Egidio) molti suoi effetti personali furono dati alle fiamme, perché all’epoca la malattia spaventava non poco. Lo stesso funerale non fu celebrato in chiesa ma in casa, officiato dal parroco di San Lorenzo.

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A. Califano, Quadretti napoletani, A. Angora, Nocera 1918 – Archivio Pro Loco Sant’Egidio del Monte Albino

Ma veniamo al suo capolavoro che fa cantare generazioni di napoletani e che porta in alto il nome della musica napoletana nel mondo. “‘O surdato ‘nnammurato” fu scritta nel 1915, quando Aniello già si trovava a San Lorenzo. Si ritiene che lo spartito originale si trovi proprio a Sant’Egidio, ma purtroppo non è ancora venuto alla luce. La Pro Loco di Sant’Egidio del Monte Albino ne conserva alcuni spartiti di inizio ‘900.

In effetti sono molti i documenti inediti che questa istituzione conserva orgogliosamente da quando, circa dieci anni fa, iniziò la sua appassionata ricerca su Aniello Califano. Nella sua sede principale sono custoditi testi di altissimo prestigio che raccontano l’attività compositiva e parolistica del poeta sorrentino, non riducibile ad una sola canzone.

Tra i vari documenti salta all’occhioPrimma sbrasata, una raccolta di poesie che Califano sottopose al celebre Salvatore Di Giacomo. Fu stampata nel 1894 a spese del padre ed è l’unica copia autografata che si trova in circolazione. C’è poi Quadretti napoletani, un’altra raccolta di poesie, anch’essa autografata, stampata nel 1918 dalla tipografia nocerina “Andrea Angora”.

Le Poesie guerresche, altra raccolta del 1917 edita da “La Voce di Montalbino”, approfondisce un ulteriore aspetto della poliedrica e sfaccettata personalità di Aniello Califano: quello della carità e della beneficenza. Si tratta infatti di un’iniziativa commerciale i cui proventi vennero indirizzati a totale beneficio degli orfani di guerra, come espressamente dichiarato nel frontespizio che presenta anche una fotografia del poeta.

Ma i documenti non finiscono qui. Solo per limitarsi ai principali non si può non citare la seconda edizione della raccolta “L’Italia a Tripule” o la poesia “Ma che culera a Napule!, scritta di suo pugno nel 1911 a Posillipo che rimarca il legame dell’autore con la sua terra.

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A. Califano, Ma che culera a Napule!, poesia autografa – Archivio Pro Loco di Sant’Egidio del Monte Albino

La vita di Aniello Califano è intrecciata indissolubilmente con la realtà di Sant’Egidio del Monte Albino, alimentando il sentimento di appartenenza della comunità e il desiderio di approfondire la vita del poeta, ancora piena di lacune. Oltre all’attività della Pro Loco ci sono numerosi studiosi, tra questi Franco Russo, che si prodigano affinché il prestigio e il merito di Aniello Califano, autore de “‘O surdato ‘nnammurato”, siano resi noti a quante più persone.

E all’esterno dell’antica Villa Califano, nella frazione San Lorenzo di Sant’Egidio del Monte Albino, sono state collocate due targhe commemorative. Ricordano al passante distratto una storia romantica e suggestiva, un racconto che lega con un filo invisibile una piccolissima frazione di mille abitanti a un poeta, paroliere e compositore che ha fatto la storia della musica napoletana.

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