Avreste mai pensato di vivere un’esperienza di oltre 2200 anni di storia, camminando tra testimonianze di epoca romana, siti Unesco inenarrabili, antichi borghi e fasti avanguardisti del Grand Tour, integrati in un percorso unico nel suo genere lungo ben 260 kilometri?
Perché è proprio questo l’obiettivo promosso dall’Archeoclub d’Italia che domenica 30 giugno ha organizzato una stimolante passeggiata nel cuore di Portici, passeggiando lungo la Strada Regia delle Calabrie, una strada storica tutta da riscoprire.
Dalla “Capua-Regium” alla Salerno Reggio Calabria
Si tratta della più lunga e importante via di comunicazione terrestre dell’Italia meridionale che ripercorre l’antica strada romana “Capua- Regium” o via Popilia.
“Una strada percorsa per secoli – spiega Luca Coppola, presidente del Consorzio Costa del Vesuvio – da eserciti, funzionari di stato, staffette postali e dai numerosi aristocratici che nel Settecento si recavano in visita nei luoghi del Grand Tour. E’ proprio questa la via percorsa dall’esercito tedesco in ritirata durante la Seconda Guerra mondiale, inseguito dalle truppe alleate. E’ la stessa via percorsa prima da Pisacane e poi da Garibaldi durante l’epopea risorgimentale. L’arteria lungo la quale si muovevano le truppe piemontesi per attuare l’aspra repressione del brigantaggio. Prima ancora la percorse Carlo V d’Asburgo, nel suo viaggio trionfale di rientro dalla celebre crociata in territorio africano. Poi Giuseppe Bonaparte, Gioacchino Murat, il Cardinale Ruffo a capo dell’esercito della Santa Fede e tantissimi altri.”
Eppure la fama di questa strada storica è stata in epoca “moderna” messa in secondo piano dalla realizzazione negli anni ’60 dell’A3 Salerno Reggio Calabria, un’opera tristemente considerata anch’essa come la prima autostrada meridionale. Quest’ultima però ha di fatto isolato dietro coltri di cementificazione pittoreschi borghi, antiche stazioni postali, siti archeologici e ville storiche.
Proprio per questo l’Archeoclub d’Italia (Associazione di Promozione Sociale che ha a cuore il patrimonio Storico/Architettonico, Artistico ed Ambientale italiano) sta lavorando alla riqualificazione in chiave culturale e turistica di questo antico cammino e di tutti i piccoli borghi attraversati, facendone conoscere le bellezze, la storia, le antichissime tradizioni di ospitalità e accoglienza.
Al di fuori dei circuiti tradizionali del turismo di massa infatti negli ultimi anni anche in Italia sta prendendo sempre più piede (letteralmente) il così detto “Turismo lento”. Si tratta di un’esperienza di viaggio incentrata sull’autenticità delle destinazioni alternative capaci di far immergere il visitatore completamente nell’ecosistema del luogo che li ospita.
Un’antica via inserita nel Giubileo 2025
Dopo la presentazione alla stampa Estera a Roma nel marzo 2023 con il patrocinio morale delle Regioni Campania, Basilicata e Calabria l’Archeoclub allarga ancora i suoi orizzonti.
“La Strada Regia delle Calabrie – ci racconta Luca Esposito (Referente Archeoclub D’Italia Promozione Borghi Strada Regia delle Calabrie) – è diventata ora Itinerario Giubilare ed inoltre è anche raccontata sul sito del Ministero del Turismo.
Nel 2025, il percorso che va da Napoli a Reggio Calabria, sarà meta per tutti i pellegrini che vorranno incamminarsi lungo questi itinerari. Sono stati scelti diversi itinerari in Italia, ma nel Sud Italia è stata scelta la Strada Regia delle Calabrie. Un risultato davvero importante, possibile grazie all’attività di lavoro e di promozione messe in campo in particolare dalla sede Archeoclub D’Italia sede di Cava dei Tirreni. L’obiettivo del progetto è quello di far conoscere questo territorio molto prezioso e ricco ai pellegrini che raggiungeranno nel 2025 il nostro Paese.
Le stime parlano di oltre 6 milioni di persone con disabilità che arriveranno da ogni parte del mondo per il Giubileo, ma noi ci rivolgiamo a tutti offrendo la possibilità di conoscere una parte dell’Italia che spesso rimane in un alveo di invisibilità, perché magari sono aree interne, piccoli borghi, insomma, vogliamo anche restituire un protagonismo ai territori e alle persone che ci vivono, che sono i primi turisti e i primi artefici di questi progetti”.
La strada storica delle Calabrie è oggi percorribile in 14 giornate da Napoli a Castrovillari, nel parco nazionale del Pollino. Il punto di arrivo di ogni giornata coincide con i paesi in cui sorgevano le antiche stazioni di posta, luoghi di sosta e di ristoro in cui si effettuava il cambio dei cavalli.
La Strada Regia in Tour
La prima parte dell’itinerario sviluppato il 30 giugno si è concentrato sulle bellezze del territorio di Portici, città dal ricco patrimonio storico.
Il punto di partenza è stato il Museo della locomotiva di Pietrarsa, inizialmente soprannominato “Real opificio borbonico”, splendido esempio di archeologia industriale e sede delle antiche officine che realizzarono la prima ferrovia italiana: la Napoli-Portici.
Erano esattamente le ore 12:00 del 3 ottobre 1839, quando Ferdinando II di Borbone, penultimo monarca del Regno delle due Sicilie, inaugurò con tutto il suo seguito regale di ben 258 passeggeri, il primo treno a vapore che da Napoli in appena 9 minuti e mezzo, giunse fino alla stazione Granatello di Portici. Si tratta della famosa “Locomotiva Bayard” dal nome dell’ingegnere francese Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie, che aveva ottenuto la concessione per la realizzazione nel 1836 di un tratto fra Napoli e Nocera, con un ramo per Castellammare e il diritto di prolungamento per Salerno e Avellino e una linea transappenninica per Manfredonia. Insomma era la rivoluzione industriale borbonica nel pieno del suo apogeo. Oggi è possibile ammirare il suggestivo Museo Ferroviario di Pietrarsa attraverso contributi multimediali unici che reimmergono il visitatore nell’atmosfera ottocentesca pre-unità d’Italia.
Terminata questa visita accompagnati dagli aneddoti storici e letterari di Maria Teresa Colapietro dell’associazione culturale Ferdinando e Don Ippolito ci si incammina verso il III Miglio della Strada regia delle Calabrie tra affascinanti ville storiche come villa Savonarola, villa Angelina e villa Menna. Esse rientrano nel così detto “Miglio d’argento” (fratello “minore” del più blasonato “Miglio d’Oro” nel IV Miglio tra Ercolano e Torre del Greco) ovvero quel complesso di residenze storiche dei cortigiani del regno situate tra le Reali Officine di Pietrarsa e la Reggia borbonica di Portici.
Aggettante su piazza San Ciro, tra i luoghi più rappresentativi di Portici, spicca l’omonima Cattedrale dedicata a uno dei santi più venerati nella tradizione religiosa napoletana.
Da qui si snoda via Università, strada che attraversa una tra le zone a maggior concentrazione di edifici storici dell’intero itinerario. Palazzo Mascabruno, Palazzo Valle e il Convento di Sant’Antonio risalente al XIII secolo, sono solo il preambolo alla più importante attrazione culturale e architettonica della città: la Reggia di Portici.
“Costruita a cavallo del tracciato della strada delle Calabrie – spiega Alessandro Manna, presidente Associazione Siti Reali- si presenta in un contesto scenografico di grande impatto grazie anche al grande parco di 36 ettari insieme a un orto botanico che conta rarissime specie arboree. A lavori ultimati nel 1742 la Reggia di Portici divenne lo scrigno dei tesori che videro in quegli anni la luce con gli scavi a Pompei e Ercolano. La Reggia accolse reperti inestimabili con una delle raccolte più celebri, l’Herculanense Museum, inaugurato nel 1758 e sosta obbligata del Grand Tour. Nel corso dei secoli, quei reperti hanno cambiato casa più volte ed oggi possono essere ammirati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. “
Anche la Reggia ha cambiato padroni di casa e destinazione d’uso. Oggi accoglie il Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli Federico II, nonché lo splendido complesso museale MUSA. Grazie a questa nuova veste, la Reggia di Portici continua a fare cultura e ad accogliere visitatori da tutto il mondo.
Inaugurazione del 1° Info Point sulla Strada Regia
“A Portici, inaugurato il 12 luglio presso l’elegante location di Villa Fernandes, è nato il primo Info Point turistico dedicato alla Strada Regia delle Calabrie! Un traguardo importante per il rilancio culturale e turistico di tutti i paesi della fascia costiera vesuviana – ha affermato Matteo Imperato, Presidente della ProLoco di Portici – attraversati dall’antica strada borbonica. L’info point sorge all’interno di Villa Fernandes, una storica dimora liberty di inizio Novecento, confiscata alla camorra nel 1999 e riconvertita a luogo di incontro e aggregazione sociale. L’ufficio verrà gestito in totale autonomia dai giovani della nascente sede Pro Loco del Comune di Portici, in collaborazione con la sede nazionale di Archeoclub d’Italia”.
All’incontro di inaugurazione hanno preso parte, tra gli altri, Giovanpaolo Gaudino per Villa Fernandes, Franco Picarone, presidente della Commissione Bilancio in Regione Campania, il sindaco Cuomo, l’assessore alla Cultura Claudio Bevilacqua, Luca Esposito, referente del progetto di Archoclub d’Italia, Matteo Imperato, presidente della Proloco, e Pasquale Velotti, già Assessore al Turismo e referente del Comune di Portici per il Protocollo d’Intesa con Archeoclub.
“Come villa Fernandes promuoviamo le iniziative sane che si realizzano nel territorio”, ha sottolineato Antonio Capece direttore della Villa: “In questa occasione viene inaugurato uno sportello, che avrà sede in villa, di promozione delle attività turistiche del territorio oltre che promuovere il percorso che attraversa i comuni di Portici ed Ercolano dell’antica strada regia delle Calabrie”.
Ma questa non è che il primo passo di un cammino ancora tutto da scoprire. L’idea è infatti quella di proporre 4 tour iniziali (il 1° appunto è la tappa di Portici), nei luoghi più rappresentativi del percorso, dove approfondire la storia della Strada, dei luoghi e dei personaggi che l’hanno attraversata, attraverso nuove forme di racconto. I tour sono proposti da Archeoclub d’Italia in collaborazione con le proprie sedi locali, Associazioni, Pro-Loco, Tour Operators e tutte le realtà locali che hanno a cuore il proprio territorio, in un’ottica di turismo lento, culturale e sostenibile.
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