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La Strega del Vesuvio

Amelia, la Fattucchiera che ammalia. Chi non si ricorda di questo mitico personaggio dei fumetti di Topolino? La celebre strega papera fu inventata dal disegnatore americano Carl Barks e la sua prima apparizione fu nel dicembre 1961 su “Uncle Scrooge” n.36 nella storia “The Midas Touch, pubblicata in Italia con il titolo “Zio Paperone e la fattucchiera”. Ma qual è la particolarità di questa strega? Ebbene la magica Amelia vive in una piccola casa alle falde del Vesuvio, ha un marcato accento napoletano ed inoltre il suo ideatore l’ha immaginata non solo come una donna mediterranea, ma sicuramente prese ispirazione dalle magnifiche forme di Sofia Loren e Gina Lollobrigida, dando al tutto un tocco dark alla Morticia Addams.

Il Vesuvio, per la bella strega, è fondamentale; infatti dopo essere entrata in possesso del tocco di Mida, Amelia deve realizzare un potente talismano, che si può ottenere solo con la fusione delle monete degli uomini più ricchi del mondo all’interno di un paiolo da calare nella bocca del vulcano. L’unica moneta che le manca è la “Numero Uno”, la moneta di zio Paperone.

Possibile però che, oltre alle suggestioni che questa terra ha dato al creatore della storia, in realtà ci sia un fondo di verità?

La leggenda di una strega sul Vesuvio è molto antica e risale alla metà dell’Ottocento. La storia è stata tramandata oralmente e racconta una vicenda avvenuta in seguito all’eruzione del Vesuvio del 1858, durante la quale ci fu un’incredibile effusione di lava. Fu talmente grande la quantità di magma che fuoriuscì che si colmò un burrone, chiamato “il fosso grande”, il quale da quel momento divenne attraversabile a piedi.

Secondo la leggenda, dopo quell’eccezionale eruzione, i contadini e in generale gli abitanti di tutta la zona vesuviana iniziarono a sentire ogni notte un terribile urlo che non cessava mai. Un grido straziante che sembrava provenire da qualcuno che stesse patendo un enorme dolore.  Non potendo più sopportare questo rumore incessante, molti contadini decisero di unirsi e di andare in perlustrazione. Dopo ore ed ore di ricerca non raggiunsero alcun risultato, allora i contadini esasperati decisero di rivolgersi ad una leggendaria fattucchiera che viveva non molto lontano dai loro casolari: a Vecchia ‘e Mattavona.

Questa fattucchiera è in sostanza l’eroina di questa leggenda; la vecchia infatti ascoltò le disperate richieste degli uomini e con loro si recò sul fosso grande dove pronunciò parole arcane ed incomprensibili per debellare quello spaventoso urlo che ogni notte sconvolgeva tutti gli abitanti della zona. Dopo questo incantesimo della famosa fattucchiera, il terribile urlo cessò di tormentare le notti vesuviane.

Eppure questa nota fattucchiera è solo la più famosa di quelle dell’area vesuviana, però a quanto pare nel passato in quella zona era molto diffusa anche la cartomanzia e le fattucchiere la facevano da padrone. Una famosa è “A Ciaciona” di Ercolano , una delle più famose della tradizione stregonesca di Pugliano (altro nome di Ercolano) e poi ci sarebbe anche una vecchia di Torre del Greco, tale Donna Teresa dei Mastrojanni, le cui peripezie venivano raccontate dalle donne del paese. Secondo la tradizione erano comunque tutte dedite alla magia bianca.

In tempi recenti, analogamente a quanto successo per i fumetti di Topolino, un’altra strega del Vesuvio ha fatto la sua comparsa in un film d’animazione “Totò Sapore”. Un film tutto napoletano nel quale la magia si fonde con la realtà e con la storia dell’invenzione della pizza. In questo caso la strega del vulcano si chiama “Vesuvia” (nome inequivocabile) e vive nel cuore del monte, essendo essa stessa fatta di lava. A differenza però delle sue colleghe magiche, Vesuvia è tutto fuorchè dedita al bene.

E’ alquanto singolare come a Napoli ci sia questo forte legame tra il Vesuvio e la magia, ma noi sappiamo che in questa città la realtà si fonde costantemente con miti e leggende, e nulla toglie che forse sia proprio un pizzico di magia a rendere questa città unica nel suo genere.

Gaia Borrelli

Foto di Alessandro Genovese

 

 

Questa ed altre storie saranno esposte dal 4 al 18 Novembre al Pepi Vintage RooM, a Vico san Domenico maggiore 23.
Non mancate, vi aspettiamo!
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