Ladislao di Durazzo fu il re che provò a unire l’Italia sotto un’unica corona quattrocento anni prima del Risorgimento. Anche se gli ideali che lo mossero furono ben diversi da quelli che ispirarono i moti carbonari.
Lavoriamo con l’immaginazione, spesso inchiodata ai fatti del 1861: via i Savoia e via i Borbone. Via Garibaldi e via Mazzini. Non erano neanche nati.
Ci troviamo sul finire del Medioevo, sotto il regno di Re Ladislao di Durazzo, che riposa oggi nel mausoleo gigantesco nella chiesa di San Giovanni a Carbonara.
Ladislao di Durazzo, un re ambizioso e spietato
Correva l’anno 1399 e l’intero Sud Italia era sconvolto da lotte dinastiche, desiderose di riempire il vuoto creato dall’imminente crollo della dinastia angioina, divisa dallo scisma d’Occidente che creò Papi e Antipapi.
Fra le spade, il sangue e le lotte dei baroni di Puglia e di Calabria, emerse con ferocia e forza un giovanissimo Ladislao.
E, come oggi un giovane di 23 anni sogna di finire gli studi ed avere successo nella vita, Ladislao alla stessa età sognava di conquistare il mondo. O almeno l’Italia.
Giovane, ambizioso, pazzo e sfrontato: i suoi sogni erano più grandi del mondo in cui viveva, ma per lui questo non era importante. In qualche modo -pensava- sarebbe diventato l’imperatore più potente d’Europa partendo proprio dalla Napoli che si era conquistato in lunghe e complesse vicende politiche, traghettate verso il successo con maestria dal padre Carlo III.
Con il suo atteggiamento ribelle e sfrontato, trovò solo nemici sulla sua strada: odiato dai francesi, dal Papa e dall’Antipapa, da tutto il Nord italia e dagli stessi nobili napoletani, Ladislao non aveva problemi nell’infliggere lutti a chiunque si mettesse contro di lui.
I nemici interni erano infatti quelli che più lo preoccupavano e che agli angioini, quando giunsero a Napoli con Carlo, crearono numerosi problemi. Per non parlare dei guai che passerà Ferrante I d’Aragona qualche anno dopo!
La conquista dell’Italia: una guerra contro tutti
Zittiti tutti gli avversari nel regno, fra omicidi, accordi con il Papa e matrimoni fra famiglie alleate, Ladislao partì verso il suo sogno: lanciò l’esercito napoletano alla conquista dell’Italia intera. E cominciò marciando contro un suo alleato: il Papa.
Spazzò via in tre anni l’intero Stato Pontificio: i napoletani assediarono Roma e, nel 1408, la città fu espugnata dopo un primo assedio senza successo. Con un passo arrivò a Perugia e con un altro passo Ladislao di Durazzò arrivò a Talamone, al confine della Toscana.
Aut Caesar, aut nihil! (O Cesare o nulla!)
Il motto di Ladislao di Durazzo, poi ripreso da Cesare Borgia
Il Nord Italia già tremava e chiedeva aiuto a Luigi II d’Angiò, che scese dalla Francia per fermare Ladislao.
Firenze e Siena decisero quindi di creare la Lega, composta anche da Bologna e altre città del centro Italia, che provarono a rallentare l’avanzata impetuosa delle truppe del Regno di Napoli. Ci riuscirono, non senza gravissime perdite, portando il Re di Napoli a siglare una pace. Ma liberarono Roma nel 1410 e il Papa tornò sul trono di Pietro.
Rimanevano le truppe di Luigi II, che avanzavano verso Napoli. I francesi furono annientati e costretti alla ritirata, Roma fu invasa e saccheggiata e Firenze era l’ultima roccaforte libera dal controllo di Napoli prima di arrivare alle porte dei domini settentrionali.
Ad un passo dal sogno
Era il 1414 e Ladislao di Durazzo sentiva già sua la corona che lo avrebbe trasformato nel primo Re d’Italia: non esisteva nemico che non tremasse di fronte al suo sguardo e si diceva addirittura che non potesse essere ucciso da nessun uomo vivente.
Verissimo: non fu un uomo, ma una malattia a portare nella tomba Ladislao di Durazzi a soli 38 anni, proprio mentre stava partendo alla conquista di Firenze che, senza alleati, sembrava ormai prossima alla resa.
Napoli e l’intero suo regno caddero nel caos e, dopo di lui, il trono passò alla sorella, Giovanna d’Angiò. Mancava
Per vedere l’Italia unita, invece, bisognerà aspettare quattrocento anni e la futura capitale si chiamerà Torino. E Ladislao rimarrà come una piccola postilla sui libri di Storia.
Misteri sulla morte di Ladislao di Durazzo
La morte di Ladislao è proprio un mistero e ci sono due pensieri in merito:
la cronaca dell’epoca era convinta che fosse stato avvelenato dai suoi nemici fiorentini. D’altronde, era una morte strategica e misteriosa, proprio come quella di Alessandro Magno. Uccidere Ladislao significava liberarsi del nemico numero uno di mezza Italia.
Dall’altro lato, gli storici moderni imputano la morte alle abitudini sessuali del Re.
Ladislao era infatti solito perdersi nei riti sessuali più folli e dissoluti come nelle feste dell’antica Roma e, molto probabilmente, deve aver contratto una malattia proprio per le condizioni igieniche pessime dell’epoca.
-Federico Quagliuolo
Riferimenti:
Gio. Antonio Summonte, Historia della città e del Regno di Napoli, Antonio Bulifon, 1671
https://www.treccani.it/enciclopedia/ladislao-d-angio-durazzo-re-di-sicilia_(Dizionario-Biografico)/
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