I nomi delle strade di Napoli sono spesso strani e non se ne capisce l’origine. Vico Scalciccia è ad esempio davvero insolito. Se ci trovassimo lì, sarebbe naturale chiederci: chi ha dato il nome a questo posto? La storia di una città, d’altronde, passa attraverso le strade.
In alcuni casi è molto facile scoprirne l’origine: spesso le strade prendono il nome di una chiesa, dell’attività che ospitavano, di un monumento o di un personaggio storico nato lì.
Quindi sì, non avete sbagliato a leggere: Napoli ha un vicolo dedicato alla salsiccia e lo cita anche Salvatore Di Giacomo nella sua Nuova Guida di Napoli, nel 1913: “Vico Salciccia è uno dei pochi vicoli del Porto superstiti che riprendono ignoti aneddoti maccaronici, rozzi, popolani.”
“Con il Risanamento, infatti, il nuovo Re volle anche risanare la morale pubblica (non dimentichiamo che Di Giacomo spesso parlava a favore dei Savoia, ndr) e nel 1890 fu istituita una commissione composta dalle più brillanti menti di Napoli, presieduta da Bartolommeo Capasso con anche un giovanissimo Benedetto Croce. Tutto per cambiare i nomi delle strade di Napoli”
La commissione di toponomastica: quanti nomi cambiati!
Il compito di questi studiosi era difficilissimo: riscrivere la Storia, cambiare i nomi delle strade create prima del risanamento, oltre ad eliminare i nomi “poco dignitosi” per la nuova realtà borghese. Ecco che quindi l’antica Via Basile diventerà la nuova Via dei Mille, ecco che nascerà Piazza Divino Amore, Via Palepoli e quei tantissimi nomi dei quartieri borghesi che evocano momenti e personaggi storici della città di Napoli: fu la commissione che li decise a tavolino, in quel 1890 che dista ormai 130 anni.
Ci furono casi eclatanti e dichiaratamente politici, come Corso Maria Teresa rinominato in Corso Vittorio Emanuele. E ancora, la trasformazione di Piazza della pace, un luogo voluto da Ferdinando II, in Piazza dei martiri, la piazza antiborbonica per eccellenza.
Su tutti, però il più discusso fu sicuramente uno: il cambiamento del nome da Via Toledo a Via Roma.
Alcuni strani nomi delle strade di Napoli
Napoli poteva poi vantare anche un Vico Maria Monnezza (l’attuale Via Porta di Massa) e Vico Pidocchi (dalle parti del Buvero di Sant’Antonio), che, ahiloro, erano i nomi storpiati di Vico Maria Mondez e Vico Pitocchi.
Non furono fortunati come Vico Salciccia e furono rinominati in Via del Pozzo di Santa Sofia e Via di Santa Candida.
Per non parlare di Via Settimo Cielo alla Sanità, sopravvissuta addirittura fino agli anni ’60, poi sparita: ai tempi dei Borbone si chiamava Via Settimio Celio.
E fu proprio merito dei Borbone se tante altre strade conservano ancora oggi nomi antichissimi, che si perdono fra la magia ed avvenimenti storici: il primo ad introdurre una rudimentale segnaletica stradale fu infatti Ferdinando IV nel 1792.
Per giunta, Napoli fu la prima città d’Italia ad adottare un provvedimento del genere, seconda solo a Londra e Parigi. Il provvedimento del Re fu però molto grossolano: l’ordine fu quello di trascrivere su delle targhe i nomi utilizzati dal popolo per le singole strade, compresi i nomi strani ed anche quelli offensivi.
Quanti nomi strani!
Così torniamo al nostro Vico Salciccia, tanto insignificante da essere dimenticato durante le cancellazioni il Risanamento, tanto importante da ricordare un passato che non parla di re, regine, nobili e condottieri, ma che testimonia la vita di sudditi, uomini senza nome che vissero nel passato per consegnare le loro case ai cittadini del presente: quante vite si possono cancellare dalla memoria di una città quando si cambia il nome ad una strada?
E allora, quando camminerete per i vicoli di Napoli, alzate sempre gli occhi e leggete i nomi delle strade: quanta storia e quanti intrighi si nascondono dietro una scalciccia!
-Federico Quagliuolo
Riferimenti:
Gino Doria, Le strade di Napoli
Gianni Infusino, Le Nuove strade di Napoli
P.S.
Scalciccia o Salciccia? Da dove è uscita questa C che cent’anni fa non c’era? Ce lo ha spiegato un nostro fan:
La “scalciccia” è quanto ottenuto dall’operazione dello scalco, cioè il macellaio (il toponimo relativo “chianche” è famosissimo). La salsiccia (che io personalmente faccio derivare proprio da “scalciccia”) è formata proprio da quell’intruglio di carni che vengono insaccate. Quindi potremmo dire alla fine che in qualche modo il vico è dedicato… alla salsiccia.
Insomma, probabilmente, nella volontà di effettuare una correzione nel toponimo, è stato storpiato l’originale nome usato dal popolo.
Il motivo per cui proprio quel vicoletto si chiama Salciccia, invece, rimarrà nel mistero e solo la nostra fantasia saprà dare una risposta. Un po’ come Vico Fritture, Vico Scarpariello ed altri nomi antichi di strade che oggi non esistono più.
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