Castel Dell'Ovo uovo Diana Damiani disegno

Conosciamo sul serio la vera leggenda del Castel dell’Ovo?
Tutti sanno infatti che, in una camera segreta del Castello, è custodito un uovo nascosto da Virgilio.
Se qualcuno dovesse scoprirlo e romperlo, Napoli conoscerebbe la sua rovina: l’ uovo sarebbe stato posto in una caraffa di vetro piena d’acqua, protetta da una gabbia di ferro a sua volta appesa ad una trave di quercia: se “La spada di Damocle” è una espressione famosa, per Napoli si potrebbe parlare dell’ “Uovo di Megaride”.

Molti uomini hanno dedicato la propria vita alla ricerca di questo manufatto magico, ma nessuno è mai riuscito a trovarlo.
La leggenda fu presa così sul serio dal popolo napoletano che, quando nel XIV secolo il castello subì gravi danni, per evitare che tra la popolazione si diffondesse la paura di successive catastrofi, la regina Giovanna I dovette giurare pubblicamente di aver sostituito l’uovo per evitare rivolte!

Va quindi smontata ogni certezza: l’uovo non esiste.
Molti testi di alchimia e studio di scienze proibite, infatti, dicono che “uovo” è il riferimento di “Atanòr“, un oggetto di origine alchemica capace di trasformare ogni materia in metallo prezioso.
La verità sulla reale identità dell’uovo, però, è andata persa: le pergamene e gli studi di Virgilio furono rubati dalla sua tomba da un medico inglese durante l’assedio di Ruggiero il Normanno e da allora non si è mai saputo più nulla su questo tesoro dal valore inestimabile.

La stanza in cui si trova l’uovo, secondo altre fonti, si identifica con lo stesso ipogeo nel quale dovrebbe essere sepolta la sirena Partenope. E qui il mistero si infittisce ancora di più: leggende greche, romane, cristiane e storie di esoterismo ed alchimia si intrecciano in modo inestricabile e pericoloso.

Probabilmente nessuno riuscirà mai a scoprire la verità, anche se in passato qualcuno pensò follemente di abbattere il castello e l’intero isolotto di Megaride. 

Siamo sicuri di voler realmente trovare quest’oggetto? Probabilmente neanche un miracolo di San Gennaro potrebbe salvarci!

Disegno di Diana Damiani
Storia di Federico Quagliuolo
Acquerello su carta.

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