tempesta mare

E’ una domenica pomeriggio, di quelle piovose, buie, tristi. Ma non è triste perché piove, anzi, ho sempre amato la pioggia: è triste perché la mia casa è vuota. Non ci sei tu e questo non può trovare consolazione. La casa che prima amavo ora è un luogo a me nemico, perché in ogni momento mi fa ricordare te. Un’ atmosfera troppo pesante, allora esco. Piove violentemente e il freddo è pungente ma mai quanto dentro di me: qui c’è il gelo. Mi dirigo a Via Caracciolo dove mi portavi ogni domenica pomeriggio per passeggiare e prendere un gelato; è sempre stato un luogo perfetto per pensare. Mi siedo sul muretto e guardo il mare: è tempestoso, dello stesso grigio cupo del cielo. Le onde alte si infrangono sugli scogli, aggiungendosi alle gocce di pioggia che già provvedono a bagnarmi. Il forte rumore del mare fa da sottofondo ai boati dei tuoni e allo scroscio insistente del diluvio. E’ tutta un’ indistinta massa grigia, squarciata periodicamente dal bagliore dei fulmini che illuminano tutto il golfo di Napoli. A questo violento spettacolo della natura, si oppongono la quiete e il silenzio della strada deserta. Da piccola mi arrabbiavo quando mi dicevi che non potevo farlo, che dovevo ripararmi dalla pioggia e diffidare del mare in tempesta; ti rinfacciavo che tu da giovane lo facevi. Ultimamente mi sono chiesta se questo lo ricordavi, visto che poi hai iniziato a dimenticare anche il mio nome. Da giovane ti immagino come me: seduta sul muretto con le gambe penzoloni dal lato degli scogli, immobile mentre fissi questo scenario. Il tempo passa e la pioggia sta diminuendo, le prime persone iniziano ad uscire timidamente dalle loro abitazioni. Mi giro a guardarle e nel voltarmi noto un’ insegna strampalata ma familiare: il bar dove mi portavi a prendere il gelato! Entrando, noto con piacere che nulla è cambiato. “Gelato al cioccolato fondente” chiedo, come piaceva a noi. Mangiando esco dal bar e noto che ha smesso di piovere: si iniziano a intravedere squarci di sole tra le nuvole ormai rade, il mare è un po’ più calmo.

Assorta nei miei pensieri e nei ricordi proseguo la passeggiata e mi ritornano in mente le nostre “avventure”, le abitudini in comune, i tanti lati del mio carattere che sono uguali al tuo.  Guado di nuovo il mar: è più calmo, il fa capolino tra le nuvole, il caldo aumenta e la soffusa luce solare del tramonto si spande per tutto il golfo, generando riflessi incantevoli sul mare e nel cielo. Ma il sole è tornato anche nel mio cuore, perché finalmente ho capito: avendo tante cose in comune con te, come il carattere, i ricordi, le abitudini e persino il tic  delle mani, è come se ti portassi dentro. Sono maggiormente consapevole che vivrai ancora grazie a tutti gli insegnamenti che mi hai dato, e questi mi accompagneranno e aiuteranno per tutta la vita.

Guardo il panorama che entrambe amiamo e che ci lega indissolubilmente: ora sono pronta a dirti “Addio, Angelo mio”.

-Roberta De Masi

Foto di Federico Quagliuolo

 

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