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Sambuca: il suo inventore era napoletano!

sambuca

Questa storia ci è stata inviata dal nostro fan Salvatore Mosca!

Tutto nacque dalla cassetta di un acquavitaro

Nel XVII secolo, in pieno dominio borbonico, l’industria del regno avanzava con ritmo serrato. Il settore dei liquori prese piede e, grazie alle influenze straniere (come quelle inglesi), si affinavano le tecniche di produzione e la qualità.

Iniziarono a nascere vere e proprie aziende che producevano prodotti di grande fama come la China del dottor Pisanti, farmacista napoletano che brevettò una ricetta contenente un estratto di corteccia di china.

Si diceva che questa pianta facesse bene all’apparato digestivo, ma con il tempo si era trasformata da ‘elisir’ ad  aperitivo e bevanda da consumare per le strade, comprandola dalle cassette degli acquavitari o sorseggiandola nelle cristalliere delle famiglie del regno. Ai giorni nostri è possibile visitare lo stabilimento della Sambuca, ancora in attività, situato a Ottaviano.

Un’altra famosa azienda è la distilleria Amato che produceva liquori sin dal 1881: essa distillava con alambicchi a bagnomaria acqueviti, rosoli e altri bibite per le cassette degli acquavitari.

Ma il produttore di liquori che ebbe maggior successo fu un acquavitaro di nome Luigi Manzi che nel 1851, sull’isola di Ischia, decise di perfezionare la sua “sambuchella”, un liquore a base di anice e cumino molto apprezzato dai suoi concittadini.

E’ bene precisare che l’origine della denominazione ci è stata tramandata dallo stesso inventore  il quale, verso la metà dello scorso secolo, in una lettera scriveva: “Produco un’anisetta fina che fà ottimamente allo stomaco dopo il pasto [chiamata Sambuca] per via dei sambuchelli, gli acquaioli delle parti mie [Napoli e l’isola d’Ischia] che vanno né campi a dissetare i contadini recando loro acqua e anice”

La Sambuca è una bevanda che ancora oggi trova spazio in tutto il mondo, come liquore o nei nuovi cocktails, antenati delle storiche ‘ammiscanze’ come ‘l’acqua e zammù’ , un drink composto da acqua, liquore all’anice, limone o mandarini.

Anche una famiglia di origini austriache decise di iniziare a produrre birra a Napoli. La famiglia Calfish creò la prima fabbrica di birra nel Regno e, successivamente, furono i primi ad aprire una birreria.

Grazie al successo economico ottenuto, le birrerie diventarono circa dieci e l’industria dove producevano, nonostante lo strepitoso successo, venne purtroppo acquisita da un noto marchio odierno che decise di chiudere sia l’industria sia i punti vendita per trasferire la produzione altrove.

È bello sapere che quello che oggi il mondo conosce come un prodotto tipico italiano, in realtà nacque a Napoli!

Vorrei lasciarvi con la ricetta della nuova ‘ammiscanza di acqua e zammù’:

Bisogna mescolare acqua gassata, liquore all’anice (Sambuca), scorza di limone e  scorza di mandarino!

L’immagine è stata presa da internet.

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  1. Avatar Federico Scalingi
    Federico Scalingi

    Grazie per quello che fate.Non si devono perdere le nostre millenarie ed uniche memorie di un popolo e di una città unica al mondo

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