Il miracolo “sbagliato” di San Gennaro Un fa da narratore a questa storia: un quadro ignoto, che oramai appartiene alla Cappella di San Gennaro e più volte restaurato nel corso degli anni. Ma tale quadro non è affatto rilevante per il suo lato artistico, è altro quello che ci interessa, è la storia che è nascosta nella trama della sua tela, fra quei colori caldi. Chi di voi ha mai visto questo quadro conosce già lo scenario che offre: un sacerdote che mostra le ampolle sacre del sangue di San Gennaro ai fedeli..ma fra quei fedeli vi sono anche alcuni ufficiali armati dell’esercito francese, fra cui il generale Championnet. Noi tutti ben sappiamo quanto il nostro popolo sia legato al miracolo di San Gennaro, quanto desideri il giorno del suo santo patrono e quanto, soprattutto, si preghi affinchè il sangue si sciolga, di anno in anno. Quell’anno, però, la situazione era ben diversa, l’aria di Napoli non era affatto festosa, ma triste e cupa. I francesi, infatti, avevano invaso i territori napoletani ed i cittadini, non sapendo come comportarsi, speravano in una non liquefazione delsangue come segno divino: il segnale dopo il quale scatenare la guerra contro gli invasori stranieri. san-gennaro-francesiMa ahimè, San Gennaro non ascoltò le bizzarre “preghiere al contrario” del suo popolo e il sangue si sciolse anche quell’anno..ma con un elemento in più. Infatti, i soldati francesi capitanati dal generale Championnet si recarono in pompa magna nella Basilica proprio per assistere al miracolo e così attestare la loro presenza in quei territori con una sorta di benedizione dall’alto. La Basilica era spaccata in due: tutti gridavano al miracolo, ma un miracolo differente a seconda del proprio interesse. Il sangue quell’anno non si sciolse subito, ma alla fine cedette e si sciolse. Questo bastò a far considerare San Gennaro come “l’amico dei giacobini e a mandare su tutte le furie i napoletani. Tutte le immagini sacre del Santo furono sfregiate, le statue distrutte, gettate nelle profonde acque. Insomma, San Gennaro fu ripudiato dal popolo napoletano che, però, devoto com’era alla religione, si mise subito in cerca di un nuovo patrono. E fu così che, dal 1799 al 1814, Sant’Antonio di Padova divenne il nuovo protettore di Napoli. Napoli sembrava innamorata del suo nuovo patrono, ma questa era una storia destinata a morire: dopo qualche anno, infatti, vi fu un’eruzione del Vesuvio e numerose furono le preghiere rivolte a Sant’Antonio per far cessare la disgrazia, ma già alcuni malcontenti serpeggiavano per la città. Le preghiere dei napoletani non bastavano e molti si pentirono di aver spodestato il loro amato San Gennaro, ma nessuno sapeva cosa fare! Si racconta che, allora, fu un vecchio pescatore a prendere l’iniziativa per risolvere la situazione: questi, infatti, si tuffò sprezzante del pericolo in mare, per recuperare la statua di San Gennaro. La statua fu subito adorata, portata in processione e lì si compì il miracolo! Durante la processione, infatti, si narra, che la statua abbia preso vita e con un sol gesto della mano abbia fatto in modo da fermare la lava…ed affermarsi così, nuovamente, a pieno titolo nel cuore di tutti i napoletani. Ed ecco che una folla festante portò, nuovamente, la statua del suo Santo Patrono nel posto che gli era stato destinato da sempre.. e sempre gli sarà destinato.   -Cristina Bianco

Diventa un sostenitore!

Storie di Napoli è il più grande ed autorevole sito web di promozione della regione Campania. È gestito in totale autonomia da giovani professionisti del territorio: contribuisci anche tu alla crescita del progetto. Per te, con un piccolo contributo, ci saranno numerosissimi vantaggi: tessera di Storie Campane, libri e magazine gratis e inviti ad eventi esclusivi!

  1. Avatar Danilo Balestrieri

    io avevo letto invece che fu eleonora pimentel fonseca a dichiarare lo scioglimento del sangue,senza che questi in realtà fosse avvenuto sul serio…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *