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1) Che fine ha fatto la statua di Nicola Amore, dopo il 1938?
2) E’ vero che Matilde Serao ha definito quel sindaco: “Il migliore che Napoli abbia mai avuto”?
3) la società napoletana di oggi, ritiene che Nicola Amore debba continuare ad avere intitolata a sé una piazza, nonostante sia stato il responsabile della Strage di Pietrarsa, il 6 agosto 1863? Si ricordano brevemente i fatti: di fronte all’ennesimo sopruso del nuovo proprietario del Reale Opificio di Pietrarsa, tale sig. Bozza, qualcuno fece suonare la campana della fabbrica. Alcune centinaia di operai, abbandonato il posto di lavoro, si radunarono nel cortile, lanciando urla e parole di disapprovazione. Spaventato, il padrone si precipitò a richiedere l’intervento dei bersaglieri di stanza a Portici. I militari erano convinti che quelle persone fossero briganti, perciò quando arrivarono davanti allo stabilimento caricarono, baionetta in canna, menando fendenti e sparando ad altezza d’uomo. In quel caldo pomeriggio d’agosto, morirono 4 operai, mentre altri 20 furono feriti. Particolare macabro: molti dei morti e dei feriti furono colpiti alla schiena o alla nuca, mentre cercavano di mettersi in salvo. La responsabilità diretta della strage era del questore di Napoli: Nicola Amore. Costui, però, invece d’essere sollevato dall’incarico e sottoposto a processo come avrebbe meritato, fu così apprezzato dai Piemontesi da fare una rapida carriera: direttore di Pubblica Sicurezza, poi sindaco di Napoli e, infine, senatore del Regno. Mentre a costui è stata dedicata una piazza a Napoli, nessuno ricorda i nomi di quei quattro operai che a Pietrarsa persero la vita: Luigi Fabbricini, Aniello Marino, Aniello Olivieri e Domenico Del Grosso. Furono uccisi non in quanto briganti, ma solo perché difendevano un diritto sacrosanto dei lavoratori: quello al posto di lavoro.
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