Se in Spagna chiedete al fornaio di preparare una “napolitana” (o “napolitano“, oppure ancora “pan napolitano“, dato che in alcuni luoghi conosciuto anche al maschile), molto probabilmente rimarrete sorpresi nello scoprire che vi porterà un dolce bizzarro a metà fra il pangocciole e lo strudel. Oppure, in alcune zone della penisola iberica, potrete assaggiare un piatto salato dall’aspetto e dal sapore molto simile alla nostra Parigina.
La ragione dietro quest’enorme varietà di prodotti che assume il nome di Napoli, però, nessuno la conosce con certezza.
Pane, cioccolato e i fornai di Napoli
L’origine delle “napolitanas“, fra le tante teorie che circolano, potrebbe essere legata proprio alla storica tradizione dolciaria e di panificazione napoletana. Anche in Spagna, infatti, erano estremamente stimati i fornai provenienti dal capoluogo del Vicereame.
La ricetta è abbastanza semplice: si tratta di pasta sfoglia lucidata con una pennellata d’uovo che, dopo essere stata cotta, viene farcita con crema pasticciera, cioccolato o crema di mele.
Così, un po’ come è accaduto per le nocciole, che dalla città di Avella sono diventate in Spagnolo le “avellanas“, così probabilmente il dolce ha assunto il nome di “napoletani” per indicare l’origine dei fornai che lo producevano.
Paradossalmente, in Italia il dolce è riconoscibile con il nome francese di “pain au chocolat“. Che fu inventato nel 1830 da un pasticciere austriaco a Parigi. I fornai nostrani, poi, hanno trasformato la ricetta nel pangocciole, nel saccottino e in altri prodotti da forno farciti con il cioccolato.
C’è poi un’altra teoria che si ricollega al primo documento storico in cui i “napolitanos” sono stati menzionati. Si tratta di un poema volgare e satirico del 16° secolo, la Carajicomedia, che nel capitolo 34 parla di una “napolitana molto conosciuta e molto grossa“. Probabilmente il verso si riferisce a Isabella I di Castiglia, la regina della Reconquista e della scoperta delle Americhe, che assunse anche il titolo di Regina di Napoli.
Un strano casatiello o una parigina?
Nel mondo delle napolitanas salate, la fantasia spagnola prende il potere.
Alcune fornerie iberiche chiamano infatti “pane napoletano” i panini farciti con salumi e formaggio a cubetti, dall’aspetto simile al nostro casatiello, ma dalla ricetta identica a quella dei panini napoletani (ricetta). Fin qui, insomma, nulla da obiettare.
I prodotti che sorprenderanno gli occhi partenopei, invece, sono i “pan napolitano” con pomodoro, formaggio e prosciutto. Praticamente le nostre parigine, ma con la forma di cornetti (ricetta).
Anche qui, parlando di nomi, c’è un riferimento alla Francia, ma non si tratta di un prodotto proprio francese: la “parigina“, infatti, è un rustico tipico della cucina napoletana realizzato nel XIX secolo da uno chef di corte, con la pasta sfoglia di origine francese. Una delle tante teorie sull’origine del nome lo lega alla storpiatura di “p’ ‘a riggina“, dato che questo rustico era particolarmente amato dalla regina Maria Carolina.
-Federico Quagliuolo
-Grazie a Giuseppe D’Angelo di Pizza Dixit per averci suggerito questa storia!
Riferimenti:
https://www.pastinata.com/es-la-napolitana-de-napoles/
https://www.recetasdesbieta.com/napolitanas-chocolate-buenisimas-muchos-trucos-pain-au-chocolat/
https://www.lucianopignataro.it/a/napoli-ricetta-parigina-pizza/140683/
Curiosità (in spagnolo):
https://www.lavanguardia.com/comer/al-dia/20180530/443946501922/napolitana-chocolate-debate-parlamento-francia.html
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