Non tutti i sarchiaponi sono cattivi.
Quando diciamo a qualcuno che è un “sarchiapone“, di solito, non stiamo facendo un complimento. Solitamente si dice in presenza di una persona goffa e un po’ stupida, oppure quando si parla di un oggetto grosso e inutile o un cibo talmente pesante da diventare indigesto. In altri casi, invece, si usa per indicare una persona molto buona e troppo ingenua.
C’è anche un sarchiapone buono: si tratta di una bevanda semplicissima fatta di acqua, ghiaccio e limone. Era la specialità degli acquafrescai ed è la cosa più bella che possa capitare durante un’estate afosa.
Attenzione: non confondiamolo con il Sarchiapone di Atrani, che è una zucca ripiena. Che confusione!
Sappiamo solo che se si si beve è buono
Fra le tantissime etimologie del sarchiapone, non c’è nessuna certezza e tantissime ricostruzioni fantasiose. Nemmeno il dizionario etimologico della Utet riesce a dare una spiegazione, lasciando la parola in pasto all’immaginario popolare. L’unica certezza è che la parola è apparsa per la prima volta ne “lo cunto de li cunti” di Basile e, pochi anni dopo, compare come uno dei personaggi principali della Cantata dei Pastori del 1698. Fu anche il nome di un cavallo citato da Totò in una poesia dal tono tristissimo e diventò famoso in uno sketch del veronese Walter Chiari nel 1958.
Per trovarlo nell’ambito delle bevande dobbiamo spolverare una leggenda metropolitana dei primi del ‘900: pare che un chiosco di Piazza Carlo III abbia deciso di dare questo nome ad un digestivo già conosciuto da tutti gli acquafrescai napoletani, volgarmente famoso come “sciacquapanza“.
Il digestivo si beve così: dopo aver riempito un bicchierino con acqua frizzante e limone, si mette un cucchiaino con mezza punta di bicarbonato. Di lì, si deve bere immediatamente mentre produce le bollicine.
Il nostro mitico acquafrescaio, però, ne sapeva una più del diavolo. E voleva creare una nuova ricetta da bere con meno fretta e che, secondo lui, era talmente potente da far passare l’indigestione anche a chi aveva mangiato un “sarchiapone“.
In realtà non si sa nemmeno quale sia la ricetta originale. Ogni bar e ogni acquafrescaio della Campania, quando gli verrà chiesto un sarchiapone, proporrà una diversa soluzione di acqua, ghiaccio, limone e bicarbonato: c’è infatti chi realizza un drink con acqua frizzante e granita di limone e chi è più ortodosso e prepara la classica bevanda di acqua, bicarbonato e limone, che tanti anni fa aveva come ingrediente speciale l’acqua delle Mummarelle ed era una orgogliosa esclusiva di Santa Lucia. Altri, infine, preparano una limonata con granita.
Anche se le ricette sono completamente diverse fra loro, le soluzioni sono superefficaci contro la calura estiva.
Effetti benefici del Sarchiapone
L’unica certezza è che si tratta di una soluzione dissetante, con zero calorie e eccellente sotto il punto di vista nutrizionale, dato che l’acqua aromatizzata al limone reintegra i sali minerali e lascia una sensazione di soddisfazione sul palato assetato. Il bicarbonato, se aggiunto, ha un effetto digestivo. Ma attenzione alle bollicine, che si rovesciano subito sui vestiti!
L’acqua e limone ha anche indubbi effetti benefici sull’organismo: purifica il corpo dalle tossine, aiuta il processo digestivo ed è un disintossicante naturale. C’è anche chi afferma che sia un buon rimedio per stimolare la perdita di peso. Ovviamente assumendo la bevanda senza esagerazioni.
La versione siciliana
La Sicilia ha fatto delle bevande dissetanti un’arte e, in tutti i chioschi dell’isola, si vende una soluzione molto simile a quella napoletana: “sale, limone e seltz”, a volte venduto anche nella variante leggermente più dolce con la limetta (o lime).
La preparazione è elementare e, dopo aver mischiato 1/5 di succo di limone all’acqua di Selz, bisogna agitare la bevanda usando un cucchiaio con una punta di sale.
-Federico Quagliuolo
Riferimenti:
http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/domande_e_risposte/lessico/lessico_007.html
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