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Sarà in mostra dal 15 settembre al 31 maggio 2021 la casa dell’attivista Rosa Parks nel cortile d’Onore del Palazzo Reale di Napoli. Ingresso libero per chi vuole visitare il rifugio della donna che diventò il simbolo del movimento per i diritti civili. Il messaggio di Rosa Parks è arrivato oltre oceano e per la prima volta il suo ricordo si materializza nel cuore di Napoli.

La storia di Rosa Parks

Era il 1955 a Montgomery, in Alabama, quando la vita di Rosa Praks cambiò per sempre. Dopo un’intensa giornata di lavoro come sarta salì sul bus che finalmente la avrebbe ripotata a casa. Erano gli anni della segregazione razziale imposta dalla legge, i neri potevano sedersi sugli autobus in un certo settore di posti solo se non c’erano bianchi in piedi. La Parks occupò l’unico posto libero in questo settore. Dopo qualche fermata salì un bianco, ma quando venne invitata ad alzarsi per cedergli il posto, oppose un educato ma deciso rifiuto. Rosa Parks venne arrestata, ma il suo gesto diede inizio al boicottaggio dei mezzi di trasporto nella città di Montgomery. Divenuta leader del movimento per i diritti civili, subì insieme alla sua famiglia numerose minacce. Per mettersi al sicuro si rifugiò così in un’umile casa in un quartiere afroamericano della periferia di Detroit.

La casa a Detroit

Alla morte di Rosa Parks la casa a Detroit passò di proprietà in proprietà finché non venne abbandonata. Anni dopo venne annoverata tra le case da demolire della zona a causa delle condizioni di degrado del quartiere ormai malfamato. Iniziò così un progetto per salvare la struttura che sarebbe stata incredibilmente destinata a percorrere lunghi viaggi per portare il messaggio della sua vecchia ospite. Al prezzo di soli 500 dollari la nipote di Rosa Parks decise di acquistare l’edificio per salvarlo dalla demolizione e poi donarlo a Ryan Mendonza, un pittore e artista statunitense. L’obiettivo del nuovo proprietario era riconferire a quella dimora l’importanza storica che gli spettava, ma la sua impresa risultò più difficile del previsto. Trasformare la casa ormai in rovina di Rosa Parks in un luogo di ritrovo era impossibile in quella zona degradata e compromessa. Ma non si perse d’animo e decise di smontare l’edificio pezzo per pezzo e portarlo in Europa nel suo studio di Berlino.

La nipote di Rosa Parks e Ryan Mendonza

Almost Home – The Rosa Parks House Project

In Germania la struttura venne aperta al pubblico, al suo interno fu quotidianamente messa in scena una performance sonora che includeva un’intervista radiofonica rilasciata dalla Parks proprio dalla sua abitazione. Nasce così “Almost Home – The Rosa Parks House Project”, il progetto di una casa comune ma con una storia che doveva esser ricordata. “Quasi a casa”, un titolo nostalgico e che lascia trasparire l’intento di Medonza: portare la struttura in giro per il mondo prima di farla tornare nella sua terra d’origine: Montgomery. Oggi uno dei sogni dell’artista si realizza: portare la casa di Rosa Parks in Italia per trasmettere un messaggio anti-razzista. “Ho trascorso 15 anni a Napoli (Nea-polis, la nuova città), è la vera New York” Così ha descritto la città partenopea a cui è stato sempre legato.

The Rosa Parks House Project

L’esposizione a Napoli è un progetto promosso dalla Fondazione Morra Greco con il stostegno della Regione Campania. Si dà luogo a una mostra di forte impatto in un momento storico importante, che vede in America la protesta Black Lives Matter. Durante la visita vi è un omaggio a George Floyd: viene riprodotta una colonna sonora intitolata 8:46, il tempo che Floyd ha trascorso in agonia sotto il ginocchio del poliziotto.

Tra passato e presente il messaggio di cui Ryan Mendonza si è fatto portatore si fa così ancora più forte. Ci sono cose (o case) a cui, semplicemente, va data voce.

Laura d’Avossa

foto dal web

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