Torelli
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La più rilevante testata giornalistica italiana, il Corriere della Sera, deve i suoi natali ad un’idea del napoletano Eugenio Torelli Viollier.

Chi era Eugenio Torelli Viollier?

La storia personale di Eugenio Torelli Viollier si intreccia con gli eventi del suo tempo. Nato a Napoli dal giurista Francesco Torelli e dalla sua seconda moglie Josephine Viollier nel 1842, resta orfano di padre ad 8 anni e di madre a 14.

Fu sua sorella maggiore, Luisa, nata da un precedente matrimonio del padre, a prendersi cura di lui e degli altri fratellastri: Carlo e Giovanni Battista.

La famiglia Torelli aveva da sempre avuto un’ispirazione liberale, pur rimanendo fedele al Regno delle Due Sicilie. Tranne Eugenio che, come vedremo, pur credendo nel Risorgimento ne rimase deluso dalle derive.

Quando infatti fu assunto come impiegato presso il Parlamento dopo il ripristino delle istituzioni di Francesco II di Borbone nel 1860, pur essendo napoletano Torelli decise di unirsi ai garibaldini e pur non combattendo contribuì alla nascita dell‘Unità d’Italia, esattamente come Raffaele Conforti.

L’ingresso trionfale di Garibaldi a Napoli fu dovuto anche (e sopratutto) da moltissimi cittadini come Torelli che spingevano per l’Unità

Continuò a lavorare presso i ministeri come impiegato finché non ebbe notizia della nascita de l’ “Indipendente“, testata molto vicina ai sostenitori garibaldini e diretta da Alexandre Dumas padre. Gli articoli erano scritti in francese e poi tradotti, non senza errori, così Torelli, essendo bilingue grazie alla madre, decise di entrare nell’organico come traduttore.

Nonostante la contrarietà di sua sorella Luisa, che lo intimava di non lasciare il posto al ministero, Eugenio riuscì a esercitare contemporaneamente entrambe le professioni, rinunciando completamente al tempo libero.

Dopo aver ottenuto la fiducia di Dumas lo seguì a Parigi e si auto definì “il suo assistente personale”. Il suo cursus honorum per la carriera giornalistica però era appena iniziato.

Il primo “maestro” di Torelli fu l’autore francese Alexandre Dumas padre

Qualche anno più tardi infatti l’editore milanese Edoardo Sozogno, conosciuto nella capitale francese, decise di offrirgli la direzione del periodico illustrato “L’illustrazione Universale“.

I primi anni a Milano non furono particolarmente fortunati dal momento che in poco tempo i giornali presso cui era caporedattore vennero chiusi. Successivamente collaborò con “Il Secolo” e “Il Gazzettino Rosa” di Felice Cavallotti.

Ben presto però i rapporti si incrinarono per questioni ideologiche e politiche, tra Cavallotti e Torelli molte questioni finirono in tribunale e addirittura il poeta milanese sfidò a duello il cronista napoletano, salvo poi non presentarsi e mandando uno spadaccino al suo posto.

Torelli Viollier iniziò dunque a lavorare presso “Il Corriere di Milano” dei fratelli Treves prima e per “La Lombardia” poi.

Il contesto italiano

Come già detto, Eugenio Torelli Viollier è perfettamente un uomo del suo tempo e le sue scelte di vita si intersecano con le vicende d’Italia. Prima la sua adesione ai garibaldini mentre era dipendente diretto della macchina burocratica dei Borbone, poi il suo abbandono di alcune testate perché prendevano una piega “mazziniana” e antimonarchica, fino alle elezioni del 1874.

Nel 1874 il Paese si spaccò in due di nuovo: al Nord vinse la Destra, al Sud la Sinistra. Oltretutto mentre nel Centro Nord era presente una forte componente reazionaria, nel Meridione la “Questione meridionale” aveva portato in casi più estremi al fenomeno del brigantaggio. Allora, come oggi, una polarizzazione così ampia dell’Italia e degli Italiani avrebbe potuto portare a conseguenze catastrofiche per la Nazione.

Sottotraccia il re sabaudo Vittorio Emanuele II stava compiendo un’operazione particolare grazie all’aiuto di molti borghesi, industriali e dirigenti della Sinistra: una manovra di confronto interno dei due poli che avrebbe condotto poi al trasformismo. Un fenomeno che portava al dialogo le diverse anime politiche ponendo in essere come finalità il pragmatismo prima dei valori.

Nasce il Corriere della Sera

Come in ogni stagione politica le istanze dei cittadini non sempre vengono intercettate in un’area o nell’altra, per placare gli animi e per inserire un nuovo modo di pensiero inizia a nascere un’esigenza di moderazione dei toni e dei contenuti.

Un filone ideologico invade internamente il Paese che Torelli riesce ad interpretare e a plasmare: il moderatismo, una corrente che mantiene una base valoriale di Destra ma che si pone come interlocutore con la Sinistra, con la quale si confronta su molti temi.

Fu con questo espediente che Eugenio Torelli Viollier, insieme all’editore Riccardo Pavesi fondano nel 1876 “Il Corriere della Sera“.

Nel suo primo editoriale del nuovo Torelli scrisse:

«Pubblico, vogliamo parlarci chiaro. In diciassette anni di regime libero tu hai imparato di molte cose. Oramai non ti lasci gabbare dalle frasi. Sai leggere fra le righe e conosci il valore delle gonfie dichiarazioni e delle declamazioni solenni d’altri tempi. La tua educazione politica è matura. L’arguzia, l’esprit ti affascina ancora, ma l’enfasi ti lascia freddo e la violenza ti dà fastidio. Vuoi che si dica pane al pane e non si faccia un trave d’una fessura. Sai che un fatto è un fatto ed una parola non è che una parola, e sai che in politica, più che nelle altre cose di questo mondo, dalla parola al fatto, come dice il proverbio, v’ha un gran tratto. Noi dunque lasciamo da parte la rettorica e veniamo a parlarti chiaro».

Ancora oggi i rapporti tra informazione, politica ed editoria sono strettamente legati e le parole del giornalista sembrano più che mai attuali.

Eugenio Torelli Viollier, cofondatore del Corriere della Sera e precursore dei moderati italiani

Il triste epilogo della vita di Eugenio Torelli Viollier

Stabilizzatosi a Milano, si sposò con Maria Antonietta Torrianni, la quale si diceva avesse avuto una relazione amorosa con Giosuè Carducci.

Tuttavia continue liti interne alla famiglia, che portarono al suicidio della nipote di Torelli ed in seguito al divorzio dalla moglie, segnarono particolarmente Eugenio, il quale decise di non risposarsi mai più.

Le simpatie liberali di Torelli Viollier non lo lasciarono indifferente quando, nel 1898, durante i moti di Milano, lo Stato di diritto nel quale credeva e auspicava sedò con fuoco e sangue i ribelli.

Da quel momento decise di lasciare la direzione del “Corriere”, che aveva avuto l’onore di fondare e guidare dal 1876, per 22 anni.

Morì nel 1900 Eugenio Torelli Viollier, l’inventore del “Corriere della Sera” e precursore dei moderati italiani.

Fonti:

«Corriere del Sera», la storia del giornalefondato a Milano da un napoletano

La storia del Corriere

Treccani: Eugenio Torelli Viollier

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