Ci troviamo a Piazza del Plebiscito, ma 600 anni fa. Un giorno un umile frate calabrese spezzò una moneta d’oro davanti al re di Napoli e dal metallo uscì un fiotto di sangue: diventò famoso come “il miracolo della moneta” di San Francesco di Paola. “Vedete, mio re? Questo è il sangue della povera gente sfruttata e malpagata” disse lui.
Una storia che nacque come esempio per condannare le persone che fanno denaro sfruttando il lavoro degli altri.

Non a caso, San Francesco di Paola è il santo protettore degli operai oppressi, delle epidemie e della gente di mare. Con Ferdinando I diventò anche il santo protettore del Regno delle Due Sicilie. Ed ha nel curriculum una lista di azioni prodigiose abbastanza notevole, fra attraversate dello stretto di Messina usando un mantello come nave, bambini ed agnelli risorti, forni riparati dall’interno e altre attività simili.

San Francesco di Paola a Napoli
San Francesco di Paola, dipinto conservato nella chiesa di San Giuseppe dei Nudi

Le condizioni di Napoli ai tempi del miracolo

Dobbiamo riavvolgere il nastro della Storia di circa 6 secoli: ci troviamo sul finire del ‘400, Napoli è aragonese, sotto il regno di Ferrante I. Era un re ricordato per aver portato la pace nel Regno di Napoli dopo tentativi di invasione francesi, congiure e macchinazioni politiche della nobiltà napoletana. Aveva un carattere schivo, diffidente e molto severo. E probabilmente non fu ucciso per questa ragione dai suoi tantissimi nemici nella nobiltà napoletana.

Le condizioni del popolo erano pessime e paradossalmente proprio Ferrante migliorò molto le condizioni dei suoi sudditi: prima di lui i contadini erano costretti a vendere i prodotti della terra ai feudatari rispettando il prezzo imposto dai padroni (spesso con paghe oltre i limiti della fame), così come in città le condizioni del lavoro erano pessime e malpagate.

Quando il frate cosentino giunse a Napoli (era stato prima anche a Salerno e a Cava de’ Tirreni), era già famosissimo per i suoi miracoli e fu accolto a Porta Nolana come un divo di Hollywood. Il santo voleva infatti andare fino a Parigi a piedi in pellegrinaggio ed ovviamente passò per Napoli. Il re volle allora accoglierlo Nel Maschio Angioino per testare la sua fama.

miracolo della moneta san francesco di paola
Il miracolo della moneta di San Francesco di Paola

Il miracolo della moneta a Piazza Plebiscito: la storia del “popolo sfruttato” che risponde al re

Ferrante portò il santo dalle parti dell’attuale Piazza del Plebiscito per donargli una cassetta di monete d’oro e fargli fondare un convento dei Frati Minimi anche a Napoli, nello slargo che oggi è occupato dal colonnato della Basilica di San Francesco di Paola.

Il santo rifiutò i soldi, dicendo che “non accettava elemosine fatte con i soldi di altri“. Ferrante rimase un po’ perplesso: “questi sono soldi miei!“.
Queste monete d’oro sono del popolo, che le ha date a te“.
Il re, perplesso, tornò nelle sue camere.

Il giorno dopo il re si presentò con una sola moneta d’oro, che volle dare a Francesco per assicurargli un viaggio comodo. Il santo la spezzò a metà davanti al sovrano e dal metallo uscì un fiotto di sangue. Stavolta spiegò con tono duro: “questo è il sangue dei tuoi sudditi, uomini del popolo sfruttati e malpagati“.

Ferrante provò in altri modi a lusingare il santo: portò una porzione di pesce cotto dai suoi chef per omaggiarlo. Francesco fece il segno della croce, i pesci tornarono in vita e furono buttati nel mare. “Non mangio gli innocenti“, spiegò con calma Francesco, che era anche amante degli animali.

Insomma, il santo e il re di Napoli proprio non riuscivano a trovare un modo di intendersi. E infatti i due si salutarono senza mai capirsi, rappresentando un po’ la difficoltà che, ancora oggi, hanno i più ricchi nel capire gli sfruttati.

-Federico Quagliuolo

Riferimenti:
http://francescodipaola.info/i-miracoli/

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