Esiste un angolo di paradiso a pochi metri dall’inferno.
Esiste un angolo di Bellezza a pochi metri dallo squallore.
Esiste un angolo di Silenzio a pochi metri dal rumore.
Masseria Pigliuocco, a Lavorate di Sarno, è tutto questo e forse anche di più. E se continua ad esserlo è grazie all’impegno continuo e costante della famiglia Montoro e, in particolare del capostipite Zì Peppe.
Tutti lo chiamano così, ormai, e per dirla alla Bellavista “è una figura mitologica, metà uomo e metà fiume”.
Sì, perché proprio a pochi passi dalle terre “lavorate” dalla sua famiglia, scorre il Rio Santa Marina, una delle tre sorgenti di acqua cristallina che affluisce nel fiume Sarno, il fiume che poco più avanti diventerà quel misto di acqua nera e liquami maleodoranti che, ancora oggi, grida vendetta!
Chi è Zì Peppe?
Zì Peppe sta lì, tutti i giorni, cura l’orto di famiglia, gli animali, tiene pulita tutta l’area, la controlla e la sorveglia. Non si è mai mosso da lì, tranne a vent’anni dopo una breve parentesi lavorativa a Lodi, dove in poco più di anno si fece apprezzare sul luogo di lavoro, ma rischiò la vita per un intervento alle tonsille riuscito male. L’umidità e il freddo di quelle zone, poi, aggravarono la sua patologia, al punto da costringerlo a tornare. Ed è stata la sua salvezza, perché Zì Peppe ha il volto sereno di chi sa che quello è il posto che Dio ha voluto per lui; ha la salute di chi, quasi ottantenne, pare ‘nu guagliunciello e ha la fortuna di mangiare davvero solo ciò che lui coltiva.
In tutti questi anni è riuscito a creare un luogo incontaminato di natura e biodiversità davvero unico.
Piante aromatiche, fiori, ortaggi, verdura, tutto concorre a rendere straordinario questo piccolo Eden, fino a qualche anno fa ancora più completo e rigoglioso. <<Mi dispiace di non riuscire più a sentire il canto unico e meraviglioso dell’usignolo e della cinciarella, sterminati dalle gazze ladre e dalle cornacchie. Che darei per poterle riascoltare. Si me chiedisse ‘nu milione io t”o desso, m’abbastasse d’e ssentì n’ata vota ‘e cantà, pecché me ricordo ‘e quann’ero piccirillo e m’addurmevo sentennele ‘e cantà>>.Poeta, studioso dei balli popolari, tanto da essere invitato a Rai 2 per ballare davanti a milioni di telespettatori, la sera va in giro per sagre e manifestazioni dei comuni limitrofi per portare avanti anche l’antica tradizione della e dell’agro nocerino sarnese e…le ragazze lo aspettano per ballare insieme. <<Che ce pozzo fà? Quelle mi aspettano per ballare e io ballo e posso stare anche ore a ballare senza sentire la stanchezza, perché ‘a tammurriata è ‘a vita mia>>.
Questo è Zì Peppe e questa, in breve, la sua storia…in molti hanno scritto di questo luogo incantato e incantevole, delle erbe aromatiche prodotte e dei San Marzano originali che lui ancora custodisce…io ho cercato di parlarvi di un luogo, dove uomo e anima si fondono, dove potrete scoprire che alcune foglie ingiallite, se ben conservate, diventano pergamene e su di esse si può scrivere, come fa zì Peppe quando regala una sua poesia; è un po’ il destino che vorrei per quest’articolo, quando lui non ci sarà più, affinché aiuti a conservare per sempre il ricordo di quanto ha fatto per questo luogo e che non può essere perduto.
-Yuri Buono