Oggi vogliamo accompagnarvi lungo una piacevole passeggiata per le vie del quartiere di Chiaia. Non si può non rimanere colpiti dalle sue singolari architetture. Palazzi, giardini e scalinate si susseguono con un ritmo incalzante manifestando una fantasia decorativa che è propria dello stile liberty di inizio Novecento. E gli edifici più affascinanti e suggestivi sono per la maggior parte opera di Giulio Ulisse Arata.
![Giulio Ulisse Arata](https://storienapoli.it/wp-content/uploads/2020/12/image_gallery.jpg)
Giulio Ulisse Arata da Piacenza a Napoli
Arata nasce a Piacenza nel 1881. Architetto, editore e critico d’arte: una figura poliedrica e mai banale che meriterebbe ben più spazio di quanto la storiografia gli ha dedicato fin ora. Viene descritto così dal critico d’arte Decio Buffoni:
«…un giovane […] modesto e senza pose; che sul lavoro non sdegna di aiutare il manovale nel trasportare il carico di mattoni; che tra gli amici non parla mai di sé, né dice male dei colleghi; che interpellato da uno sconosciuto che contempla il suo nuovo edificio e lo definisce “la casa delle paure”, diventa del suo parere e ride con lui…»
Ma Giulio Ulisse Arata non è solo questo. Fin dalla gioventù esercita anche l’attività di consulente artistico supportando il collezionista e mecenate piacentino Giuseppe Ricci-Oddi, la cui collezione di opere d’arte contemporanea rappresenta oggi il fiore all’occhiello della pinacoteca comunale.
Arata giunge a Napoli agli inizi del ‘900 per svolgere il servizio militare. Ottiene alcuni lavori come decoratore e stuccatore che gli fanno acquisire sempre più notorietà.
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Inizio del viaggio
Il nostro breve viaggio inizia dalla “Palazzina Paradisiello“, sita nell’attuale Via del Parco Margherita al numero 36, al limite tra i quartieri San Ferdinando e Montecalvario. È uno dei primi edifici realizzati da Arata, commissionato da Germano Ricciardi, socio dell’impresa Mannajuolo, Ricciardi & Borrelli. A dir la verità l’intervento dell’Arata è da riferirsi solo alla parte decorativa applicata su un progetto già definito da Gaetano Licata, cognato di Ricciardi. Venne costruita nel 1909 e nelle sue forme interne ed esterne condensa al meglio sia la tradizione napoletana che il pieno stile liberty.
Scendiamo dolcemente verso il mare e dopo circa 600 metri giungiamo in Piazza Amedeo, restando abbagliati dalla grandezza del Palazzo Cottrau Ricciardi. Tra gli edifici protagonisti del nostro tour questo è il più recente, costruito nel 1925 su commissione degli ingegneri Alfredo Cottrau e Francesco Ricciardi. E in effetti si può notare un certo distacco (anche se non del tutto netto) dal puro stile liberty. Risulta imponente con il suo portale d’ingresso costituito da bugnato e alte paraste che sorreggono una lunga balconata centrale. La simmetria architettonica e decorativa è impreziosita dalla cornice alla sommità e dalla balconata unica all’ultimo piano.
![Giulio Ulisse Arata](https://storienapoli.it/wp-content/uploads/2020/12/Progetto-senza-titolo1-1160x871.jpg)
Da Piazza Amedeo giriamo a sinistra e ci addentriamo in Via dei Mille, aperta nel 1885 a seguito della demolizione di parte dello storico Palazzo Carafa di Roccella. Dopo circa 300 metri sulla sinistra ci imbattiamo nel Palazzo Leonetti che oggi ospita il consolato britannico e spagnolo. Giulio Ulisse Arata lo progetta e realizza tra il 1908 e il 1910, come ricorda una targa affissa. Anche questo edificio fu voluto dall’impresa Mannajuolo, Ricciardi & Borrelli, inizialmente pensato a scopo abitativo. Le decorazioni esterne in stucco e metallo, oggi dipinte di arancio, si succedono lungo tutto l’asse verticale pur non sacrificando lo sviluppo orizzontale dell’edificio secondo i differenti livelli.
![Giulio Ulisse Arata](https://storienapoli.it/wp-content/uploads/2020/12/Progetto-senza-titolo-1160x871.jpg)
Ultima tappa del nostro tour non può che essere il celebre Palazzo Mannajuolo, conosciuto dai più per la sua meravigliosa scalinata ellittica. Progettato tra il 1909 e il 1912 da Giulio Ulisse Arata e da Giuseppe Mannajuolo, è uno dei più riusciti esempi di stile liberty napoletano. È posto nel nodo tra Via Filangieri, Via dei Mille e i Gradini D’Andrea. Il corpo d’angolo, rivolto verso Via dei Mille, è di certo quello che dall’esterno attrae maggiormente l’attenzione con il suo sviluppo circolare reso ancora più dinamico dall’originale successione di stucchi, vetrate e metalli. Il prospetto principale è quello di Via Filangieri. Purtroppo però l’altezza dell’edificio e lo spazio ristretto non permettono di ammirarlo in tutto il suo splendore
Arata ha lasciato un solco profondo nell’urbanistica della città di Napoli lasciando altre testimonianze oltre a quelle descritte. La nostra passeggiata termina qui ma ci sono tante altre bellezze che meritano il nostro sguardo. Perchè come ogni cosa bella, il meglio deve ancora venire!
![Giulio Ulisse Arata](https://storienapoli.it/wp-content/uploads/2020/12/Progetto-senza-titolo2-1160x871.jpg)
Fonti
- R. Iossa, Milano 1914. Leonardo Dudreville e l’esposizione del gruppo “Nuove Tendenze”I, tesi di laurea magistrale, Università degli Studi di Milano
- D. Buffoni, Architettura pittorica, in “La Perseveranza”, LIV, n. 213 (3 agosto 1913), n. p.
- P. Thea, Giulio Ulisse Arata, in Nuove Tendenze. Milano e l’altro futurismo, cit., p. 70.
- F. Mangone, Giulio Ulisse Arata. Opera completa, Electa Napoli, Napoli 1993.
- www.palazzidinapoli.it