Giovanni Paisiello è una figura che inevitabilmente, grazie al suo talento, fa parte della storia musicale mondiale.
La vita di Giovanni Paisiello
Francesco Paisiello, suo padre, era già una figura illustre e nota in quanto veterinario presso la corte del re di Napoli Carlo di Borbone.
Francesco e Grazia Fuggale, entrambi residenti a Taranto, ebbero due figli prima dell’arrivo di Giovanni: Porzia e Raffaele, che però scomparsero prematuramente.
Per comprendere come e quanto determinate persone sono destinate a fare la storia, è necessario parlare del contesto nel quale queste vivevano.
La giovane famiglia abitava in quella che ora è nota come la “città vecchia” di Taranto, ovvero l’isola presente fra i due mari della città e collegata al “borgo“, ovvero la parte più nota del capoluogo ionico, precisamente in una casa adiacente al Duomo di San Cataldo appartenente allo zio sacerdote del futuro compositore, un personaggio chiave: Francesco Faggiale.
Il desiderio del padre del giovane Giovanni Paisiello era che il figlio intraprendesse la carriera giuridica, tuttavia, frequentando gli ambienti clericali, dimostrò di avere un talento assoluto riguardo l’ambito musicale, avendo qualità canore di valore ed il così detto “orecchio assoluto“.
Furono gli stessi gesuiti che convinsero Francesco Paisiello a continuare gli studi musicali a Napoli, presso il prestigioso conservatorio di Sant’Onofrio a Capuana.
A 13 anni dunque il giovane partì alla volta della capitale.
Giovanni Paisiello arriva a Napoli
Da qui il suo percorso, costellato di grandi mentori come Francesco Durante, Carlo Cotumacci, Girolamo Abos e Joseph Doll, fu esaltato dal talento naturale che possedeva: infatti riuscì a terminare anzitempo il suo tirocinio, nel 1763, dopo appena 10 anni dalla sua ammissione.
Da quel momento in poi la fama di Giovanni Paisiello fu nota a esponenti dello Stato Pontificio, dai quali fu incaricato di scrivere tre opere: “La pupilla“, “Il mondo a rovescio” e “Il marchese“.
Ducato di Modena, Parma conteso fra le varie casate nobiliari, il periodo trascorso in Russia presso la zarina Caterina II, o a Napoli con Ferdinando IV, seguito da Napoleone e Murat, furono solo alcune delle fasi della sua vita che lavorando, componendo e facendo sognare aristocratici e i suoi ascoltatori, hanno fatto parte del suo percorso.
Si spense a Napoli nel 1816, regalando al mondo una quantità di composizioni innumerevoli e una tradizione musicale di cui ancora oggi godiamo i meriti.
Conservatori ed intere sezioni bibliografiche dedicate a lui solo in parte possono aiutare a comprendere la maestosità del genio ed il lascito non solo musicale, ma anche storico e di immagine, che abbiamo acquisito grazie a Giovanni Paisiello.
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