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Quali libri leggere sulla storia della camorra? Stiamo parlando di uno dei fenomeni sociali e criminali più complessi in assoluto, mischiando ambizioni violente, depressione sociale e imitazione di strutture sociali statali, proprio dove lo Stato non c’è.

Se i fatti di cronaca moderni ci sono tristemente noti, è il momento di scoprire quali testi possono essere utili da leggere.

I nostri consigli non riguardano necessariamente libri rinvenibili facilmente in negozio, ma anche letture pubblicate negli anni passati che, secondo il nostro gusto, sono ben più importanti di un testo moderno. D’altronde, un libro non è come un software: spesso una versione passata è più attendibile di cento pubblicazioni moderne.

I libri sulla storia della Camorra: un disclaimer preliminare

Non si tratta di un elenco esaustivo: sulla Camorra e sull’Onorata Società si sono scritti fiumi di parole, a volte anche in modo scorretto o esagerato.

Il problema è che sulla camorra delle origini ci si deve affidare ad uno studio incrociato di letteratura e pochissime fonti storiche, dato che moltissimi archivi borbonici sono andati perduti dopo l’Unità e di certo i criminali non lasciavano tracce scritte.

Cerchiamo di fare ordine raccogliendo i libri autorevoli per orientarci in un mondo di quasi due secoli fa che, nonostante sia così lontano nel tempo, è alla base delle vicende moderne.

Chi scrive si è laureato in Giurisprudenza alla Federico II con una tesi sulla Storia dell’Onorata Società.

Tutte le fotografie sono dell’autore e tutti i diritti sono riservati, è espressamente vietata la copia.

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1) Storia della Camorra – Francesco Barbagallo

Il libro che tutti dovrebbero avere in biblioteca. Francesco Barbagallo è uno storico dell’Università Federico II ed è da sempre impegnato nella studio del mezzogiorno d’Italia. Ha uno stile semplice, scorrevole e divulgativo, utile sia per chi conosce già la materia che per chi non ha mai approcciato allo studio della criminalità napoletana.

Tratta i temi in modo oggettivo e secco, senza fermarsi in considerazioni personali, opinioni o facili retoriche proprie del giornalismo: si vede che è uno storico proprio da questi dettagli.

Questo libro è un sunto dell’intera storia della Camorra e va ben oltre la narrazione dell’Onorata Società, arrivando fino ai tempi più recenti.

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2) La Camorra, le camorre – Isaia Sales

Citiamo questo libro come esempio, ma l’intera produzione del professor Isaia Sales meriterebbe una trattazione a sé. Anche qui l’autore è un docente universitario, insegna “Storia delle mafie” all’Università Suor Orsola Benincasa, oltre ad essere stato giornalista e saggista fra i massimi esperti viventi sulla storia della criminalità organizzata napoletana.

“La Camorra, le Camorre” è un dipinto che attraversa tutta la storia di Napoli e si chiede come sia possibile che il fenomeno criminale sia diventato quotidianità del costume locale. Il saggio è condito da numerosissime note politiche e di costume sociale, quindi non è una trattazione neutrale, e ricostruisce la storia dell’Onorata Società dal Medioevo fino agli anni ’80, spiegando come si è trasformata da fenomeno corporativo della città a fenomeno economico-politico dopo l’Unità.
Si tratta di un libro ricco, che regala numerosissimi spunti di riflessione anche utili per continuare ad approfondire la produzione dell’autore, che ha trattato temi delicatissimi come “I preti e i mafiosi”.

Il libro è del 1993, ma si trova ancora su ebay.

Il coltello e il mercato marcella marmo

3) Il coltello e il mercato – Marcella Marmo

Abbiamo citato i pesi massimi delle accademie napoletane in ambito di studi dell’Onorata Società. Non possiamo allora non citare anche Marcella Marmo, autrice di un’altra produzione di ricerche e testi molto documentati e ben specifici sulla criminalità.

La professoressa Marmo ha sempre utilizzato un linguaggio più tecnico e meno divulgativo, ma non per questo non godibile. Il suo libro, “il coltello e il mercato”, rompe questo stile ed è un testo molto scorrevole, nonostante le circa 400 pagine che non sono pochissime.

Questo libro ricostruisce il momento delicatissimo in cui la camorra si è evoluta da fenomeno criminale cittadino a realtà parastatale, dopo l’Unità. Raccoglie anche biografie, episodi e caratteristiche di personaggi famosi nell’ambito dell’Onorata Società, come rituali o capintriti passati alla Storia.

Purtroppo il libro è davvero difficile da trovare in quanto, nonostante la pubblicazione nel 2011, è esaurito in tutti gli store.

Per i più tecnici, la professoressa Marmo realizzò nel 1988 un altro libro assieme a Barbagallo: “Camorra e criminalità organizzata in Campania”: è un testo molto tecnico e difficile nei concetti e nei contenuti, ma è probabilmente il più autorevole in assoluto sulla materia. Si trova qui su Amazon.

La camorra Marco Monnier

4) La Camorra – Marc Monnier

Il libro da cui è tutto iniziato. Marc Monnier fu il primo in assoluto a trattare in modo corposo l’argomento dell’Onorata Società. Ed è una cosa che suona strana se pensiamo che il primo testo sulla storia della camorra fu scritto da un giornalista svizzero e non da un italiano.

Il libro di Monnier è ricco di spunti e di analisi e spesso racconta episodi quotidiani come ad esempio la storia di un cocchiere triste perché avevano arrestato il camorrista che gestiva il mercato: nessuno più gli raccomandava i capi di bestiame migliori da comprare e non riusciva più a vendere i suoi animali malati. Nulla di edificante, ma interessante per capire la società del tempo.

È difficile capire dove finisce la realtà e comincia la penna creativa del giornalista che racconta un reportage da scoop all’estero (fino alla fine dei suoi giorni fu corrispondente dall’Italia per due giornali stranieri), ma il suo documento è fondamentale perché descrive i fatti contemporanei, per giunta scritti a ridosso dei fatti che portarono all’Unità d’Italia. Preso con il giusto spirito, è un libro dal valore inestimabile.

La camorra ernesto serao ferdinando russo

5) La Camorra – Ernesto Serao e Ferdinando Russo

Questo libro è uno dei più famosi in assoluto sulla camorra che, ancora oggi, viene spacciato da molti come una sorta di libro-inchiesta al pari del “Ventre di Napoli” di Matilde Serao (che, tra parentesi, non aveva legami di parentela con Ernesto Serao, nonostante il cognome comune). In realtà entrambi i Serao erano accomunati da una cosa: tanto bravi nella scrittura (in particolare Ernesto Serao fu un cronista d’eccellenza ai suoi tempi) quanto imprecisi e inattendibili nelle ricostruzioni storiche.

Si tratta di un libro che va preso con le pinze perché è figlio della prima epoca in cui la criminalità napoletana diventò uno spettacolo per il pubblico, non minore del Gomorra dei giorni nostri.

Fu infatti pubblicato in occasione del Processo Cuocolo, il primo maxiprocesso della Storia, che fu un tentativo dello Stato Italiano di spazzar via l’intera criminalità napoletana con il pretesto di un reato e con il supporto di un pentito assai dubbio.
Questo evento, che fu riportato ossessivamente da tutti i giornali per mesi (addirittura Il Mattino mandò per la prima volta della Storia un cineoperatore in tribunale!) fece salire. Ed è per questa ragione che nei primi del ‘900 abbondarono romanzi, inchieste, libri e autori che specularono sulla Camorra che, fino ad allora, era un fenomeno praticamente sconosciuto al di fuori di Napoli.

Ernesto Serao ha il merito di scrivere un libro semplice, dal linguaggio piacevolissimo che può essere letto ancora oggi, nonostante sia stato pubblicato più di un secolo fa. Le storie da lui descritte, però, non hanno sempre un’ampia documentazione ed altre sono state disattese da fonti addirittura precedenti. Ad esempio divide l’Onorata Società in “bassa” e “alta”, descrivendo gradi, competenze e procedimenti divisi quasi come se fossero militari. In realtà nel ‘900 i ruoli erano molto più ambigui.

Insomma, si tratta di un libro bello e appassionante, ma le cose descritte probabilmente erano attuali nel 1860, di certo non nel 1916. Un po’ come se oggi pubblicassimo una storia della NCO spacciandola per libro di attualità. Vale però la pena leggerlo, anche per le poesie di Ferdinando Russo.

Si trova abbastanza facilmente su ebay.

6) Il duello dei camorristi – Carlo d’Addosio

L’opposto del libro di Serao e Russo. Carlo D’Addosio era un avvocato penalista già molto addentro la materia a causa proprio del suo lavoro. Nel 1893 realizzò uno studio molto complesso e affascinante sulla disciplina del duello d’onore a Napoli, che ormai si svolgeva anche alla luce del sole portando morti e caos in giro per la città.

Il libro è molto piccolino, eppure descrive con una dovizia di particolari impressionante la filosofia e i meccanismi sociali che muovono gli esseri umani a sfidarsi fino alle estreme conseguenze anche per fatti assolutamente insignificanti, almeno in apparenza. Non si tratta di un libro di storia della camorra, ma di un vero e proprio trattato sociale della cultura collettiva napoletana dell’epoca passata che, oggi, è stato diluito in un distorto senso dell’onore che finisce negli “appiccechi” per un tradimento o per uno sguardo di troppo.

In merito abbiamo scritto un articolo che parla proprio del duello dei camorristi.

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7) Usi e costumi dei Camorristi – Abele De Blasio

Abele De Blasio era un antropologo, criminologo e medico, collaboratore di Cesare Lombroso. Di origini sannite (era di Guardia Sanframondi) e dalla penna molto prolifica, scrisse più di 200 libri su qualsiasi “tema strano” per i caratteri e dalla moralità dell’epoca: cominciò con una “innocua” trattazione sui tatuaggi, poi sull’omosessualità. Poi si ficcò in storie di mummie, streghe e inciarmatori di Benevento, gli amori degli animali domestici e decine di altri risvolti creepy della nostra società.

Lo studio sugli usi e costumi dei camorristi fu pubblicato nel 1897 e fu il primo a studiare, sotto il punto di vista psicologico e sociale, cosa spingeva i napoletani ad aderire all’Onorata Società o ad accettare più o meno passivamente la sua esistenza.

Riuscì per primo non solo a definire le condizioni difficilissime della plebe napoletana, ma per la prima volta riuscì a capire il ruolo di “antistato” che aveva assunto la Camorra. Ha anche il merito di aver descritto, per la prima volta, cerimoniali dell’Onorata Società. La loro veridicità (o verosimiglianza) è confermata dal fatto che ancora oggi questi rituali che scimmiottano quelli della Massoneria sono replicati in forme assai simili dalla ‘ndrangheta, come testimonia un’intercettazione del 2014 fatta in Lombardia.

La sua conclusione, però, è assolutamente lombrosiana: chi finisce nelle fila della Camorra fa parte di quella schiera di uomini non evoluti, esseri primitivi che, in qualche modo non ben chiaro, sono giunti come rifiuti del passato nella civiltà moderna.

Al netto di questa interpretazione figlia delle teorie dei suoi tempi, il libro ha dei meriti enormi nell’aver spalancato la strada agli studiosi degli anni futuri nell’analisi del fenomeno sociale della criminalità organizzata.

-Federico Quagliuolo

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