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Tra la metà e la fine dell ‘800 fu l’epoca dei Grand Tours, lunghi e costosi viaggi in giro per le antichità d’Europa, che portarono migliaia di turisti, soprattutto del Regno Unito e della Francia, a riscoprire il fascino dell’antichità del Vecchio continente. E proprio queste escursioni per aristocratici ufficializzarono l’ingresso delle aree archeologiche di Pompei ed Ercolano tra i monumenti più noti a livello mondiale. E questo valse anche per il già celebre vulcano, da sempre simbolo di Napoli e della Campania: il Vesuvio.

Due brillanti imprenditori britannici, Thomas e John Mason Cook, padre e figlio, non si fecero sfuggire l’occasione, particolarmente appetibile per i loro affari, di introdurre nel mondo del turismo internazionale il Vesuvio stesso.

I Cook erano i proprietari della società “Thomas Cook & son“, fondata nel 1864 e già internazionalmente nota, nonchè tra le società più quotate a livello mondiale, per l’organizzazione di viaggi tra Europa, Africa e America. In un certo senso, furono i primi “tour operators”, vantando tra i loro servizi crociere sul Nilo e anche la traversata verso la prima olimpiade dei tempi moderni, ad Atene, nel 1896.

Thomas Cook
Thomas Cook, fondatore della società “Thomas Cook & Son

I Cook ed il Vesuvio

Per lungo tempo, il Vesuvio è stato circondato esclusivamente da appezzamenti di terreno coltivati e ricoperto di strette ed impervie stradine sterrate, riuscendo, tuttavia, a suscitare ugualmente interesse negli appassionati di escursioni che volevano raggiungere il cratere e godersi l’ampio panorama visibile da lassù. Uno dei pochi modi di raggiungerlo, che non fosse una sfiancante salita a piedi, era con l’ausilio di cavalli ed asini.

Solo nel 1879 iniziò la progettazione di una funicolare che potesse portare dalle pendici del Vesuvio fino al suo cratere, con due vagoni, chiamati “Etna” e “Vesuvio” ed un lungo percorso su rotaie che saliva per 750 metri, in tempi sorprendentemente brevi: circa 10 minuti!

Cook funicolare vagone
Su una cartolina d’epoca, un vagone della funicolare del Vesuvio. Si noti la scritta “Thos (abbreviazione di Thomas) Cook & Son” e la presenza di due carabinieri a bordo. Grazie a “Funicolarevesuviana.it

La ditta che la realizzò, tuttavia, vendette ben presto la funicolare ad un’azienda francese, anch’essa “di passaggio”: fallì poco dopo e così, nel 1888, La Thomas Cook & Son la acquistò e la rinnovò, con nuove, più ampie carrozze. L’inaugurazione avvenne alla presenza di un giovane Vittorio Emanuele III.

Cook pubblicità
Foto d’epoca di un cartellone pubblicitario nei pressi del Vesuvio.

Ma non fu il solo intervento dei Cook presso il Vesuvio: nel 1902, John Mason Cook, succeduto al suo defunto padre nella direzione dell’azienda, rilevò la concessione di un progetto avviato, ma non terminato, per la costruzione di una ferrovia tra Ercolano (all’epoca “Pugliano”) e la stazione inferiore della funicolare. Fu edificato un tratto di circa 7 km, inaugurato un anno dopo. Inoltre l’opera comprendeva anche una preesistente centrale elettrica, adoperata anche come rimessa per le vetture. Oggi è in disuso, ma tutt’ora è nota come “Stazione Cook”.

Stazione Cook
La stazione Cook, in una foto di qualche anno fa, restaurata dopo un lungo abbandono, in cui oggi è ricaduta.

Oltre ai mezzi di trasporto in sè, Cook finanziò anche una vasta campagna pubblicitaria, rendendo l’apertura delle sue stazioni un evento per abitanti e turisti. Infatti, circolarono moltissimi manifesti e cartoline a tema. E contribuì in modo non indifferente alla “sponsorizzazione” della funicolare anche la celebre canzone “Funiculì funiculà“.

E non finisce qui: John Mason fece edificare anche un lussuoso albergo, nei pressi della stazione superiore della funicolare: l’Hotel Eremo (Che non ha niente a che vedere con i Camaldoli, ma che per isolamento può ricordare quel ben più noto eremo. In realtà, in prossimità di quest’hotel è presente l’ Eremo del Salvatore), con 25 stanze ed un impagabile panorama, oggi in stato di totale abbandono.

Hotel Eremo Cook
L’Hotel Eremo in una foto d’epoca.

Queste opere divennero un punto di riferimento di tale importanza che ad oggi è ancora presente una via”Ex Cook”.

Le complicazioni del ‘900 e la fine del progetto

Nel 1906, il Vesuvio eruttò, arrecando seri danni alle infrastrutture che Cook aveva acquisato pochi anni prima. Tuttavia, non si perse d’animo e le fece ristrutturare in tempi molto brevi, facendole tornare operative e allungando, inoltre, il tratto della linea ferroviaria, che sarebbe successivamente diventata la Circumvesuviana.

Cook funicolare eruzione 1906
Illustrazione che mostra l’eruzione del 1906 ed u binari della funicolare del Vesuvio

Al fine di rendere il percorso della funicolare più sicuro, questo fu allungato e anzichè i 10 minuti iniziali, divenne di un’ora.

Oltre che gli inevitabili danni, economici e strutturali, apportati dalla seconda guerra mondiale, nel 1944 il Vesuvio eruttò nuovamente, compromettendo per l’ennesima volta le opere di Cook. La funicolare e la ferrovia sarebbero state riparate solo al termine del conflitto, al seguito di un cambio gestione. Anche l’Hotel Eremo, poco distante dal cratere, non se la passò bene, tuttavia l’attività sopravvisse fino agli anni ’90, per poi chiudere definitivamente.

Vesuvio 1944
Eruzione del 1944.

Parte del tratto della ferrovia fu modificata negli anni, ma quella linea di collegamento con la funicolare oggi non esiste più. Il tratto tra Ercolano ed il Vesuvio fu chiuso nel 1955, contestualmente alla conclusione della realizzazione di una strada completamente asfaltata e tutt’ora presente fino a 1000 metri d’altitudine.

La funicolare ebbe ancora una lunga vita dopo la guerra, anche se non più gestita dai Cook, la cui società Thomas Cook & Son” fu venduta nel 1948, dopo oltre un secolo di attività, a causa delle troppe difficoltà economiche portate dalla guerra, da cui Cook non riuscì a riprendersi. (La società esiste ancora! Ma ha subito numerosi passaggi di testimone). Fu definitivamente chiusa nel 1984.

In più momenti si è parlato di una potenziale ricostruzione di una funicolare vesuviana, ma senza conclusioni.

L’impresa dei Cook sembrerebbe naufragata, al pari della loro società, ma sono riusciti nell’intento di imprimere nella mente del mondo intero la maestosa bellezza del Vesuvio, dei suoi panorami e della storia che lo circonda su ogni fronte, tra Pompei, Ercolano e Napoli.

-Leonardo Quagliuolo

Per approfondire:

Thomas Cook & Son’s Vesuvius Railway” di Paul Smith

Fondo Ambiente Italiano

La funicolare vesuviana

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