Il calcio in provincia di Salerno è una cosa seria e qui si trovano alcune delle tifoserie più calde dell’intero panorama nazionale. Questa passione viscerale poggia su un passato prestigioso che diverse piazze condividono. È presente, però, anche un folto numero di mascotte di calcio simpatiche, inusuali e affascinanti. Alcune di esse nascondono fatti interessanti. Iniziamo quindi questo breve viaggio attraverso le mascotte di calcio della provincia di Salerno: tra molossi, ippocampi e canarini.
Una storia dietro la mascotte di calcio
Alcune mascotte di calcio sono legate a episodi emblematici e a personaggi noti del territorio. È il caso dell’ippocampo, il simpatico animaletto che da decenni rappresenta la Salernitana, senza ombra di dubbio la squadra che vanta la storia più gloriosa.
Il cavalluccio marino venne adottato per la prima volta nel 1949, disegnato dal professore e pittore salernitano Gabriele D’Alma. Per alcuni decenni, però, la mascotte non fu molto utilizzata e fu solo a partire dagli anni ’80 che l’ippocampo fu utilizzato ufficialmente anche sulle divise della squadra. Il perché di questa scelta è presto detto. La vocazione marina di Salerno rappresenta un forte segno di identità della tifoseria. Alcune teorie ipotizzano che lo stesso D’Alma abbia scelto il cavalluccio marino durante una passeggiata sulla spiaggia salernitana, osservando l’animaletto dimenarsi nella rete di un pescatore.
Altra mascotte, altra storia. È il turno della Nocerina, altra società di prestigio nella cui fede sono accomunate le due città di Nocera Inferiore e Nocera Superiore. Il molosso, razza canina dall’aspetto arcigno, scruta minaccioso il tifoso al centro dello stemma della squadra. È un richiamo all’aggressività e alla grinta della squadra e non è un caso che l’associazione sia sorta in occasione di eventi emblematici della storia calcistica delle due città.
Il primo accostamento tra la Nocerina e la mascotte canina avvenne nel 1928, in occasione di una partita contro il Napoli all’Arenaccia, vinta dai rossoneri 1 a 0 dimostrando grande tenacia. Ma la definitiva consacrazione avvenne un anno dopo in occasione del match contro lo Stabia. L’appellativo molosso fu utilizzato nei giorni successivi all’evento da Giovanni Zoppi sulle pagine di “Risorgimento Nocerino” in uno scritto ironico nel quale si parlava di mastini che mangiano le vespe (tutt’oggi mascotte della Juve Stabia) in un sol boccone.
Le altre mascotte della provincia di Salerno
Anche la Cavese 1919, il più importante club di calcio della città di Cava de’ Tirreni, possiede una propria mascotte. È l’aquila che svetta sullo stemma societario abbracciando un pallone. Gli stessi tifosi vengono chiamati aquilotti (ma anche metelliani). Il regale rapace d’altronde è largamente utilizzato in ambito sportivo, richiamando a ideali di fierezza, forza e libertà.
Dall’aquila passiamo al canarino. È la mascotte di calcio della Scafatese (nella città di Scafati, al confine tra la provincia di Salerno e quella di Napoli). Senza ombra di dubbio questa singolare scelta è legata agli stessi colori della società: il giallo e il blu. L’Unione Sportiva Agropoli 1921, invece, vanta una mascotte fortemente legata all’immagine marittima della località cilentana. Il delfino, infatti, svetta al centro dello stemma societario nell’atto di colpire un pallone di testa.
Nota a margine per la mia città natale: Pagani. La Paganese Calcio 1926, sebbene sia anch’essa una società dalla notevole storia sportiva, non vanta, come le società citate finora, una mascotte di calcio animalesca in quanto il suo simbolo è una stella bianca su sfondo azzurro (ecco perchè i suoi tifosi vengono chiamati azzurrostellati oltre che liguorini).
Volendo oltrepassare i confini della provincia di Salerno troveremmo tanti altri “animaletti dello sport“: vespe, ciucci e tanto altro. Ma basta limitarsi all’hinterland salernitano per meravigliarsi del colorato mondo delle mascotte di calcio.
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