Il Parco Corto Maltese di Scampia è uno di quei luoghi che ti restituisce fiducia nell’umanità. Si alle spalle di quella Via Baku famosa più per la cronaca giudiziaria che per l’amenità dei luoghi che, un tempo, erano solo un’immensa distesa di frutteti ed è il simbolo di una delle più riuscite opere di “riappropriazione urbana”.
L’immenso parco di 22mila metri quadri è un’area attrezzata che racconta come anche i territori di periferia, quelli costruiti ai tempi della speculazione edilizia, riescono a trovare un’anima grazie all’impegno dei cittadini: è un’operazione che ricorda assai da vicino il “cortile dei murales” di Breslavia, una zona di periferia rinata proprio con la stessa filosofia.
Spesso si dice che le periferie delle città, quelle costruite in modo scellerato e irregolare fra gli anni ’60 e ’80, non hanno storie. E allora i cittadini di Scampia hanno deciso di ribaltare questo paradigma: la Storia l’hanno scritta loro.
Corto Maltese, simbolo di un popolo
Il Parco Corto Maltese comincia a Via Hugo Pratt assolutamente non per caso, dato che la stessa strada è un omaggio al leggendario autore del fumetto, morto nel 1995. Ed è proprio lo sguardo intenso e misterioso del pirata che ti accoglie quando entri in questo recinto fatto da muri altissimi di cemento.
Un tempo quest’area era un territorio inaccessibile: era infatti nota come piazza di spaccio, con i 22.000 metri quadri di giardini, che nei progetti dovevano essere un’immensa area comune, trasformati in un luogo a metà fra il parcheggio e il campo abbandonato. Troppo schiacciata dalla cronaca delle Vele di Scampia e dalla presenza incombente del Carcere di Secondigliano, è rimasta per vent’anni abbandonata.
Insomma, serviva un miracolo. E l’evento è arrivato proprio partendo dal senso di umanità più profonda dei suoi residenti.
Gli autori di questo prodigio urbano non sono infatti scesi dal cielo, da una delle ruspe che spesso si invocano a vanvera o da un’auto blu proveniente da Roma.
L’associazione “I Pollici Verdi” di Scampia è infatti semplicemente scesa dalle proprie case e si è messa, per sette lunghi anni, a ripulire il parco metro quadro dopo metro quadro.
In un luogo dall’architettura vuota e spersonalizzante, grazie ai colori di tantissimi artisti locali, fra professionisti di successo ad amatori, la street art ha dato vita e storia a pareti di quei quartieri che, visti con ostilità dalla stessa cittadinanza un po’ come il Centro Direzionale, vivono quasi come se avessero sulla testa un immaginario debito da riscattare verso il resto della città.
E invece gli artisti hanno creato non solo un’area verde curata e pulitissima, ma anche campi da gioco, per basket e tennis, e anche una libreria sociale in una vecchia casina condominiale abbandonata.
“Non sono un eroe, mi piace viaggiare e non amo le regole, ma ne rispetto una soltanto, quella di non tradire mai gli amici. Ho cercato tanti tesori senza mai trovarne uno, ma continuerò sempre, potete contarci, ancora un po’ più in là…”
Corto Maltese
Basta fare due passi fra quei palazzi dall’atmosfera grigia, tipica più delle periferie dell’Est Europa che di una città dal giallo dominante come Napoli, per trovare un’insolita invasione di di luoghi intitolati all’armonia, all’amicizia, alla Resistenza e ai valori civili: tante parole che suonano con dolore quando si scontrano con la realtà di uno Stato che in passato è stato più bravo a mostrare il suo volto feroce che quello amichevole.
“Non sono nessuno per giudicare. So soltanto che ho un’antipatia innata verso i censori, i probiviri… ma soprattutto sono i redentori coloro che mi disturbano di più”
Corto Maltese in Tango y todo a media luz
Parco Corto Maltese è dedicato a uno dei protagonisti più affascinanti della letteratura contemporanea: il personaggio di Hugo Pratt non è un eroe, ma uno spirito libero, indipendente, romantico, orgoglioso proprio come i cittadini del Parco.
Un uomo amante del popolo e dei deboli, vicino contemporaneamente ai peggiori criminali e ai potenti. Un mix fra lecito e illecito, fama e solitudine, cinismo e amore per il mondo.
Più di ogni altra cosa, il pirata riusciva a trovare poesia in ogni cosa, anche nella contemplazione del nulla.
Siamo certi: seduto sulle panchine dei giardini del parco che porta il suo nome, troverebbe sicuramente la giusta poesia da dedicare alle foglie d’autunno che coprono i giardini a Novembre o all’erba dall’odore pungente che caratterizza d’estate questo luogo che ora ha trovato un’anima e una sua storia, sempre in bilico fra l’apocalisse e l’amore.
-Chiara Sarracino e Federico Quagliuolo
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