Tra i luoghi borbonici meno conosciuti della nostra regione, troviamo il Real Sito di Persano, una casina di caccia che si trova a Persano, frazione del comune di Serre, poco distante da Salerno, tra le rive dei fiumi Sele e Calore Lucano, vicino alle città di Eboli, Altavilla Silentina e Campagna, che nel XVIII secolo erano piene di boschi ricchi di selvaggina.
Re Carlo di Borbone era un grande appassionato di caccia e nel 1752 fece costruire la Real Tenuta di Persano, affidando l’incarico all’ingegnere militare Giovanni Domenico Piana, originario di Ponna, un borgo che all’epoca faceva parte del Ducato di Milano.
Il Piana demolì un edificio dei primi anni del Settecento, costruito su un antico villaggio medievale per costruirvi una residenza di caccia.
Un anno più tardi il casino fu rimaneggiato definitivamente in stile tardobarocco da Luigi Vanvitelli, architetto noto per aver realizzato il famoso Palazzo Reale di Caserta, dopo che la casina di caccia aveva avuto alcuni problemi di natura statica.
L’edificio di caccia ha una pianta quadrata con quattro torri ottagonali, è posto su due livelli, ai quali si accede passando attraverso un portale d’ingresso in pietra affiancato da due garitte.
Il visitatore si ritrova in un atrio decorato con stucchi, alla cui fine c’è uno scalone terminante con una statua in marmo raffigurante un cane da guardia, molto probabilmente realizzato dal famoso scultore neoclassico Antonio Canova, che per i Borbone realizzò pure la statua di re Ferdinando IV attualmente al Museo Archeologico di Napoli.
Al Real Sito di Persano venne sperimentata una nuova e pregiata razza equina
Re Carlo di Borbone era molto affezionato alla Tenuta, infatti fece realizzare qui un allevamento equino selezionato da varie razze come quella napoletana, siciliana, calabrese e pugliese con stalloni di razza andalusa e provenzale al fine di creare una nuova razza di cavalli che fosse anche molto pregiata.
La nuova razza equina che venne fuori fu la famosissima Real Razza di Persano, selezione formata da cavalli da sella che fu poi portata alla Reggia di Carditello.
La razza dei cavalli di Persano all’inizio del XIX secolo partecipò anche alle battaglie napoleoniche insieme a Gioacchino Murat re di Napoli e lo stesso Napoleone lodò sia i cavalieri napoletani che i cavalli di tale razza, chiamandoli “diavoli bianchi” per il colore delle uniformi indossate dai cavalieri.
Il casino ha ospitato anche molti artisti e politici che hanno segnato l’epoca in cui hanno vissuto, come lo zar di Russia Nicola II, lo statista austriaco Metternich, lo scrittore tedesco Goethe e il primo pittore di corte Jakob Filipp Hackert.
Il pittore prussiano al Real Sito di Persano terminò il ciclo pittorico delle quattro stagioni dipingendo l’Inverno e rappresentando una scena di caccia che si tenne nei terreni della proprietà di Carlo III, con vista sulla collina di Altavilla e sul monte Alburno imbiancato.
Dopo l’Unità d’Italia l’allevamento di questi cavalli venne abbandonato insieme alla Reggia di Persano e con il decreto del Ministro Ricotti del 1874, la razza di cavalli di Persano fu soppressa definitivamente e venduta all’incanto sulla piazza del mercato di Eboli.
Qualche decennio più tardi, nel 1900, il Ministero della Difesa decise di ricostruire la razza attraverso fattrici selezionate tra i vari reggimenti di cavalleria.
Attualmente, la Tenuta di Persano è diventata un’area militare ed ospita sia il Reggimento Logistico Garibaldi che il 10° Reparto di Sanità “Napoli”, mentre il territorio circostante il casino di caccia di Persano è divenuto un’oasi protetta dal WWF e ha come suo simbolo la lontra, tipico mammifero della zona.
Bibliografia
Perillo, M. (a cura di), Cappuccio, R., Il sogno reale i Borbone di Napoli, guida ai luoghi borbonici della Campania, Edizioni Paparo, 2021
Parabita, E., Napoli, fine di un regno antico, Youcanprint, 2012
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