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Isca è un’isola vicina a Punta Campanella che si affaccia sulla zona costiera di Massa Lubrense, nel lato amalfitano della penisola sorrentina.  Poco distante dalla costa e lunga solo duecentosettanta metri, l’isola è nota come “scoglio Isca“, quasi a volerne enfatizzare le ridotte dimensioni e l’estrema accessibilità.

Eduardo e lo scoglio Isca: un amore a prima vista

Le sue strane caratteristiche, l’essere cioè un po’ isola e un po’ terraferma, attrassero l’interesse dell’illustre drammaturgo Eduardo De Filippo. L’isola apparteneva però al banchiere Vittorio Astarita, che non era intenzionato a venderla. Eduardo riuscì poi ad acquistarla nel 1949, attraverso la mediazione di alcuni amici che convinsero Astarita.

De Filippo utilizzò l’isola per riposarsi tra le tante tournée che la sua attività teatrale imponeva. Fu proprio a Isca che Eduardo incontrò Isabella Quarantotti, sua futura compagna. Isabella faceva infatti parte di un gruppo di bagnanti che riconobbe Eduardo sull’isolotto da un’imbarcazione diretta a Positano. Avrebbero poi trascorso molte estati insieme sull’isola. Isca sarebbe rimasta particolarmente nel cuore di Isabella, tanto che le dedicò l’opera “In mezzo al mare un’isola c’è...”.

Scoglio Isca dal sentiero per il fiordo di Crapolla.

La scrittura in riva al mare

Lo scoglio Isca divenne così il piccolo rifugio di Eduardo dal mondo. Un luogo che però gli permetteva comunque di contemplare il mondo da vicino, di non dimenticarlo del tutto. La terraferma se ne stava lì maestosa sullo sfondo, come un affresco da cui trarre continua ispirazione

Forse era quello il luogo in cui il drammaturgo poteva essere ogni tanto spettatore, ammirando i ripidi pendii della costiera amalfitana e il vicino arcipelago de Li Galli, oltre al dinamico via vai dei pescatori tra le onde tirreniche.

Il riposo per l’autore di Natale in casa Cupiello si concretizzava a dire il vero nel trovare la quiete per il suo lavoro, quello di scrittore. A Isca furono infatti composte molte delle sue opere. L’isolotto era un nitido punto di osservazione di quella realtà che Eduardo rappresentava magistralmente. Dallo scoglio i profili delle coste sono ancora ben chiari, i colori della macchia mediterranea affiorano con forza e non è raro incontrare gitanti in barca che passano di lì.

“Il contratto” e la traduzione de “La tempesta”

Eduardo ambientò nella dirimpettaia Massa Lubrense l’opera “Il contratto“, composta nel 1967.

“Lo stanzone di uno dei tanti casali rustici che si incontrano lungo la via collinosa che da Massa Lubrense porta a Positano. Piena estate ma la serata è fresca e l’aria marina, impregnata dall’essenza dei rigogliosi agrumeti in fiore che circondano il casale, attraversando le finestre aperte, spande, intorno, il balsamico profumo della sua miscela.”

(Eduardo De Filippo – Il contratto, 1967)

Fu però un altro il testo che si legò profondamente allo scoglio Isca. L’editore Giulio Einaudi aveva proposto a Eduardo di tradurre un testo di Shakespeare in napoletano, per la collana “Scrittori tradotti da scrittori”. L’opera scelta fu “La tempesta“, la cui storia è ambientata proprio su un’isola deserta. Eduardo ne partorì così il suo adattamento e i colori dell’isola shakespeariana divennero un po’ quelli di Isca e della vicina Capri. La scrittura fu completata nel 1984, a pochi mesi dalla sua morte.

Può darsi che”La tempesta” contenesse già alcuni germi del teatro di Eduardo, tanto da essere stata intrecciata con “L’arte della commedia“, altro spettacolo eduardiano, dal regista Gianfranco Cabiddu nella pellicola “La stoffa dei sogni” del 2016. Nelle varie opere emerge l’isola disabitata come un luogo distante dalla realtà conosciuta. Un posto dove poter capovolgere il proprio ruolo, dove la realtà e la finzione si fondono, un po’ come nel teatro insomma. Forse solo sullo scoglio Isca Eduardo poteva svestirsi del suo ruolo terreno di scrittore, o meglio riuscire a scrivere senza sentirsi tale. L’isola è stata anche utilizzata come location da Paolo Sorrentino per l’opera autobiografica “È stata la mano di Dio“.

La strada per l’isola

Per ammirare lo scoglio Isca nel modo più suggestivo si può percorrere la parte finale del Sentiero CAI 344 che da Sorrento porta al Fiordo di Crapolla. Partendo da Torca, frazione di Massa Lubrense, si imbocca un sentiero che porta a una selvaggia discesa di quasi 700 gradini in pietra. Lungo la discesa sono diversi i punti in cui affacciarsi sul vicino scoglio Isca. Dopo aver passato l’Abbazia di San Pietro a Crapolla e terminati i gradini si raggiunge un’accogliente spiaggetta, isolata e incastonata nel fiordo. Qui con un po’ di bracciate si può raggiungere e contemplare, questa volta dal basso, lo scenografico isolotto. Oppure si può, come Eduardo, voltarsi al largo e ammirare i Monti Lattari che si immergono nel mare della costiera amalfitana.

Bibliografia e sitografia:

  • https://www.caimontilattari.it/sentiero/344/
  • AA. VV.; Libri e scrittori di via Biancamano – Casi editoriali in 75 anni di Einaudi; 2014
  • Ambrogio Borsani; Campania: Avventure di piccole terre; 2016
  • Eduardo De Filippo; Cantata dei giorni dispari – Volume Terzo; 2015
  • Federico Frascani; Eduardo segreto; 1982
  • Maurizio Giammusso; Vita di Eduardo; 2015

Si ringrazia l’Associazione Torca Crapolla per l’immagine di copertina.

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