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Il piazzale della stazione della Circumvesuviana di Scisciano, paese a pochi chilometri da Nola, ospita annualmente il Farcisentire Festival. L’evento promuove la musica indipendente, offrendo al contempo la possibilità ad artisti emergenti di farsi conoscere. La prima edizione è stata nel 2003 ed è diventato nel tempo un atteso appuntamento estivo per gli appassionati di musica.

La stazione come luogo della gente

La location dei concerti non è casuale. La stazione di Scisciano può sembrare un posto anonimo, frequentato per lo più da pendolari, ma da qui nasce l’esigenza di riappropriarsi degli spazi da parte della comunità.

Il piazzale della Circumvesuviana di Scisciano diventa teatro di esperienze irripetibili, che uniscono la musica e la convivialità. Non più solo un centro di smistamento di lavoratori o studenti. Negli anni il Farcisentire Festival ha ospitato artisti come Bugo, Il Teatro degli Orrori, Motta, Perturbazione, Marlene Kuntz, Colapesce e Pinguini Tattici Nucleari. La stazione della Circumvesuviana di Scisciano, una volta all’anno, si trasforma così in un luogo di incontro per persone vogliose di cantare e festeggiare.

Momento live del Farcisentire Festivel, con la Circumvesuviana sullo sfondo.

La Circumvesuviana fa anche da sfondo al variegato mondo che si evolve continuamente attorno al Vesuvio. Se sul lato costiero del vulcano i turisti affollano i resti di antiche città, nell’entroterra la musica prova a dare una nuova veste alle realtà di provincia. Gli eventi possono contribuire a cambiare le prospettive delle piazze, come accaduto anche per Piazza del Plebiscito a Napoli, un tempo gigantesco parcheggio, con il Festivalbar.

Storia della Circumvesuviana

La ferrovia Circumvesuviana è entrata in esercizio nel lontano 1884, con la linea Napoli – Nola. Ispirandosi nel nome alle antiche navigazioni transoceaniche, oggi connette tutto il variopinto mondo che si espande attorno al vulcano. Si va dalla metropoli di Napoli agli incantevoli scenari della penisola sorrentina, dagli scavi archeologici di Pompei e Ercolano alle città alle pendici del Monte Somma, fino a raggiungere l’area nolana, l’Agro Nocerino Sarnese in provincia di Salerno e alcuni paesi della provincia di Avellino. Tra una stazione e l’altra si nota anche la fermata Villa delle Ginestre, nei pressi della quale abitò Leopardi.

Un’elevata eterogeneità tra le tante realtà che si sono sviluppate attorno al Vesuvio, unite proprio da quell’immagine da cartolina che molti campani possono ammirare affacciandosi alla finestra. Una terra da vivere fino in fondo, abbandonando le stanze della propria mente a bordo della Circumvesuviana.

La canzone nata nel piazzale

Il 7 luglio 2017 la band pisana The Zen Circus fu protagonista del Farcisentire Festival. Un po’ di mesi dopo venne rilasciato il pezzo “Il fuoco in una stanza“, ispirato proprio dal concerto tenuto nel piazzale della stazione di Scisciano.

“Facciamo un giro sulla Circumvesuviana mentre il vulcano sputa questa luna piena.”

(Zen Circus, Il fuoco in una stanza, 2018)

I componenti del gruppo rimasero letteralmente ammaliati dal potere evocativo della storica linea ferroviaria che circumnaviga il Vesuvio, tanto da dedicarle un verso nel brano. Significativo fu probabilmente il particolare contrasto tra la forza distruttiva del Vesuvio e il mondo urbanizzato che vive alle sue pendici. Un precario equilibrio tra la forza della natura e quella dell’uomo.

La Circumvesuviana naviga infatti tra paesaggi naturali mozzafiato e grigie aree industriali. Quella sensazione bivalente, scaturita da un vulcano che si prova a domare tra i binari ferroviari, ben si sposava con il tema generale del brano.

Pendolarismo tra bellezza e musica

Può risultare complicato vedere nella linea ferroviaria del Vesuvio un’immagine poetica, ma forse sta proprio in questa difficoltà la bellezza della Circumvesuviana e delle sue fermate. Può capitare di veder scorrere la vita senza riuscire ad ammirarne lo splendore, come un pendolare che si reca al lavoro dimenticandosi di ammirare il Vesuvio. A volte ci sono ferite che bruciano più della lava, ma la bellezza è sempre lì, fuori da quel finestrino.

La musica, come la bellezza, è ovunque, anche nel piazzale dove si aspetta il treno per andare a lavoro.

Riferimenti:

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