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Ludovico d’Angiò, Ludovico di Tolosa, San Ludovico: sono i tanti appellativi che le fonti utilizzano per indicare uno dei personaggi più noti della storia medievale napoletana.

Alcuni elementi legati alla sua vita non sono certi, influenzati anche dall’aura di santitá che fin dal XIV gli fu ufficialmente attribuita.

Ma perché è stato proclamato santo? Perché rinunciò al suo legittimo trono in favore del fratello Roberto? Perché divenne uno dei soggetti più rappresentati nella miniatura, nella pittura e nelle scultura tra il ‘300 e il ‘400?

Brignoles… o Nocera?

La maggior parte delle fonti riportano la stessa notizia: Ludovico di Tolosa nacque nel 1274 a Brignoles, città francese nell’attuale regione della Provenza. Secondogenito di Carlo II d’Angiò, re di Sicilia e di Napoli, e di Maria d’Ungheria. Passò l’infanzia proprio tra la Provenza e Napoli.

Eppure altre fonti, ugualmente autorevoli, spostano il luogo di nascita di circa 800 km. Pare infatti che Ludovico di Tolosa fosse nato a Nocera, e precisamente nello storico Castello del Parco della città. Lo stesso Castello che, un secolo dopo, fu il teatro del terribile assedio perpetuato dal re Carlo D’Angiò-Durazzo ai danni del papa Urbano VI.

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G. Sercambi, Assedio di Papa Urbano VI nel castello di Nocera, in Croniche

Ludovico di Tolosa: una vita fuori dagli schemi

Ma perchè un figlio della regale famiglia Angioina viene ricordato come Ludovico di Tolosa? Per comprenderne il motivo bisogna prima approfondire alcune sue vicende biografiche.

Dopo essere stato prigioniero degli Aragonesi in tenera età, Ludovico si apprestava a divenire legittimamente l’erede al regno di Napoli, una volta defunto il padre Carlo. Un futuro già scritto, insomma, che però entrò in contrasto con l’indole religiosa e spirituale del giovane Ludovico.

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S. MARTINI, San Ludovico di Tolosa che incorona il fratello Roberto d’Angiò, 1317 circa, tempera su tavola, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli.

Nel giro di pochissimo tempo, tra il 1295 e il 1296, Ludovico di Tolosa fu ordinato suddiacono, poi diacono, presbitero e vestì anche gli abiti francescani. Ma non finisce qui! Dopo pochissimo tempo fu nominato anche vescovo di Tolosa da papà Bonifacio VIII.

Una carriera rapidissima, che a quei tempi però era una prassi diffusa, soprattutto se perpetuata da uomini di potere appartenenti a importanti famiglie.

Ma di certo non è cosa comune rinunciare alla corona di Napoli!

La rinuncia al trono di Napoli

In virtù della sua scelta religiosa, Ludovico di Tolosa rinuncia al diritto di eredità al Regno di Napoli, acquisito di diritto a seguito della morte del fratello maggiore Carlo Martello.

A trarne beneficio fu il fratello Roberto il quale, alla morte del padre Carlo nel 1309, divenne re. In verità, secondo alcuni studiosi, quella di Ludovico non è da ritenersi una vera e propria rinuncia.

La regola successoria angioina era infatti molto stringente: Ludovico non avrebbe potuto rinunciare a qualcosa che ancora non gli apparteneva, cioè il Regno di Napoli. Solo dopo la morte del padre Carlo II il figlio legittimo avrebbe, eventualmente, potuto cedere il proprio diritto al fratello Roberto.

Il caso volle che, alla fine, Ludovico di Tolosa morisse 12 anni prima del padre, in tenerissima età.

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Roberto d’Angiò in un particolare del manoscritto dei Regia Carmina di Convenevole da Prato, metà del XIV secolo. Biblioteca Nazionale, Firenze.

Questa precisazione, in realtà, ebbe poca importanza sia all’epoca degli angioini che nei secoli successivi. Ludovico di Tolosa, infatti, fu elevato a modello spirituale per il popolo di Dio: colui che rinunciò ai più importanti poteri terreni e alla gloria per dedicarsi anima e corpo alla religione.

L’immagine di Ludovico di Tolosa nell’arte e nella storia

Il volto di Ludovico di Tolosa è stato riprodotto in numerosissime versioni di opere d’arte: miniatura, pittura e scultura. Molti di questi sono dei veri e propri capolavori, come la statua in bronzo dorato di Donatello conservata nel refettorio del Museo di Santa Croce a Firenze.

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A. VIVARINI, San Ludovico da Tolosa, 1450 circa. Photo by Sailko, CC BY 3.0

Un’ulteriore prova della notorietà di questo principe-santo, canonizzato nel 1317 a pochissima distanza dalla sua morte. Al di là delle incertezze e delle precisazioni storiche, in quanti sarebbero disposti a compiere la sua stessa scelta?

Fonti

  • V. LUCHERINI, La rinuncia di Ludovico d’Angiò al trono e il problema della successione nei regni di Napoli e d’Ungheria: sfide giuridiche e artistiche in T. D’URSO, A. PERRICCIOLI SAGGESE, D. SOLVI (a cura di), Da Ludovico d’Angiò a san Ludovico di Tolosa. I testi e le immagini. Atti del Convegno internazionale di studio per il VII centenario della canonizzazione (1317-2017) Napoli – S. Maria Capua Vetere, 3-5 novembre 2016.
  • G. Orlando, Storia di Nocera de’ Pagani, Editrice Gaia, 2018.
  • S. Somma – C. Zarra (a cura di), Giuseppe Messina. Storia Nocerina Sagra. Dissertazioni su Chiese, Monasteri, Collegi e Conventi della Città di Nocera de’ Pagani, Print Art Edizioni, Nocera Superiore 2018.

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