A Tramonti, comune sparso della Costiera Amalfitana, resiste da secoli il Tintore, un particolare vitigno che fa del passato la propria forza. Una condizione geografica unica quanto precaria e il secolare isolamento hanno permesso a Tramonti, area montana a pochi chilometri dalle spiagge costiere, di preservare una dinamica testimonianza di un imponente passato. Degustando i prodotti del Tintore ci si lascia cullare come nani dai giganti della storia che hanno costruito la nostra civiltà.

Il Tintore di Tramonti. Ph. Gerardo Russo.

La Pompei del vino

Tramonti potrebbe essere definita un’autentica Pompei del vino. Questo perché è qui che vengono coltivate viti a piede franco e prefillossere, tra le più vecchie del mondo. Con tale definizione si intendono le viti che sono sopravvissute all’attacco della fillossera, insetto proveniente dal Nord America che, diffusosi in modo incidentale in Europa, ne mise a rischio la viticoltura. La sopravvivenza delle coltivazioni si ottenne, per lo più, innestando la vite europea con quella americana. Rare sono invece le specie a piede franco, non ibride e non innestate su radici di piante americane. Si tratta infatti di esemplari centenari sopravissuti alla filossera e che possono contare su un particolarissimo suolo. Tra queste c’è proprio il Tintore, coltivato solo nella zona di Tramonti.

Le piante sono infatti pluricentenarie, testimonianza della storia di queste terre al pari di un bene archeologico. La bellezza poi non si respira solo assaggiando i vini ricavati dal Tintore, ma anche ammirandone i fusti, con diametri di circa due metri. Tutto queste rende la visita di un vigneto di Tramonti una vera e propria esperienza museale multisensoriale, tra gusto, vista e olfatto.

La conservazione del Tintore è dovuta anche alle caratteristiche specifiche del suolo dei Monti Lattari. Qui nel tempo la cenere e i materiali vulcanici portati dal Vesuvio hanno infatti ricoperto le rocce del territorio. Un’altra similitudine tra Tramonti e Pompei, dove l’attività del Vesuvio ha in un certo senso conservato, se non cristallizzato, il passato.

Isolati dal mondo

La zona di Tramonti, dove il Tintore mostra fieramente il suo passato, è stata protetta anche dall’evoluzione storica stessa della zona. C’è da specificare che la Costiera Amalfitana è stata a lungo una sorta di isola campana, poiché per molti secoli è stata raggiungibile per lo più via mare. Le strade rotabili sono infatti giovani nel panorama costiero e hanno lentamente permesso alla Costiera di essere collegata a Napoli, Salerno e all’entroterra. Importante fu la realizzazione nell’Ottocento del Valico di Chiunzi, proprio sul confine tra Tramonti e l’Agro Nocerino Sarnese, popolosa area dell’entroterra campano.

L’isolamento della zona, che l’ha resa ancora più protetta dagli agenti esterni, è stato quindi dovuto anche alla secolare carenza infrastrutturale dell’area.

Le coltivazioni di Tramonti. Ph. Gerardo Russo.

Vento di mare e di terra

Decisive sono anche le condizioni climatiche dovuta al particolare posizionamento geografico di Tramonti, comune montano ma vicino al mare amalfitano, soprannominato anche polmone verde della Costa d’Amalfi. Ci troviamo infatti in un territorio dove, seppur il sole non manchi, le escursioni termiche sono frequenti. La roccia è stata poi livellata attraverso eroici terrazzamenti, che hanno contribuito a formare l’immaginario collettivo della Costiera. Qui si alternano il vento di tramontana e l’influenza del mare. Un microclima straordinario che contribuisce alla qualità del vino prodotto attraverso il Tintore.

La storia nelle radici

Oltre al Tintore, Tramonti può contare su altre varietà autoctone come Biancatenera, Ginestra, Pepella e Piedorosso.

Un territorio straordinario, che grazie alla protezione data dalle ceneri vesuviane, all’isolamento storico-culturale e al particolare incontro tra mare e montagna, è stato in grado di preservare il passato e di raccontarlo oggi attraverso monumenti naturale a cielo aperto, come il Tintore, che imponente si mostra nelle coltivazioni di Tramonti. Il mare e la montagna sembrano scontrarsi, ma la loro lotta viene dolcemente ripianata attraverso un terrazzamento che permette straordinari frutti, densi di storia e di qualità.

Riferimenti:

https://www.vinitenutasanfrancesco.com/it/viti-secolari-prefillossera/

Ian D’Agata; Native Wine Grapes of Italy; 2014

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