Il santuario di San Gennaro alla Solfatara è il luogo che custodisce la memoria del martirio del Santo, come dichiara l’epigrafe che ritroviamo nel santuario “ loc decllaciois santi ianvarii et sociorum eius” ( luogo della decapitazione di San Gennaro e dei suoi compagni)…
Un po’ di storia
Edificato sulle macerie di un’antica chiesa paleocristiana che fu distrutta durante VIII secolo, il santuario di San Gennaro, si trova a Pozzuoli, nella strada che porta il suo nome.
I lavori per la ricostruzione iniziarono intorno il 1600 e si prolungarono fino al 1800. Per via della sua collocazione geografica il santuario fu soggetto a continue modifiche, dovute per lo più all’intensa attività sismica e vulcanica della vicina Solfatara.
Durante il XVII accanto alla chiesa iniziarono anche i lavori per la costruzione del convento dei Frati Minori Cappuccini, che tutt’oggi gestiscono il Santuario.
Ed è soprattutto grazie alla loro gestione che la chiesa fu da subito proclamata santuario e frequentata da tanti pellegrini e credenti che apprezzano i tesori del luogo sacro e rivolgono le proprie preghiere al Santo.
Il martirio del Santo e la pietra macchiata di sangue
Durante il periodo dell’età imperiale, e in particolare con l’avvento dell’imperatore Nerone, molti cristiani furono vittime di persecuzioni e per sopravvivere ai martiri dovevano rinnegare di praticare la religione cristiana.
In caso di rifiuto, gli venivano inflitte le pene più severe come la lapidazione, la decapitazione o il rogo. A Pozzuoli San Gennaro fu martirizzato insieme ad altri sei fedeli, tra cui spicca il diacono Procolo, che diventerà poi il patrono di Pozzuoli.
All’interno del Santuario viene conservata la pietra su cui si pensa sia stato decapitato San Gennaro. Secondo una credenza popolare su questa pietra ci sarebbero le macchie del sangue del Santo che da nere si colorano di rosso contemporaneamente al miracolo dello scioglimento del sangue, il giorno del 19 settembre, quandola città di Napoli festeggia il suo Patrono.
Soltanto successivamente si scoprì che la pietra faceva parte dell’altare dell’antica chiesa paleocristiana su cui il santuario è stato costruito e che le macchie rossastre non erano altro che semplice vernice.
Il busto di San Gennaro…
Uno dei tesori più importanti che ritroviamo all’interno del santuario è la statua in marmo del busto di San Gennaro, a cui vengono attribuiti diversi avvenimenti miracolosi.
Secondo la tradizione, nell’VIII secolo i Saraceni erano soliti depredare le coste della città di Pozzuoli, e il busto di San Gennaro fu vittima di una di queste azioni di violenza, subendo la rottura del naso in marmo, che fu gettato in mare e perso.
Furono i pescatori, nelle acque dell’aria di Bacoli, a ritrovarlo: buttando le reti in mare per pescare, una volta tirate su, si ritrovarono con il naso in marmo del busto del Santo.
Si racconta che quando i pescatori si recarono nel santuario per aggiustare la statua, il naso in marmo venne attratto dal busto e i due si unirono, senza bisogno di alcun collante.
… E la peste bubbonica del 1657
Quando l’area flegrea fu investita da un’ondata di peste bubbonica, il busto del Santo fu portato in processione per la città di Pozzuoli.
Si racconta che man mano che il busto passava lungo le strade della città, sulla sua guancia destra compariva e s’allargava una macchia gialla, simile a un bubbone di peste, è ben visibile .
Dopo il passaggio della statua, la città di Pozzuoli fu miracolosamente liberata dalla terribile epidemia e il busto di San Gennaro divenne simbolo di libertà e grazia divina.
Bibliografia:
Il Santuario di San Gennaro alla Solfatara: il restauro dei dipinti, G.Barrella, iniziative editoriali, 2010
Il santuario di san Gennaro, Pozzuoli Campi Flegrei, Mons.G.B.Alfano, 1977
La Pietra di San Gennaro alla Solfatara di Pozzuoli, Moscarella ed Dehoniane
https://www.vaticano.com/turismo/scheda_1387_santuario-di-san-gennaro-alla-solfatara.html
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