Delle quattro antiche porte di Napoli oggi esistenti, Porta Capuana è sicuramente la più imponente e maestosa. Costruita nel 1484 per volontà di re Ferrante d’Aragona, fu opera dell’architetto Giuliano da Majano, che realizzò un trionfale arco in stile rinascimentale che si ergeva al centro di due torri, le quali, come usanza dell’epoca, avevano un nome ed erano appunto state battezzate “Onore” e “Virtù”.
Perché si chiama Porta Capuana? A lungo il significato del nome è stato attribuito al fatto che fosse orientata in direzione della strada che portava a Capua, mentre più recentemente è stata avanzata l’ipotesi che questo fosse dovuto alla famiglia nobile dei Capuano, ai quali re Ferrante affidò la protezione di Porta Capuana.
La zona circostante risulta tra le più vive a ridosso del centro storico di Napoli, di cui Porta Capuana rappresenta l’ingresso dalla zona est della città, animata dal via vai dei cittadini e dal vicino mercato del Borgo di Sant’Antonio Abate, anche conosciuto più semplicemente come ‘o Buvero.
Nel corso dei secoli il monumento ha subito varie trasformazioni: ecco allora la storia di Porta Capuana!
La storia di Porta Capuana
La Porta inizialmente non era collocata dove si trova oggi, ma sul fosso del vicino Castel Capuano e vicina ad una chiesa non più esistente detta di S. Maria di Porta. Oggi, a ridosso di Porta Capuana troviamo la Chiesa di Santa Caterina a Formiello, anch’essa in stile rinascimentale, e possiamo ammirare i resti delle mura aragonesi che avevano ampliato lo spazio urbano e ammodernato il sistema difensivo della città.
Al centro delle due torri, l’arcata della Porta era inizialmente ornata con un bassorilievo raffigurante l’incoronazione di Ferrante d’Aragona tra San Gennaro e Sant’Agnello, sostituito nel 1535 in occasione della venuta di Carlo V con lo stemma dell’imperatore.
Porta Capuana subì un’ulteriore importante trasformazione nel 1656, quando in seguito alla peste i napoletani decisero di erigere una grande edicola votiva in cima alla Porta, la quale ospitò il dipinto di Mattia Preti, anche detto “il cavalier calabrese”. L’artista dipinse sette affreschi per altrettante porte della città; a tal proposito Bernardo De Dominici in “Vite dei pittori scultori ed architetti napoletani” riporta un racconto particolarmente fantasioso per la commissione di questi affreschi: secondo l’autore il pittore aveva infatti commesso l’omicidio di una guardia con cui si scontrò perché, a causa dell’epidemia di peste da poco cessata, l’ingresso in città era vietato.
Realizzò quindi per evitare la pena capitale gli affreschi con il tema dell’Immacolata e dei tre Santi protettori, probabilmente tuttavia questi gli furono semplicemente commissionati, data la sua crescente fama. Di questi resta solo quello a Porta San Gennaro e, già prima che l’edicola fosse in seguito rimossa, l’affresco del Preti a Porta Capuana fu sostituito nel 1837 con quello di Gennaro Maldarelli, rappresentante l’Immacolata.
Porta Capuana tra passato e futuro
Secondo un’antica leggenda, in voga fino al 1700, Porta Capuana era abitata da un drago, un’iraconda creatura che terrorizzava gli abitanti e che portava i napoletani ad evitare quello che era praticamente il principale punto di accesso alla città.
Secondo questa storia, il coraggioso nobile Gismondo riuscì a superare indenne la palude circostante per raggiungere San Pietro, questo grazie alla protezione della Vergine, che gli apparve in sogno, rivelando di aver pugnalato il drago e così liberato Napoli per premiare la fede del nobiluomo.
Ancora oggi, passeggiando per la piazza dedicata a S. Francesco e dominata da Porta Capuana, è possibile fare un tuffo nel passato, grazie alla vista delle possenti torri e delle mura, lasciandosi trasportare in un epoca di nobili e cavalieri, principesse e, per i più fantasiosi, draghi!
Tuttavia Porta Capuana oltre a essere un’importante testimonianza del passato, è un luogo ancora molto vivo e proiettato nel futuro: la zona è stata coinvolta nel Grande Progetto “Centro storico di Napoli, valorizzazione del sito Unesco” e in altri interventi complementari, che hanno già portato alla riqualifica della zona di Piazza San Francesco e che promettono di dare una nuova vita anche alla zona di piazza Enrico De Nicola e soprattutto alle mura aragonesi.
L’intento del progetto è quello di rendere le mura accessibili attraverso un ascensore, creando una passeggiata che renda la cintura muraria fruibile. Purtroppo i lavori non sono ancora terminati, tuttavia le impalcature vicine alla porta, pur non essendo belle da vedere, non riescono ad intaccarne il fascino. Ci auguriamo sicuramente che la bellissima Porta Capuana e l’intero complesso monumentario, terminati i lavori, possano essere presto e nuovamente un maestoso biglietto da visita per Napoli e il suo centro storico.
Riferimenti
“Le piazze di Napoli”, Sergio Delli, Newton Compton Editori, 1978 Roma
“Vite dei pittori scultori ed architetti napoletani”, Bernardo De Dominici, Stamperia del Ricciardi, 1742 Napoli
“Notizie del bello dell’antico e del curioso della città di Napoli”, Carlo Celano, Edizioni dell’anticaglia, 1856 Napoli
Progetto per la murazione aragonese a Porta Capuana, sito del Comune di Napoli
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