Nel cuore dei Quartieri Spagnoli c’è la Chiesa del Carminiello a Toledo. Questo piccolo edificio di culto sorge in via Carlo De Cesare 30, sul finire di Via Toledo, in prossimità di Piazza Trieste e Trento, a due passi dal mare. In quest’area, nel XVII secolo sorsero gli alloggi delle guarnigioni spagnole, da cui questo antico quartiere di Napoli prese il nome.
Incastonata nella facciata di un palazzo, come una gemma nella montatura di un anello, questa piccola chiesa nacque per volontà di Isabella de Mendoza y Alarçon, Marchesa della Valle, che volle istituire un Monasterio di donne spagnole convertite, intitolato a Santa Maria del Carmine.
Il quadro miracoloso del Carminiello a Toledo
È qui che il popolo napoletano si sarebbe recato nei secoli a venire per pregare il dipinto della Vergine del Carmine, ritenuto da molti miracoloso. Le dimensioni contenute, e l’omonimia con la monumentale Chiesa della Madonna del Carmine in Piazza Mercato, faranno guadagnare a questo tempietto l’epiteto di Carminiello a Toledo, rappresentando per i secoli a venire un luogo di riferimento per la devozione popolare napoletana. La stessa via in cui sorge ne porterà il nome fino alla seconda metà del XIX secolo, quando sarà intitolata a quel liberale esiliato dopo i moti del 1848, Carlo De Cesare, che sarà poi deputato e senatore.
Da Monasterio a Congregazione
Nel 1632, donna Eleonora Guzman, moglie del viceré conte di Monterey, fece trasferire altrove l’istituzione del Monasterio, intitolando questo luogo a Santa Maria Maddalena. Fu allora che l’originaria chiesetta del Carminiello a Toledo venne concessa ad una confraternita composta da 63 preti, che la renderanno nota come Chiesa della Congregazione dei 63 Sacerdoti.
In parte interrato, il Carminiello a Toledo si estende fino al vico Sergente Maggiore, dal quale emergono a livello stradale i finestroni alti di un insolito abside piatto.
Ignoto l’architetto di questo edificio elegante, discreto, quasi nascosto, che colpisce a prima vista per la facciata, che emerge e si confonde tra i balconi e gli emblematici panni stesi al sole del vicolo di chi abita il monastero diventato oggi un condominio.
Il pavimento maiolicato
Il Carminiello a Toledo si estende all’interno della corte del palazzo che la sovrasta e la ingloba. La verticalità e lo slancio delle più grandi chiese barocche di Napoli, sono qui quasi compensati dai motivi fitomorfi e dal verde e l’azzurro del pregiato pavimento maiolicato, opera settecentesca della Bottega dei noti mastri riggiolari, Donato e Giuseppe Massa.
È proprio nel corso del ‘700 che il Carminiello a Toledo assume l’aspetto che ci appare oggi: preceduta da un vestibolo tra due vani, presenta un’aula unica, suddivisa da sei pilastri, perfettamente equilibrata nel palazzo, che solo in epoca più recente viene sopraelevato di altri due piani.
La luce all’interno è raccolta, a tratti teatrale, e si diffonde nella navata centrale in penombra, attraverso i due lucernari che si affacciano all’interno dell’edificio e creano al contempo un dialogo intimo con i balconi delle case cui fa da basamento.
Il Carminiello in un film con Serena Rossi
Il Carminiello a Toledo è stato negato al culto e al pubblico per quasi trent’anni. Eppure questo edificio, in un momento di assoluto oblio, annovera nella sua secolare storia persino una fugace apparizione sul grande schermo. Nel 2020, annus horribilis per la diffusione del COVID-19, appare nel film “7 ore per farti innamorare” di Giampaolo Morelli con Serena Rossi, prima di vedere di nuovo il suo piccolo cancello nuovamente chiuso.
Come già accade per molti altri edifici di culto a Napoli, anche questo piccolo Complesso barocco rientra oggi a far parte di un importante, quanto impegnativo, progetto di recupero, restauro e restituzione alla città, attraverso iniziative culturali che vanno così ad affiancare l’originaria funzione di culto. Un ristoro per la fede e per chi nell’arte ritrova la salvezza dell’anima. Perché forse, in fondo, è vero: la bellezza salverà il mondo.
Bibliografia
I segreti del Carminiello a Toledo, Italo Ferraro (dal Corriere del Mezzogiorno)
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