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Tra il 136 e il 71 a.C. la Repubblica romana dovette fronteggiare diverse rivolte servili. La I e la II guerra servile scoppiarono in Sicilia, rispettivamente nel 135 a.C. e nel 104 a.C.. La più impegnativa fu però quella generata dal gladiatore Spartaco, tra il 73 e il 71 a.C., che si estese in buona parte della penisola italica.

Chi era Spartaco?

La figura di Spartaco, eroico schiavo ribelle, è vista da Karl Marx come l’incarnazione nella storia antica del rivoluzionario proletario.

Spartaco, nato probabilmente in Tracia nel 109 a.C., era secondo lo storico Appiano di Alessandria un militare disertore, condannato in schiavitù dai Romani e venduto al lanista Lentulo Battiato, ossia il proprietario di una scuola per gladiatori a Capua, nell’odierna Santa Maria Capua Vetere.

La fuga dei gladiatori ribelli

Obbligato a combattere come gladiatore, Spartaco si ribellò alle condizioni imposte da Lentulo e scappò insieme ad altri schiavi nel 73 a.C., riparando presso il Vesuvio. La scelta logistica di Spartaco ne dimostrava la sagacia militare, da lì infatti si poteva scorgere con largo anticipo l’arrivo dei militari romani. Il suo gruppo aveva una composizione molto eterogenea e per certi aspetti multietnica, in quanto formata da schiavi provenienti dai tanti territori controllati dalla Repubblica romana.

Il luogo dove i ribelli si rifugiarono si ipotizza essere nei pressi della Carcava di Ottaviano, voragine di un antico e spento cratere. Alcuni scavi effettuati durante l’ammodernamento di una strada statale hanno infatti evidenziato la presenza nell’area di alcune strutture murarie, presumibilmente i resti di insediamenti abbandonati in seguito alle rivolte sociali incoraggiate da Spartaco.

All’epoca il Vesuvio era molto diverso da come lo conosciamo oggi. Il Gran Cono infatti si formerà solo nel secolo successivo, in seguito alla celebre eruzione del 79 d.C. che distrusse Pompei. Il vulcano era costituito in pratica dal solo Monte Somma, ricoperto a quei tempi da una fitta vegetazione ricca di vigneti.

Affresco ritrovato in Casa del Centenario a Pompei, raffigurante Bacco e il Vesuvio prima dell’eruzione del 79 d.C.

La battaglia del Vesuvio

A fermare Spartaco e i suoi furono inviati delle milizie raccogliticce, guidate da Gaio Claudio Glabro. L’esercito romano cinse d’assedio la posizione sulla quale si erano asserragliati i fuggitivi ribelli, ostruendone il sentiero di accesso e sperando di costringere gli avversari alla fame.

Spartaco, che di esperienza militare ne aveva, architettò un piano ingegnoso. Approfittando dell’oscurità, i ribelli riuscirono ad aggirare l’accerchiamento, calandosi da un fianco del vulcano con corde ricavate da tralci di vite. L’accampamento romano si ritrovò improvvisamente circondato e una volta attaccato riportò ingenti perdite. Ebbe luogo tra le attuali Pollena Trocchia, Ottaviano e Terzigno la celebre battaglia del Vesuvio, dove le forze guidate da Spartaco sterminarono gran parte dei legionari romani.

Non deve sorprendere tale risultato, in quanto le milizie romane inviate erano formate da uomini poco esperti di strategie militari, probabilmente arruolati per un’insurrezione ritenuta poco pericolosa. Combattere poi contro degli schiavi era ritenuto poco prestigioso dai più esperti.

I ribelli avrebbero in seguito ingrossato le proprie fila con i tanti schiavi delle zone agricole dell’area vesuviana e riportato numerose altre vittorie contro le milizie inviate, generando una grande rivolta servile che spaventò per lungo tempo Roma. Probabilmente Spartaco aveva previsto anche che la manodopera schiavile dei vasti latifondi campani avrebbe dato manforte. Gli schiavi ribelli sarebbero stati fermati solo due anni dopo dall’intervento delle truppe guidate da Marco Licinio Crasso.

I luoghi di Spartaco a Ottaviano

La Carcava, prima tappa della marcia verso la libertà di Spartaco, è tutt’ora facilmente visitabile. Si trova nel Parco Nazionale del Vesuvio ed è raggiungibile attraverso un percorso noto come il Sentiero di Spartaco, nei pressi di Via Valle delle Delizie a Ottaviano. Esplorando la zona non è difficile immaginare e rivivere le fasi della storica battaglia del Vesuvio.

Salendo lungo il sentiero, lungo il quale la vegetazione e i tronchi crollati nel tempo hanno creato degli scenografici tunnel, è possibile ammirare gli imponenti versanti del Monte Somma. Le pareti vulcaniche, seppur rivoluzionate dalle eruzioni vesuviane rispetto ai tempi di Spartaco, conservano ancora oggi la loro maestosità. Fu proprio all’imbocco dell’unico sentiero all’epoca percorribile che le milizie romane provarono a intrappolare Spartaco.

Parte del Sentiero di Spartaco che conduce alla Carcava di Ottaviano.

I luoghi di Spartaco rappresentano un posto magico, dove la natura riesce a raccontare l’altra faccia della storia romana, quella degli oppressi e degli stranieri. Gli emarginati della Repubblica romana provarono a scrivere la loro storia e fu proprio l’antenato del nostro Vesuvio ad accoglierli.     

I sentieri di Ottaviano evocano la storia non scritta dai vincitori, le gesta dei ribelli che utopicamente decisero di sfidare la potenza dell’esercito romano. Una testimonianza di un’antica alleanza tra la natura e la più bistrattata tra le classi sociali, senza dimenticare poi che per ogni storia arrivata a noi ce ne sono tante altre passate ancora da scoprire, o altre future da vivere.

Bibliografia:

  • Gennaro Barbato; The Land of the Ottavi; 2020      
  • Patrick Kelly, Spartacus: The True History of Rome’s Greatest Hero & the Third Servile War; 2011
  • Richard J. Samuelson; Spartaco e la rivolta dei gladiatori romani; 2013
  • Barry Strauss; La guerra di Spartaco; 2017

Sitografia:

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