Santa Maria Capua Vetere
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Alla domanda cosa vedere a Santa Maria Capua Vetere, tante sono le risposte. L’antichissima città campana ha un passato glorioso, di cui restano tracce ancora oggi. Scopriamole insieme in questa nostra passeggiata la poco nota cittadina della provincia casertana.

1. Anfiteatro Campano

A Santa Maria Capua Vetere era presente una prestigiosissima e importante scuola gladiatoria. Come testimonianza di questo passato glorioso ancora si erge l’Anfiteatro Campano. L’antico foro campano, che da secoli fa la guardia alla città di Santa Maria Capua Vetere, è stato costruito tra la fine del I e l’inizio del II secolo dopo Cristo.

Ancora è possibile ammirare un’iscrizione, oggi al Museo Provinciale Campano, nella quale si menzionano i restauri che furono fatti al colonnato per ordine dell’imperatore Adriano.

Durante l’invasione di Genserico del 456, l’anfiteatro venne gravemente distrutto e venne riparato solo più tardi. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente l’Anfiteatro Campano continuò a funzionare come arena, ma dopo la distruzione dell’antica Capua da parte dei Saraceni, la città venne progressivamente abbandonata e l’anfiteatro divenne una fortezza.

In epoca sveva invece fu utilizzato come cava e i suoi prezisi marmi e le sue statue vennero riutilizzate per la costruzione degli edifici della nuova Capua, sorta sulle sponde del Volturno e più sicura.

Pochi sanno che alcuni dei marmi dell’Anfiteatro Campano sono stati usati per decorare la Reggia di Caserta e il giardino inglese.

I primi lavori di scavo dell’Anfiteatro Campano sono iniziati nei primi anni del XIX secolo, in quanto era parzialmente sottoterra.

Quando pensiamo alle lotte gladiatorie, ci torna subito in mente il famoso gladiatore Spartaco. La sua rivolta è partita proprio a pochissimi passi dall’attuale Anfiteatro campano.

Nel I secolo a.C., l’attuale Anfiteatro ancora non era stato costruito, e l’antica Capua aveva un arena più piccola che in parte è ancora visibile in Piazza Adriano, l’altra parte invece si trova sotto i moderni edifici della città.

Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere -Wikipedia

2. Mitreo

Cosa fare a Santa Maria Capua Vetere? Sicuramente visitare il Mitreo, che è il più importante al mondo. Il mitreo era  il centro del culto ed il luogo di incontro dei seguaci del Mitraismo. Roma è sempre stata aperta ai nuovi culti e tra questi, il culto d’origine persiana di Mitra, o “Sole Invicto”, che si festeggiava proprio il 25 dicembre. Il dio Mitra si venerava in ambienti sotterranei.

Si tratta di un luogo davvero suggestivo e che vale la pena di visitare. Entriamo e scendiamo piano piano le scale e ci ritroviamo in una sala sotterranea tutta ricca di affreschi.

L’affresco più importante del Mitreo di Santa Maria Capua Vetere è la Tauroctonia. Il dio Mitra, a cui già in epoca antica era stato cancellato il volto, ammazza un toro colpendolo con un coltello sul collo. La divinità indossa anche un berretto frigio, un vestito rosso con un mantello rosso all’esterno e all’interno azzurro.

Nell’affresco, a sinistra in alto il dio Sole osserva la scena e con l’aiuto di un corvo ordina a Mitra di compiere quest’impresa, mentre in alto a destra c’è la dea Luna. Ai due lati ci sono due Dadofori, due portatori di fiaccole: Cautes rappresenta la vittoria della luce sulle tenebre, Caputopates invece rappresenta la vittoria della notte sul giorno.

Nell’affresco troviamo anche un cane, un serpente e uno scorpione e due volti barbuti che rappresentano gli spiriti protettori del luogo.

3. Museo Archeologico dell’Antica Capua

Questo Museo si trova in un palazzo del XIX secolo che in passato era la sede di una Caserma di Cavalleria. Durante la sua costruzione incorporò la Torre di Sant’Erasmo, dove nacque re Roberto d’Angiò nel 1278 e dove venne ospitato il papa Bonifacio VII durante una sua visita. La Torre stessa era stata costruita sui resti del Capitolium dell’antica Capua.

Il Museo oggi appartiene al Mibact ed è stato inaugurato nel 1995: ospita anche laboratori di restauro, ludoteca museale e sale conferenza.

I pezzi della collezione del Museo Archeologico sono stati collezionati a partire dal 1980 circa, grazie alle campagne di scavo effettuate sul territorio mentre l’allestimento dei reperti archeologici nelle sale segue un principio cronologico e topografico e vuole stabilire un rapporto diretto con la comunità di Santa Maria Capua Vetere.

Bibliografia

Sito Mibact

Sirano, F. Guida arte’m di Santa Maria Capua Vetere, Arte’m, 2012

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