La ruota degli esposti, o degli innocenti, nel complesso monumentale dell’Annunziata, dà origine ad uno dei cognomi più diffusi di Napoli: Esposito. Quest’ultimo deriva proprio dal latino “expositum” che significa esposto.
Esposito, però, non era l’unico nome che prendevano i bambini, infatti tutti coloro che tramite la ruota accedevano al complesso monumentale divenivano figli della Madonna o Dell’Annunziata.
La ruota degli esposti o innocenti
La Chiesa dell’Annunziata fu costruita nel XIV secolo, per la riqualificazione del quartiere Forcella che ai tempi era comunemente chiamato il “malpasso“. Il quartiere era tappezzato da rovine e frequentato da delinquenti e prostitute, che accoglievano i loro clienti tra quei ruderi.
Il complesso monumentale dell’Annunziata nacque in questo scenario e già dai primi tempi era molto comune per le monache che vi abitavano, ritrovarsi sul ciglio del portone d’ingresso neonati inermi abbandonati dalle loro madri, che venivano lasciati al freddo e ai pericoli di quel quartiere. La chiesa per assicurare da subito protezione ai piccoli neonati decise di istituire la ruota degli esposti o degli innocenti, che tramite una piccola buca scavata sulla parete esterna della struttura dava accesso all’interno di essa.
Una volta lasciati all’interno della ruota girevole, fatta in legno e di forma cilindrica, i piccoli venivano accolti dalle balie del complesso che prestavano loro le prime cure. Il neonato una volta recuperato dalla ruota, veniva spostato nello scomparto a fianco ad essa per essere visitato e infine battezzato prendendo così il cognome Esposito.
Inoltre, tutto ciò che questi indossavano e portavano con sé nel momento in cui venivano presi dalla ruota degli esposti, veniva segnato in un registro utile ad un loro riconoscimento futuro oltre a segnalare la data e l’ora del ritrovamento: era come se questi bambini venissero di nuovo alla vita sotto la protezione della Madonna dell’Annunziata .
La suddetta buca, chiamata comunemente il pertusiello, fu nei tempi ristretto per garantire l’accesso ai soli neonati. Le madri disperate, pur di fare entrare i loro bambini all’interno di essa erano solite cospargerli d’olio e farli scivolare al suo interno, provocando ai loro bambini fratture e lesioni interne. Quest’ultima fu chiusa al pubblico il 27 giugno 1875 e con se cessò di funzionare anche la ruota degli esposti.
Fa un pò impressione pensare che dei genitori avessero il coraggio di abbandonare i propri bambini, ma proviamo un attimo a calci nei panni di chi non aveva niente e a stento riusciva a procurare del cibo per se stesso, questo era il caso di genitori poverissimi che affidavano i loro bambini alle cure della chiesa per poi recuperarli in tempi migliori. Altri li abbandonavano perché figli illegittimi nati da amanti o concubine e quindi al di fuori del letto coniugale
La Real Casa dell’Annunziata e suoi impegni sociali
La basilica Dell’Annunziata Maggiore nasce come ente assistenziale per la cura dell’infanzia abbandonata, la chiesa faceva parte di un grande complesso monumentale comprendente: un convento, un orfanotrofio, un ospizio per i trovatelli e un conservatorio per le “esposte”.
Nel 1348 la regina Sancha D’Aragona, moglie di Roberto D’Angiò, provvide a dotare la congregazione, che prese il nome di Real Casa Dell’Annunziata. Grazie a questa donazione la congregazione divenne ricca e longeva mantenendo la sua posizione fino agli inizi del Novecento.
Il complesso restaurato nel XVIII secolo dai Borbone ed ancora oggi è sede dell’ospedale ginecologo e pediatrico. Nel corso dei secoli l’intera struttura è stata prima completamente ricostruita, dopodiché subì un incendio che la distrusse in parte e infine nel settecento fu gravemente danneggiata dal terremoto.
I lavori di ristrutturazione a seguito di quest’ultimo fenomeno furono seguiti in prima istanza da Luigi Vanvitelli poi seguiti da suo figlio Carlo. Carlo Vanvitelli ingegnosamente pensò, che invece di interrompere le funzioni religiose a causa dei lavori di ristrutturazione avrebbe potuto progettare e costruire una nuova chiesa nei sotterranei del complesso che a lavoro ultimato chiamó succorpo dell’Annunziata.
Sitografia
https://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1418
complesso-della-real-casa-dell-annunziata-napoli
Bibliografia
Vittorio Gleijeses, Chiese e palazzi, della città di Napoli, La buona Stampa, 1978
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