Il legame tra Benevento e la Divina Commedia di Dante Alighieri è noto a pochi, eppure è una delle città che può vantare di essere citata nell’opera del poeta. Il capoluogo del Sannio è infatti presente nel Canto III del Purgatorio, durante l’incontro tra Dante e Manfredi di Svevia che perse la vita nella famosa Battaglia di Benevento del 1266.
Benevento e la Divina Commedia – Manfredi di Svevia
Manfredi fu l’ultimo sovrano della dinastia sveva del Regno di Sicilia. Figlio naturale di Federico II di Svevia e nipote di Costanza d’Altavilla. Fu reggente in Sicilia in luogo del fratellastro Corrado IV, alla cui morte, avvenuta nel 1254, tentò di far riconoscere come sovrano il piccolo Corradino, suo nipote naturale, trovando l’ostilità del papato. Manfredi riparò a Lucera, dove poteva disporre del tesoro degli Svevi e ottenere sostegno da parte delle truppe saracene stanziate da Federico II, riuscendo a riconquistare il regno a scapito della Chiesa. Diffuse allora la voce della morte di Corradino, venendo poi incoronato re a Palermo nel 1258.
Fu scomunicato più volte e fu sconfitto da Carlo I d’Angiò, con cui si era accordato il papa, a Benevento. Morì sul campo e fu sepolto sotto un ponte sul fiume Calore, ma il cadavere sarebbe stato disseppellito e disperso dall’arcivescovo di Cosenza, con il beneplacito del papa.
L’incontro di Dante con Manfredi
Manfredi appare nel Purgatorio, precisamente nel Canto III, che si svolge nell’Antipurgatorio, dove si trovano le anime dei morti scomunicati. Dante lo descrive come biondo, bello e di gentile aspetto. Al poeta Manfredi si presenta come nipote dell’imperatrice Costanza.
Morto dopo due ferite mortali, Manfredi spiega di essersi convertito poco prima di morire e racconta il triste epilogo dei suoi resti, in un primo momento sepolti a Benevento.
Se ‘l pastor di Cosenza, che alla caccia
di me fu messo per Clemente allora,
avesse in Dio ben letta questa faccia,
l’ossa del corpo mio sarieno ancora
in co’ del ponte presso a Benevento,
sotto la guardia de la grave mora.
Or le bagna la pioggia e move il vento
di fuor dal regno, quasi lungo ‘l Verde,
ove la trasmutò a lume spento.
(Dante Alighieri – Canto III del Purgatorio)
Era stato, nella visione dantesca, perdonato da Dio, in quanto collocato nel Purgatorio. Manfredi però racconta la triste fine del suo cadavere. Il vescovo di Cosenza, spinto da papa Clemente IV, avrebbe dissotterrato le sue ossa, che si trovavano sotto un cumulo di sassi a Benevento, per gettarle fuori dai confini del Regno da lui invocato, presumibilmente presso il fiume Liri.
Manfredi dirà in particolare a Dante di chiedere a sua figlia Costanza di pregare per lui, in quanto le preghiere dei viventi diminuiranno l’attesa di un’anima del Purgatorio.
Il monumento sul fiume Calore
Nel 1921, in occasione dei seicento anni dalla morte di Dante, fu posta, all’estremità ponte sul fiume Calore a Benevento, una stele raffigurante il passo del Canto III del Purgatorio, con un’epigrafe a memoria di Manfredi di Svevia e del passo della Divina Commedia. Sono riportati i versi in cui la città è citata dal poeta, in cui Manfredi parla delle sue ossa “in co del ponte presso a Benevento”. La stele fu distrutta da bombardamenti aerei durante la seconda guerra mondiale e successivamente ricostruita.
Il ponte attuale che attraverso il fiume Calore è noto come ponte Vanvitelli, sebbene si tratti di un ponte più volte modificato nel tempo. Luigi Vanvitelli diresse il suo rifacimento nel 1767, ma fu ricostruito dopo la tragica alluvione dell’ottobre del 1949.
Benevento dantesca
Seppur derubato delle sue stesse ossa, Manfredi ha trovato il modo di diventare immortale attraverso i versi di Dante, sopravvissuti ai vari regni che si sono succeduti in Italia. L’ originaria sepoltura è oggi ricordata dalla stele, posta proprio in corrispondenza del ponte del Calore.
Benevento, teatro dell’antica battaglia, ricorda le gesta di chi, al di là di quanto compiuto in vita, ha consacrato la città con un posto nella Commedia più famosa al mondo.
Bibliografia:
Dante Alighieri – La Divina Commedia
Gino Leone; Un re nel purgatorio. Manfredi di Svevia: dalla vita terrena all’oltretomba dantesco; 1994
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