La maschera

La Maschera è un gruppo folk formatosi a Napoli nel 2013. ‘O vicolo ‘è l’allerìa è stato il loro album di esordio pubblicato nel 2014 dall’etichetta Full Heads, seguito poi la Parcosofia e Sotto chi tene core. Melodie che si rifanno al folk e al blues di impronta Mediterranea che raccontano storie di personaggi che vivono, come tutti noi, l’amore, il dolore e soprattutto il legame con la terra napoletana. Vedremo cosa li ha legati e le storie che risiedono dietro le canzoni del loro primo album.

La Maschera: come è nato il gruppo

Il frontman del gruppo è Roberto Colella, nato e cresciuto a Villaricca, una zona a nord della periferia di Napoli. Un giorno inizia a suonare, in modo casuale, la chitarra di un suo amico e comincia ad esprimersi in modo libero e spontaneo, diventando autodidatta. Il suo intento era quello di provare ogni strumento possibile, tanto che oggi sa suonarne una ventina. Nel 2012 infatti nasce il suo primo testo “Il ballo del potere” seguito poi da “Pullecenella” nato dalla sua passione per la storia della maschera.

Nel 2013 dall’incontro con Vincenzo Capasso nasce il loro gruppo: Roberto è la voce principale, suona la chitarra, la tastiera e il sax; Vincenzo Capasso alla tromba; Antonio “Gomez” Caddeo al basso e contrabbasso; Marco Salvatore alla batteria. Con “Pullecenella“, La Maschera approda al contest di Pomigliano per band emergenti raccogliendo un buon numero di consensi e quella stessa sera il gruppo viene notato da Vincenzo Caiazzo che propone loro di girare il video della canzone. Avendo avuto un discreto successo il gruppi inizia a lavorare al primo album che viene pubblicato il 28 novembre 2014 col titolo ‘O vicolo ‘è l’allerìa, il quale viene accolto in Campania con quaranta concerti.

“Pullecenella”: il primo singolo di La Maschera

Il gruppo ha un legame molto forte col simbolo della maschera, come dimostrato dal nome, infatti il primo brano del loro primo album è intitolato “Pullecenella“. Si ispirano al suo dualismo, al concetto di voler smascherare la realtà e al legame con il mondo della teatralità napoletana. Propongono allora la centralità di questa figura che richiama all’origine della tradizione napoletana ripresa da loro punto di vista, con una chiave contemporanea.

Tuttavia è una maschera che presenta anche tante contraddizioni: ha dei vizi, come l’alcol, ma rappresenta anche la tipica spensieratezza napoletana. Il loro Pulcinella accusa l’assenza di comunicazione che oggi c’è tra le persone, cosa che vediamo nel video dove il protagonista balla e canta per strada per rallegrare la giornata dei passanti ma nessuno lo ascolta. In risposta lui continua ad andare per la sua strada.

Portano in musica una metafora sull’annullamento della ribellione collettiva perché l’importanza dell’individualità prende il sopravvento. Questo messaggio è nascosto dall’allegria del pezzo che è in grado di diffonderlo meglio. Dal testo deriva anche il titolo dell’album che indica un posto immaginario e ideale che tutti dovrebbero trovare, dove regna “l’allerìa”.

“La confessione”, brano celebre del gruppo

Il cantane voleva raccontare delle storie difficili ed ha scelto la figura del prete che confessa, che ascolta ogni giorno gli sbagli degli altri. Questo personaggio preso dalla necessità di sfogarsi alla fine finisce anche col parlare di se stesso, è stanco ed è pieno di tutto quello che gli vengono a raccontare. Il ritornello della canzone riflette un suo pensiero nascosto: che sarebbe quasi inutile confessarsi se dopo si commettono gli stessi errori.

La prima di cui parla è donna Concetta che è incinta di un uomo che non è suo marito. Intanto lui “scalda il letto” di un’altra donna. Passa a Salvatore che è un ragazzo con dei vizi come il gioco, il fumo, che avrebbe potuto condurre una vita diversa. Racconta del vecchio che confessa di andare a letto con delle prostitute minorenni e alla fine dichiara il dolore che ha provato nel dover unire in matrimonio il suo primo amore, Rosa, con un altro uomo che è stato in carcere e che si presenta dal parroco con un occhio nero provocato dal marito. Ed è qui che confessa il suo peccato, raccontando solo di questo abbraccio profondo che condividono.

La Maschera: “Smile on your face” e altri brani

Questo testo è diverso dagli altri dell’album per il carattere spensierato, gioioso e romantico che vede un intreccio linguistico tra italiano, inglese e napoletano. Un brano dedicato ad una donna di cui Roberto elogia soprattutto il sorriso e che ci trasporta in un contesto quasi onirico. La band fa una commistione di vari generi tra cui notiamo il jazz e il charleston. Il frontman canta di questo sorriso per cui farebbe pazzie, di una pioggia che rappresenta le difficoltà che si affrontano nella vita ma che non la rendono triste perché tutto andrà per il verso giusto.

Nell’album ci sono anche due balladN’ata musica” e “O’ Marenaro” che riprendono lo stile dei vecchi cantautori come Pino Daniele ed Eugenio Bennato, non perdendo di vista la vena rock. Troviamo un esperimento di r’n’blues con “So semp’ stato ccà“, “Gente ‘e nisciuno” presenta una sonorità che richiama la world music contemporanea e “Fujetenne“, un esperimento dub-funk dallo spirito ancora rock. L’album si chiude con “Amarcord“, un brano basato su una serie di ricordi, sensazioni e scenari che ritornano alla mente.

Sitografia

Sulsud.it

Passioneducativa.it

Zon.it

Melodicamente.com

Rock.it

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