Non tutti gli errori portano a cattive conseguenze. Alcuni, infatti, creano delle fantastiche combinazioni: l’esempio eclatante è dato dalla torta caprese. Diverse leggende raccontano la sua nascita, ma ciò che le accomuna tutte è che questo dolce sia venuto alla luce per colpa di un fortunato errore, anche se la sua fortuna più grande è stata quella di poter nascere sull’isola più mondana di tutte: Capri.
La leggenda della nascita della torta caprese
In cucina non è difficile ricadere in distratti errori che modificano l’intera composizione di un piatto: questo è l’incipit per raccontare come nasce la torta caprese.
La fortuna di questo errore è stata quello di essere avvenuto a Capri, un’isola molto nota e mondana, dove da sempre personaggi famosi e celebrità decidono di trascorrere le proprie vacanze.
Le leggende che girano attorno alla torta caprese sono numerose, alcune più realistiche altre invece rese un pò più fiabesche.
La più realistica sostiene che la torta alla caprese sia una versione alternativa della Sachertorte austriaca. Tra gli anni ’60 e ’80 dell’Ottocento, Maria Teresa d’Austria, seconda moglie di Ferdinando II, chiese la preparazione della torta Sacher per soddisfare un suo irrefrenabile desiderio di mangiarla. I monsù napoletani, cioè i cuochi di corte dell’epoca, non conoscendo la ricetta sostituirono la farina di grano con quella di mandorle.
Un pasticciere distratto ed un mafioso goloso
Un’altra leggenda attribuisce la nascita della torta caprese ad un pasticciere distratto, Capocchiella. Egli fu chiamato a sostituire per un giorno il pasticciere del ristorante “Fontelina”, lo stabilimento balneare di fronte ai Faraglioni, a Capri.
A Capocchiella era stato ordinato un dolce alle mandorle, ma si racconta che nella preparazione di questa torta confuse, inspiegabilmente, il cacao con la farina. Dopo la cottura la torta acquisì un guscio croccante e l’interno invece restò umido e morbido. Il sostituto pasticciere si aspettava una partaccia per l’errore che pensava di aver commesso, ma la torta, invece, riscosse un grande successo e quando gli chiesero il nome di questa delizia, egli rispose è: “la torta alla caprese“.
L’ultima versione, forse quella più romanzata e affascinante, racconta della visita di tre malavitosi mandati da un boss goloso alla pasticceria di un tale che aveva il nome di Carmine Di Fiore. Si racconta che il boss fosse Al Capone in persona e che il pasticciere, intimorito da quella visita, nella preparazione del dolce dimenticò di aggiungere la farina, dando vita così alla torta caprese.
La ricetta
Ingredienti:
185 gr di mandorle pelate;
125 gr di burro;
125 gr di cioccolato fondente;
120 gr di zucchero semolato;
3 uova;
buccia grattugiata di un’arancia;
un cucchiaio di zucchero a velo.
Procedimento:
Tritare le mandorle in un mixer e mettere a bagnomaria il cioccolato fondente ed il burro. In un recipiente unire solo i tre tuorli delle uova e amalgamare con lo zucchero semolato, fino ad ottenere un composto spumoso.
Aggiungere a poca alla volta il cioccolato e il burro precedentemente sciolti al composto spumoso, grattugiare la buccia di un’arancia e aggiungere infine le mandorle tritate. Amalgamare bene il composto fin quando tutti gli ingredienti formano un composto compatto e uniforme.
In un altro recipiente si aggiungano i soli tre albumi delle uova e 40 gr di zucchero a velo, dopodiché montare a neve il tutto. Uniamo, infine, i due composti mischiando delicatamente. Inserire il composto finale in una tortiera imburrata e infarinata, livellare bene i bordi ed infornare a 180 gradi in forno preriscaldato per circa trenta minuti.
Dopo trenta minuti sfornare la caprese e lasciare raffreddare per altri trenta minuti nella tortiera. Si consiglia di ricoprire la torta con una bella spolverata di zucchero a velo.
Bibliografia
Amedeo Colella, Mille paraustielli di cucina napoletana, Cultura Nova, 2019
Yvonne Carbonaro; Il cibo racconta Napoli, l’alimentazione dei napoletani attraverso i secoli fino ad oggi; Kstoria; 2018
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