“È fernuta ‘a zezzenella“: quante volte questo modo di dire ricade nel quotidiano, specialmente quando dopo un lungo periodo di relax e divertimento, si ritorna alla routine di sempre? Non ci stupirà sapere che questo detto deriva proprio dalla mungitura delle vacche ed è accompagnato spesso dal termine “smammare“.
“È fernuta ‘a zezzenella”: l’origine latina del detto
Per indicare che “è finita la pacchia”, la lingua napoletana utilizza una coloratissima frase: “è fernuta ‘a zezzenella”.
Il termine napoletano “zezzenella” (in italiano “mammella”) deriva da un’altra parola napoletana, “zizza“, che deriva a sua volta dal latino “titta“, cioè capezzolo. Letteralmente, questa espressione sta ad indicare, nell’atto della mungitura delle vacche, lo svuotamento della mammella e dunque della fine del latte da prenderne.
In lingua napoletana l’espressione non ha nulla a che fare con il settore dell’allevamento, ma ha un significato più astratto ed indica la chiosa di un momento e/o periodo di divertimento e di svago ed il conseguente ritorno alla routine.
Questo modo di dire si accompagna spesso al termine “smammare“, ovvero all’azione andarsene e darsi da fare, sinonimo di un altro modo di dire molto diffuso in Campania: “arreciette ‘e fierre“.
“Smammare” vuol dire letteralmente “svezzare“, cioè staccarsi dal seno materno e finalmente passare all’alimentazione in autonomia. Lo smammare è un’azione irreversibile che indica il togliere il disturbo quando la situazione in cui si è non è gradevole o in cui si è di troppo.
Bibliografia
Amedeo Colella; Manuale di filosofia napoletana. 100 racconti partenopei; Cultura Nova; 2014.
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