Il Saluto (o Carlino) fu la prima moneta d’argento di buona qualità e valore ponderale ad essere utilizzata massivamente nel Mezzogiorno dalla fine dell’Antichità. Furono coniate, prima del Saluto, numerose altre tipologie monetarie d’argento: denari in mistura, il famoso Ducale, per non parlare poi delle numerosissime monete in argento coniate da altre nazioni e circolanti nel Regno in maniera spesso illegittima.
Tuttavia il Saluto fu la prima moneta d’argento di larga fruizione ad essere coniata ed utilizzata nel Regno di Napoli. La necessità di una riforma monetaria che includesse e si focalizzasse principalmente sull’argento fu profondamente sentita ai tempi di Carlo I.
Nel Dominio Angioino
Durante i primi decenni del dominio angioino il sistema monetale del Regno rimase, bene o male, imperniato sull’oro, sulla coniazione di Tarì e Regali, queste ultime monete d’oro dalle caratteristiche ponderali simili a quelle degli Augustali.
Tuttavia gli sviluppi economici duecenteschi portarono ad una maggiore circolazione dell’argento rispetto all’oro, anche nel bacino Mediterraneo, la cui economia era precedentemente legata principalmente alla monetazione aurea.
I Grossi veneziani e i Tornesi francesi furono tra le prime coniazioni d’argento a circolare massivamente in tutta Europa e anche oltre, tanto da divenire un grande rischio per l’amministrazione angioina: la richiesta di monetazione d’argento di buona qualità era tale da spingere ad una massiva importazione di valute straniere.
Ciò costituiva un profondo danno per il Regno: essendo le valute d’argento quelle maggiormente utilizzate da quasi tutte le fasce della popolazione, la mancanza di una forte valuta coniata nei confini del Mezzogiorno rendeva la circolazione monetaria dello Stato angioino profondamente dipendente dalle importazioni straniere.
Il Saluto e la riforma di Carlo
Fu per questo motivo che Carlo I decise di riformare profondamente le strutture monetarie del Regno, portandolo al passo con i coevi sviluppi degli altri corpi politici europei e mediterranei. La riforma fu affidata al maestro zecchiere Francesco Formica, nativo di Firenze, mentre i disegni e l’incisione dei coni furono affidati ad artisti francesi.
Il frutto più importante di tale riforma fu il Saluto: moneta d’argento dal peso di circa 3,34 grammi, destinato ad essere utilizzato, sotto diverse forme e con varie modificazioni ponderali ed artistiche, sino agli albori dell’età moderna.
Silvio Sannino
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